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Abbiamo detto trentamila opere, e l'abbiamo scritto in lettere per evitare ogni equivoco. E' chiaro che anche solo elencarle diventa una impresa impossibile, chi vuole avvicinarsi all'opera di Hokusai deve prepararsi ad una impresa lunga e difficile, ma che gli darà grande soddisfazione.

Per quanto sia sto artista eclettico ed in continua evoluzione, il suo stile è inconfondibile e il suo tratto si riconosce immediatamente. Dal suo Iniziazione al disegno rapido di Hokusai (Ryobi shahitsu Hokusai soga), pubblicato nel 1820, esaminiamo una tavola monocroma, che rappresenta alcuni artigiani al lavoro.

E' evidente il verismo ai limiti del caricaturale che Hokusai introdusse nell'arte giapponese.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ancora più evidente se ne esaminiamo un particolare, e se lo confrontiamo con questa sua lettera indirizzata nel 1836 all'editore Kobayashi, in cui dopo avere per l'ennesima volta raccomandato di affidarsi per incisione e stampa a Yegawa, sente il bisogno di un post scriptum:

Raccomando all'incisore di non aggiungere la palpebra sopra quando io non l'ho disegnata, e quanto ai nasi, questi due nasi sono miei [accanto ci sono gli schizzi di un naso di fronte e uno di profilo], quelli che si ha l'abitudine di incidere sono i nasi di Utagawa, che non mi piacciono affatto e sono contrari alle regole del disegno. C'è anche la moda di disegnare gli occhi così [schizzo di un occhio con un punto nero in mezzo], e io non amo questi occhi più di quei nasi.

Quindi Hiokusai non ebbe vita facile, e prima di vedere apprezzata la sua originalità dovette superare non poche resistenze. Ne fu ampiamente ripagato, anche se solo dopo la sua morte. D'altra parte non si dimostrò mai attaccato più di tanto ai riconoscimenti materiali, riconosceva per primo di essere solo un Vecchio pazzo per il disegno o un Prete mendicante, e firmandosi così.

Se il successo fu tardivo fu in compenso senza limiti, e pochi hanno dubbi nell'assegnare ad Hokusai il primo posto nell'affollato firmamento degli artisti giapponesi. Il successo gli venne attribuito sia dalla critica che dal pubblico, dagli intenditori e dalla gente del popolo.

Vediamo qui un curioso omaggio alla sua arte: un kashira (pomolo di spada) decorato con la testa di un personaggio sicuramente ripreso da qualche dipinto o stampa da attribuire ad Hokusai. Non sarà facile identificarlo, tra le decine di migliaia di sue opere, ma chi vuole cimentarsi ha già un indizio: la pioggia che cade fitta sopra il personaggio, quella pioggia che Hokusai amava introdurre così spesso nelle sue stampe, destando prima scandalo e poi ammirazione e infine desiderio e necessità di imitazione.