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Foto di Andrea Dentale, © Musubi e Aikikai d'Italia

 

Come si direbbe a Roma… ariecchice! (NdR: ci siamo di nuovo, siamo tornati)

Sono tornato con le mie riflessioni spontanee, a tediare le vostre serate davanti al monitor, sui seminari ai quali mi viene concesso di partecipare.

Anche questa volta, per puro accanimento, voglio intrattenervi sul seminario di questa “santa” Pasqua 2014 del nostro Direttore Didattico, il maestro Hiroshi Tada.

Quello di Pasqua è un appuntamento ormai pluriennale (NdR: dovrebbe risalire al 1969), di rara intensità, oltre che per l’evento in se dal punto di vista aikidoistico, proprio per il particolare periodo nel quale si svolge.

Ma a quale persona strutturalmente “sana” verrebbe in mente di passare questo periodo festivo (che si sia religiosi ortodossi o bestemmiatori accaniti) partecipando a un raduno, dentro uno scatolone di cemento armato, sudando le tossine proprie e degli altri compagni di pratica, mangiando un kebab o un frutto, correndo dietro a un signore di 84 anni le cui gesta nessuno dei partecipanti saprà mai nemmeno replicare?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’alternativa sarebbe stata rimanere in poltrona a casa, circondati dall’affetto morboso di genitori e parenti, con i vestiti e i capelli imbevuti d’agnello e di lasagna, che poi andranno a gonfiare lo stomaco, e quindi crollare nel pomeriggio su un qualsiasi affollato prato storditi da un fresco Frascati, neanche DOP…

Ecco, mi sono risposto da solo sul perché a Pasqua sono andato a praticare aikido!

 

 

 

 

 

 

 

Ed allora via, borsa in spalla, a salutare questo nostro Grande Vecchio che ha attraversato oceani e continenti per impartirci tre giorni di lezione e ricordarci, anche questa volta, diversi concetti:

  • perché noi tutti pratichiamo aikido
  • come si pratica l’aikido, secondo il suo insegnamento
  • perché c’è bisogno che torni qui da noi a insegnarci come praticare aikido
  • che dobbiamo continuare a studiare e ancora studiare aikido