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Ecco, ci risiamo. E' appena trascorso questo appuntamento con il nostro Direttore Didattico e siamo ognuno nelle nostre case, per chi ha partecipato allo stage, con una stupenda sensazione di stanchezza fisica addosso, con il classico dolore alle articolazioni ed ai muscoli, i keigogi appesi in bagno o in balcone, con l'eventuale hakama, messi ad asciugare... ma con l'impareggiabile sensazione di aver acquisito anche stavolta qualcosa di bello e profondo dalla didattica e dalle parole di quest'uomo. Tanto da farci dimenticare o accettare questi piccoli sacrifici.

 

 

 

 

 

Stiamo parlando del Raduno Nazionale del maestro Tada, tenuto il 26-27 ottobre 2013 a Roma.

Lo stage si è svolto nell'ormai vetusta e incontenibile (nel senso che non ci stiamo più!) location di Villa Eur e nonostante il sovraffollamento da Times Square la notte di capodanno, si è ripetuto il "miracolo" di un Natale anticipato (e che lo scriva io è veramente il colmo...), come al solito grazie al Maestro.

Ok, appena arrivato hai visto la folla, gli spogliatoi pieni zeppi e ammassati di roba da campo profughi, appena entrato hai sentito nella sala il tipico odore di muffa, chiuso e sudore senza neanche essere iniziato lo stage ed hai pensato "me ne torno a letto, tanto Tada torna ogni anno" ma poi sei salito sul tatami, hai salutato gli amici, ti sei messo in seiza ed hai percepito l'energia generale, ed hai aspettato Lui che entrasse.

Arriva, lo vedi camminare elegante e determinato, come sempre da 50 anni a questa parte, pronto a ripetere le stesse tecniche e le stesse parole (si fa per dire eh?) sempre da 50 anni...

E allora ti chiedi, come un cretino, perchè TU non dovresti rimanere appena 8 miserabili ore in due giorni nell'arco di un anno? Va bene, anche stavolta rimaniamo!

Lasciamo perdere l'aspetto tecnico, sapete che non sono in grado... quello umano invece mi preme riportarlo, come preme anche a lui insegnarcelo, da 50 anni a questa parte.

Tra le tante "solite" cose che ha detto il nostro Direttore Didattico, stavolta quella proprio determinante è stato il concetto di "Budo come stile di vita", ed alla pienezza di questa frase fatevi tutti il segno della croce (altra anomalia per lo scrivente)! Per chi c'era, facciamo uno sforzo di memoria e di interpretazione per ricordarci ogni giorno da oggi questa affermazione.

Per chi non c'era vi fornisco quello che ho capito. Insieme alle parole di cui sopra, ovviamente, il maestro ha eseguito le "solite" tecniche e solamente per chi ha compreso il loro significato nella loro corretta esecuzione, l'abbinamento poteva avere un senso assoluto e non relativo. Non basta eseguire correttamente le tecniche, ma occorre associarle ad uno stile di vita ed una mentalità/spiritualità piena e consapevole, ovvero di quello che si sta facendo in ogni ambito della nostra vita, in aderenza ai principi che regolano l'Universo, coerenti con gli insegnamenti dei grandi maestri non solo di arti marziali ma anche delle filosofie religiose o esistenziali (a seconda delle scelte: ndr), come il buddismo, lo shintoismo, ecc...

Vivere ogni giorno con coerenza, senza rabbia, paura, con onestà e piacere, ed il maestro Tada ci illustra di volta in volta come dobbiamo mettere in pratica queste teorie, passando dall'applicazione più metafisica/esoterica ("...assorbire l'energia dell'Universo...") alla quotidianità ("...non parlare male degli altri...").

Il legame tra queste asserzioni con l'esecuzione delle tecniche di Aikido non è affatto semplice e il maestro ci guida in questa crescita da 50 anni. La precisione, la fluidità, la determinazione e la velocità decisionale unita alla volontà con la quale eseguiamo le tecniche marziali devono andare di passo con il nostro stato mentale che deve essere altrettanto fluido, preciso, determinato nelle scelte della vita, professionali e private.