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Spirito1976L'immagine era sempre la stessa mentre cambiava talvolta il colore di fondo. Si trattava di una rappresentazione in ceramica, che si diceva fosse stata donata da Tada sensei al Dojo Centrale, era depositata quindi in quei locali sede dell'associazione.

Disponibile di conseguenza ad essere fotografata, e in un periodo in cui il reperimento di qualunque tipo di informazione o di documentazione visiva doveva superare notevoli difficoltà, parve particolarmente adatta per il senso di serenità che trasmetteva a rappresentare l'immagine della pubblicazione e ad evocare la calma imperturbabile dell'uomo d'arte colto nel momento della creazione ma anche in quello della riflessione che lo precede, della contemplazione che lo segue o lo accompagna .

Ma terminiamo questa digressione con un'ultima curiosità: la dea Kwanon, proveniente dal pantheon buddista ove viene chiamata Guanyin e poi introdotta in Giappone, ha ispirato non solamente la pubblicazione di cui ora tratteremo. Una industria ottica nipponica produsse nel 1934 il primo prototipo giapponese di fotocamera moderna in formato 35mm, chiamandola Kwanon. In seguito la difficoltà di pronuncia da parte degli stranieri portò a una nuova denominazione: Canon. Questo nome ebbe successo, tantevvero che l'industria nel 1947 decise di rinominarsi appunto Canon; è tuttora una delle maggiori ditte attive nel campo della registrazione e conservazione delle immagini.

La copertina venne rivisitata a metà degli anni 70 da Stefano Serpieri, mantenendo la dea Kwanon ma portandola a coprire l'intero formato,

Spirito1983Negli anni 80 si decise di aggiornarla per avvicinare la grafica a quella dell'altra pubblicazione sociale Aikido; qui la copertina dell'ultimo numero, dicembre 1983, che venne curata da Paolo Bottoni. Dopo di che cessarono le pubblicazioni, per sovravvenute difficoltà economiche dell'associazione.

Va detto che era anche sopravvenuto in qualche modo un allontanamento della dirigenza dell'epoca dagli scopi della pubblicazione, considerata non più necessaria essendo già stato raggiunto da tempo il riconoscimento della personalità giuridica dell'associazione, di cui l'aspetto culturale costituiva secondo alcuni non un elemento portante ma un semplice alibi abilmente sfruttato ma oramai inutile.

Fu quindi decisa la morte di Spirito del Giappone, ripromettendosi in cambio un potenziamento di Aikido.

Questo venne poi concretamente realizzato con un incremento nel numero delle pagine, una  consulenza grafica, considerata un investimento necessario nonostante il difficile momento economico e che effettivamente diede ad Aikido maggiore personalità, il reperimento di nuovi collaboratori: in Aikido XIV, Aprile 1984 compaiono 14 firme tra cui quelle prestigiose di Moriteru Ueshiba e Kensuke Watanabe..

Ma dobbiamo accingergi ora a un deciso passo indietro.    

Va precisato che nel 1974 una proposta di legge - che non venne però in seguito approvata dal parlamento - aveva l'intento di riservare il titolo di Accademia a enti già riconosciuti dalle autorità, e l'associazione non era ancora in quelle condizioni, e ricadenti per giunta in ben precise categorie.

DojoCentraleVenne allora modificata la ragione sociale dell'associazione, che divenne Associazione di Cultura Tradizionale Giapponese – Aikikai d'Italia. Più o meno contemporaneamente, nel dicembre 1974, veniva istituito il Ministero dei Beni Culturali, che assorbiva parte delle competenze del Ministero della Pubblica Istruzione tra cui la pratica per il riconoscimento della personalità giuridica dell'associazione.

Riconoscimento che arrivò infine con il Decreto del Presidente della Repubblica n. 526/1978, registro 11 dei Beni Culturali, foglio 355, pubblicazione sulla G.U. del 9 settembre 1978. Determinanti furono l'opera costante e professionalmente ineccepibile dell'avv. Paudice e l'interessamento della d.ssa Carla Vitrano, funzionario della Pubblica Istruzione e praticante di aikido presso il Dojo Centrale.