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La seconda metà del XVIII secolo è infatti l'epoca in cui nasce l'effimero mondo fluttuante, destinato a scomparire con l'emanazione nel periodo Kansei (1790 circa) di severe leggi suntuarie.

Vi si dedicheranno i maggiori artisti della stampa, sia con opere singole, sia con serie tematiche, sia con album illustrati.

Da quel momento l'arte della stampa viene genericamente definita ukiyo-e: pittura del mondo fluttuante.

 

 

 

 

 

 

 

Si inizierà soltanto verso il termine di quell'effimero momento a utilizzare un maggior numero di colori e ad abbandonare progressivamente ma lentamente le tinte sobrie, non prive di fascino, che caratterizzano la produzione del primo periodo.

Non si creda però che queste evoluzioni siano casuali: ogni artista proveniva da un lungo tirocinio presso una scuola d'arte, e quando raggiungeva completa autonomia il suo nuovo nome era comunque sempre accompagnato da quello della scuola.

La più famosa, quella che vanta il maggior numero di adepti e che si ritiene abbia raggiunto il massimo livello, è quella di Utagawa.

 

 

Scelta come capitale dalla dinastia Tokugawa, Edo si trasforma in pochi decenni da minuscolo villaggio di pescatori a metropoli. La sua popolazione nel 1700 supera abbondantemente il milione di abitanti di cui quasi la metà sono samurai, al seguito dei feudatari; essi hanno infatti l'obbligo di risiedere periodicamente nella capitale e di lasciarvi in permanenza alcuni familiari, alloggiati in lussuose e costose dimore ma praticamente ostaggi dello shogun.

Queste misure hanno anche lo scopo di sottrarre risorse economiche ai feudi per mantenerli deboli e alla mercé del potere shogunale. L'imponente massa di denaro in circolazione a Edo stimola di conseguenza la produzione di generi di lusso.

Col tempo gli artisti, attingendo meno che in passato al mondo del piacere che è disapprovato dalle autorità, iniziano a rappresentare personaggi celebri (attori, sumotori...), continuano a rendere omaggio alla bellezza femminile, scoprono la bellezza del panorama naturale e di quello umano del Giappone.

Aumenta il numero di colori utilizzato, aumentano di conseguenza le matrici necessarie e i passaggi di stampa, aumentano inevitabilmente i prezzi. Ancora una volta il governo, nell'intento di pilotare le spese dei cittadini,  interverrà; verrà limitato il numero di colori utilizzabili, fino a un massimo di quindici circa.

Utagawa Hiroshige (1797-1858) in stampe apparentemente semplici riesce a rendere palpabili numerosi aspetti della vita giapponese. La presenza umana è raramente assente dalla rappresentazione del panorama, ma è quasi incidentale. I resti di una riunione di amici per la contemplazione della luna hanno per fondale la visione della baia di Edo all'alba, il vero punto focale dell'opera. L'ombra di una donna di passaggio nella stanza accanto appare sul paravento a sinistra.

Sempre opera di Hiroshige: un gruppo di danzatori Sumiyoshi si esibisce a Nihonbashi.

Termina al ponte Nihonbashi il lungo cammino del Tokaidô che parte dalla capitale imperiale Kyoto.

Il quartiere porge quindi il benvenuto al viandante che si reca a Edo: è una strada commerciale, ricca di esercizi e di botteghe artigianali, brulicante di umanità.

La stampa fa parte della celeberrima serie 100 vedute di località celebri di Edo (Meisho Edo hyakkei).