Quercia00Alcuni anni fa con molto dolore dovemmo tagliare alcune delle querce preferite di mio suocero, visibilmente malate. Passarono gli anni, passò purtroppo anche lui. Il clima aveva già iniziato da tempo a cambiare, e cambiava ancora. La più grande e maestosa delle querce, che non aveva dato segni esterni di problemi e non era stata toccata, venne schiantata di colpo da una tempesta di una violenza mai vista prima in Renania. Fu necessario troncarla poi alla radice.

 

 

 

 

Quercia02Sono passati ancora altri anni: dai tronconi delle querce tagliate spuntano nuovi rami, che promettono di diventare tronchi. E ovunque nel giardino si incontrano pianticelle di quercia che tentano di farsi largo, alte ancora pochi centimetri.  Sono così numerose che bisognerà presto operare una selezione, non c'è spazio per tutte. In qualche modo quegli alberi abbattuti ritornano a vivere.

E la grande quercia? Già. Quella che non dava all'esterno alcun segno di debolezza, quella che si ergeva orgogliosa di gran lunga sopra le altre piante. Sapete da prima che non c'è più. Quel giorno ha ceduto di schianto e si è rischiato che il suo crollo causasse gravi danni a cose e persone, mentre altri alberi dall'aspetto meno importante hanno resistito. Oggi non ne rimane nulla. Dal suo troncone non è nato nulla.

E questo ricorda a chi scrive uno degli insegnamenti più profondi ricevuti da Hosokawa sensei,  non so se il più saggio fra i tanti ma certamente il più adeguato a uno stile di vita corretto: "Quando devi tagliare, taglia."