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Non verrà mai ripetuto abbastanza che - come in molte civiltà del passato non esclusa la nostra - anche nel Giappone antico il nome della persona, altro vocabolo classico che non dimentichiamolo nella Grecia antica indicava la maschera che indossava l'attore, cambiava in assonanza con le mutevoli condizioni della vita e dell'essere umano che col nome si identificava. Ovviamente nel caso di artisti che debbono apporre la firma sulle loro opere, questo genera in noi "moderni" ancor maggiore confusione.

L'artista universalmente conosciuto al giorno d'oggi col nome di Hiroshige (広重) nacque - probabilmente poiché la conversione dal calendario giapponese lascia sempre qualche margine di dubbio - nel 1797, nono anno dell'era Kwansei, ad Edo (Tokyo) che è ancora oggi capitale del Giappone, col nome di Andō Tokutarō, da famiglia samurai. Diversi indizi portano a concludere che il padre Gen'emon fosse ufficiale dello hikeshi-doshin, polizia del fuoco, ed era figlio di Tokuyemon Tanaka, maestro di kyudo, ma fu adottato poi nella famiglia Andō. Usò in seguito anche i nomi di Juemon e Tokubee.

Rimasto orfano a 12 anni, Hiroshige venne ammesso 2 anni dopo nella "bottega" del maestro Toyohirō della scuola Utagawa, apparentemente un ripiego in quanto aspirava ad apprendere dal caposcuola Toyokuni. Ma i suoi progressi furono talmente rapidi che già l'anno seguente, nono del periodo Bunkwa (1812) Toyohirō gli rilasciò un certficato che l'ammetteva nella scuola Utagawa e l'autorizzava ad assumere il nome di Utagawa Hiroshige (歌川 広重), in cui l'ideogramma hiro è lo stesso utilizzato in Toyohirō.

Termina praticamente qui l'apprendistato di Hiroshige, in seguito alla scomparsa del suo maestro, ma la sua precoce carriera conobbe un relativamente lungo periodo di stasi, in quanto non bastando l'arte a dare di che vivere a lui ed alla famiglia, continuò le funzioni paterne nella brigata dei vigili del fuoco. Sappiamo che diede le dimissioni solamente nel 1823.

 

 

Aveva lungo il corso del tempo preso l'abitudine di farsi chiamare dapprima Ichiyusai, pseudonimo cambiato dopo la morte di Toyohirō in Ichiryusai, e che talvolta infine abbreviò in Ryusai.

Nelle pubblicazioni odierne quasi sempre lo troverete menzionato semplicemente come Hiroshige, nome che adottò definitivamente talvolta abbreviandolo in Hirō, ma spesso anche Andō Hiroshige o Utagawa Hiroshige.

Iniziò ad essere conosciuto intorno al 1818 con un produzione di stampe raffiguranti bijin (bellezze femminili) ispirandosi allo stile del suo maestro Toyohiro ma influenzate anche da quello di Kaisai Eisen ( (渓斎 英泉, 1790-1848).

In seguito si dedicò raramente a questo genere artistico ma non lo abbandonò mai del tutto. Risale al 1849 questa sua opera intitolata Bijin a Kasumigaseki.

Non conosciamo molto altro della vita di Hiroshige. Sappiamo per certo che il suo primo viaggio a Kyotō nel 1832, per raffigurare dal vivo la cerimonia di corte del cavallo (dono presentato annualmente, l'ultimo giorno dell'ottava luna - hassaku - dallo shogun al tennô), lo impressionò profondamente. Fu la prma volta che percorse il Tokaidô, o perlomeno la prima occasione in cui ne raccolse degli schizzi che diedero origine più tardi al suo album Tokaidô gojusan-tsugi. Da allora trascorse gran parte della sua vita  viaggiando e fissando per sempre col suo pennello tutto quanto muovesse il suo animo.

 

 

 

 

 

 

Scomparve nel 1858 durante l'epidemia di colera che devastò Edo, lasciandoci oltre 8000 opere, tra cui circa 500 stampe a colori che furono pubblicate da numerosi editori, con qualità decrescente con il trascorrere del tempo a causa dell'usura delle matrici e delle manipolazioni cui venivano sottoposte per sostituire i timbri dell'editore o della censura, la data e quanto altro.

Poco prima della morte si era convertito alla religione divenendo monaco, e in queste vesti - con un rosario in mano - lo raffigura la stampa commemorativa postuma di Kunisada. Hiroshige aveva lasciato questo poema, probabilmente quello del suo addio alla vita:

Lascio la città dell'Est
e, senza pennello, per vedere nuovi luoghi
prendo la lunga via che porta al lontano Ovest

La sua tomba  si trova nel giardino del tempio di famiglia, quello di Tokaguji e reca l'iscrizione Ryusai Hiroshige no haka (tomba). Sulla sinistra, in caratteri di dimensioni minori Andō Yakeyo koreo (eretta) Tatsu ed infine Shimizu Seifu sho (incise). Tatsu Andō Yaye era la figlia di Hiroshige.

La tomba venne seriamente danneggiata dal terremoto del Kanto (1923) e dai successivi incendi quindi la possiamo vedere come era solamente in documenti di archivio.

 

 

 

 

 

Morti prematuramenti la prima moglie ed il figlio Nakajirō, Hiroshige si era risposato ed ebbe o adottò due figlie. La prima, Tatsu, sposò Shigenobu, che venne probabilmente a sua volta adottato nella famiglia e fu noto artista conosciuto col nome di Hiroshige II. Più tardi Tatsu divorziò rimaritandosi con Shigemasa, che conosciamo in arte col nome di Hiroshige III.

Nel 1882 Hiroshige II, che era stato ufficialmente riconosciuto da Hiroshige I come suo successore, eresse una stele commemorativa nel tempio shinto di Akihajinsha, presso il fiume Sumida che Hiroshige aveva raffigurato in una delle sue stampe.

Vi è rappresentato l'artista nell'atto di scrivere un tanzaku (poema), presumibilmente quello dell'addio, che è riportato sulla stele.