Yagyu Munenori: Heihô Kadenshô
La Spada che dà la vita. Gli insegnamenti segreti della Casa dello Shogun
Luni 2004, ISBN: 8874350430

 

Durante una dimostrazione di spada davanti al futuro shogun Yeyasu Tokugawa, l'anziano maestro Yagyu Muneyoshi (柳生 宗厳, 1526-1606) sconfisse ogni avversario che gli si fosse trovato dinanzi, per poi disarmare e battere lo stesso Tokugawa che aveva chiesto di misurarsi direttamente. Al termine della tenzone Tokugawa  chiese a Muneyoshi di entrare al suo servizio come guardia del corpo e maestro d'armi ma questi declinò l'offerta a causa dell'età avanzata, proponendo il suo figlio ventiduenne: Yagyu Munenori (柳生 宗矩, 1571-1646), che divenne consigliere di fiducia oltre che guardia del corpo di Tokugawa Yeyasu, e viene considerato il fondatore della scuola di spada Yagyu Shinkage ryu, derivata dallo Shinkage ryu del maestro Kamizumi Nobutsuna di cuiYagyu Muneyoshi era divenuto allievo dopo esserne stato sconfitto.Yagyu Munenori fu temibile combattente: si narra che durante la battagliia di Sekigahara (1600) che diede la vittoria finale alle armi dei Tokugawa abbia abbattuto otto guerrieri e che altrettanti siano stati da lui uccisi nel 1615 quando rimase da solo a far fronte ad un agguato al principe Tokugawa Hidetada, in una delle tante guerre "minori" che seguirono a Sekigahara e che furono il necessario preludio al lungo periodo della "pax Tokugawa" che si prolungò poi fino al 1868.

 

L'anno successivo somparve Tokugawa Yeyasu e Hidetada divenne a sua volta shogun, adottando lo Yagyu Shinkage Ryu come disciplina marziale ufficiale dello sgogunato. Yagyu Munenori, divenuto nel frattempo hatamoto (旗本, "sotto la bandiera") ossia feudatario alle dirette dipendenze del governo centrale acquistò via via maggiore influenza e maggior prestigio, durante il breve interludio di Hidetada, scomparso prematuramente, ma anche alle dipendenze del successore, Tokugawa Iemitsu. Viene considerato una delle figure politiche più importanti dell'epoca e si ritiene che ne abbia notevolmente influenzato gli avvenimenti ma naturalmente è vano pretendere di conoscere la reale influenza avuta da un consigliere segreto. Ci basti tuttavia per comprendere che Munenori possedeva una personalità non comune, emergente dalla massa, e che ci si può limitare a considerarlo un semplice insegnante, in grado di padroneggiare la tecnica ma sprovvisto di visione strategica. Yagyu Munenori condensò le linee principali della sua dottrine nel testo Heihô Kadenshô che si vuole scritto  come risposta e dialogo a distanza con Takuan Sohô, celeberrima figura dello zen che a Munenori aveva dedicato il suo Fudochi Shinmyoroku. Tuttavia mancano conferme a questa tesi, resa meno attendibile da una ricostruzione dei tempi di composizione, che la vorrebbe grossomodo contemporanea all'opera di cui sarebbe una risposta.

 

La prima parte è un mokuroku (目録) ossia una catalogazione, a volte illustrata, delle tecniche e dei principi dell'arte. I mokuroku venivano rilasciati come attestato agli allievi che avessero superato la fase dell'apprendistato e raggiunto quello della piena conoscenza tecnica. Il linguaggio e la descrizione delle tecniche è spesso figurato e simbolico, per evitare che i segreti dell'arte vengano rivelati a persone venute illeggitimamente in possesso di un mokuroku. Forse per questo lo stesso Munenori sembra considerare il mokuroku nulla più che una introduzione. La seconda parte è intitolata La spada che da’ la morte, e qui vengono analizzati soprattutto la filosofia e la psicologia dell’arte della spada. La terza parte è La spada che da’ la vita, e da questa sezione prende il titolo l’intera opera.La terza sezione sviluppa, approfondisce e porta ad una conclusione i temi accennati nella seconda. E'  qui che viene detto che il guerriero deve mettersi in condizioni di risparmiare la vita all’avversario, o prenderla ove fosse il solo sitema, o il sistema più indicaito per salvare la vita di tanti altri, lasciando che si compia il destino che le persone malvage hanno scelto autonomamente, senza che della loro sorte debba considerarsi responsabile la spada che pone loro fine o la mano che la impugna.

 

Le tre sezioni dell'opera trovano corrispondenza nei tre livelli in cui Yagyu Munenori suddivide la teoria e la pratica delle arti marziali: il livello destinato al semplice ashigaru (足軽, samurai appiedato), quello riservato al bushi (, cavaliere), quello infine che è prerogativa del capo di uomini o dell'uomo illuminato. Yagyu Munenori mette in grande rilevanza la necessità di lasciare la mente libera da ogni legame troncando ogni vincolo con pensieri parassiti, e non lasciandosi condizionare dalle circostanze del momento o dalle azioni dell'avversario. Gli stessi concetti che sono alla base della dottrina di Takuan Sohô e come il figlio di Munenori, Yagyu Jubei Mitsuyoshi (柳生 十兵 衞三厳, 1607-1650) rende nel suo testo Tsukimi no Shô con queste parole:

 

La mente è l’origine di tuttii i pensieri, quindi tutto inizia dalla mente. La mente è la prima cosa. Il primo di tutti I pensieri è l’azione iniziale. Di conseguenza è l’iniziativa che da’ inizio. Questo è lo scopo finale.  Il primo di tutti I pensieri è quello che origina tutte le azioni.

 

In appendice al libro viene riportato un mokuroku dello Yagyu Shinkage ryu, quello conservato presso il tempio di Hozanji; è possibile che si basi sull'l'esemplare vergato nel 1601 da Yagyu Sekishusai Muneyoshi, padre di Munenori, se non sia addirittura quello. Era dedicato all’attore del teatro Konparu Sichiro, sappiamo infatti che Munenori era talmente appassionato di no da esserne rimproverato da Takuan, ed è probabile che anche Muneyoshi nutrisse la stessa passione.Le descrizioni e le analisi delle tecniche sono tuttavia più tarde: furono aggiunte da Matsudaira Nobusada, maestro dello Yagyu Shinkage ryu. Va osservato che quest’ultimo, al termine di ognuna delle minuziose descrizioni della tecnica illustrata, appone come sigillo e monito le parole una trasmissione orale, smentendo paradossalmente quasi a mo’ di koan, i paradossali problemi che il maestro zen propone all'allievo per provocare il corto circuito dei suo schemi logici e permetter il libero fluire del pensiero nativo, quanto da lui appena scritto

Dal mokuroku dello Yagyu Shinkage ryu conservato nel tempio di Hozanji:  La spada che dà la vita
Il testo contiene gli ideogrammi katsu (vita) jin (persona) e ken (spada)

 

Proposta di traduzione:
(l'attaccante è alla sinistra)

L'avversario estende il suo piede destro ed abbassa frontalmente la sua spada.
Fai come lui,  pensando alla Luna nell'Acqua, e fissa i suoi occhi.
Quando assumi un ritmo contrario causando il suo attacco, attacca, e blocca all'indietro.
Come in avanti, avanzare e ritrarsi numerose volte è importante.
Una trasmissione orale.