Le maître de thé

Yasushi Inoue

Ed. Stock, Le livre de poche, 2009

ISBN 978-2-25393324-3

 

Yasushi Inoue (靖 井上 - 1907-1991) inizò tardi a scrivere: il suo primo libro risale al 1949, quando aveva già 42 anni, un'età considerata avanzata per uno scrittore esordiente. Tuttavia conobbe in poco tempo un notevole successo, divenendo uno degli autori giapponesi più prolifici ed eclettici del XX secolo.

Più volte premiato dalla critica, scrisse romanzi e racconti storici e moderni ambientati sia in Giappone che in Cina o Mongolia (una vita di Gengis Khan). La sua opera più conosciuta è probabilmente Furin Kazan, un romanzo storico ambientato nel XVI secolo, estremamente ben documentato ma anche pieno di suggestione, che tratta del leggendario condottiero Takeda Shingen e del suo altrettanto leggendario consigliere Yamamoto Kansuke, che accarezzano il sogno temerario di espandere il feudo di Kai fino a dominare l'intero Giappone.

Solo recentemente alcune sue opere hanno cominciato ad essere tradotte e pubblicate in Italia, ma non abbiamo al momento notizia di alcuna edizione italiana di questo breve romanzo, da cui è tratto il film di Kei Kumai Morte di un maestro del te che riscosse grandissimo successo di pubblico e di critica nel 1989 per poi cadere rapidamente quanto inspiegabilmente nel dimenticatoio. E' questa la ragione per cui recensiamo la versione francese, tradotta da Tadahiro Oku e Anna Guerineau.

Con un artificio certamente non nuovo, così esordisce Inoue:

Ho tra le mani oggi un diario redatto da un esperto di cerimonia del te, che visse all'inizio del XVII secolo. Piuttosto che un "esperto di cerimonia del te" sarebbe più appropriato parlare direttamente di "un uomo del te".

Questo uomo del te è il monaco Honkakubo: un modesto discepolo del grande maestro del te Rikyu, che a molti anni dalla sua tragica morte - dovette compiere suicidio mediante seppuku per ordine del dittatore Toyotomi Hideyoshi - ancora ne ricerca le cause e per questo pone pressanti interrogativi agli amici del maestro, ad altri praticanti e maestri del te, e naturalmente a se stesso. Le prove della esistenza di Honkakubo sono incerte, ed è presumibile che Inoue abbia profittato deliberatamente di questa oscurità del personaggio per poter tratteggiare la figura di un uomo che, già portato per carattere a distaccarsi dal mondo, ha in più ricevuto precise istruzioni dal suo maestro di mantenersene lontano vivendo quasi da eremita.

Honkakubo però non trova la pace: continua a sognare incessamente il maestro Rikyu, che si allontana per un sentiero impervio ove a Honkakubo non è consentito l'accesso. Fino a quando il discepolo non avrà chiarito perché il maestro, uomo potente e avvezzo a trattare con i potenti, abbia provocato Hideyoshi al punto da obbligarlo ad una condanna a morte, e perché i suoi migliori discepoli abbiano voluto seguirne l'esempio, sa di non poterlo seguire sulla strada che mentre gli viene indicata gli viene allo stesso tempo interdetta.

Il travaglio di Honkakubo, entrato al servizio di Rikyu all'età di 31 anni nel 1580 circa per rimanervi fino al 1590 quando Rikyu venne esiliato e non gli fu possibile seguirlo, era destinato a durare a lungo. Secondo l'immaginaria ricostruzione di Inoue il suo diario si arresta nel 1622: avrebbe quindi continuato a cercare le ragioni del destino di Rikyu per ben 32 anni.

A quel punto, ormai vicino alla morte, sembra prenderlo lo scoramento quando sogna ancora una volta del suo maestro:

C'è un sentiero ghiacciato ed arido, su cui avanza il maestro Rikyu; davanti a lui cammina il signore Soji Yamanoue; dietro di lui, il signore Oribe Furuta. Credo che sia questo che il mio maestro mi vuole mostrare. Ed a questo io ripenso incessantemente. Quando i signori Soji ed Oribe ricevettero l'ordine di darsi la morte, acquisirono, per la prima volta, una certezza; la stessa del mio maestro. Scoprirono quello che conta maggiormente per l'uomo del te: preparare serenamente il te, lasciar fare il destino e non tentare di sottrarvisi. Mi sembra uno stato che Honkakubo non può conoscere...

Nel breve post scriptum Yasushi Inoue non dice se Honkakubo abbia poi trovato quanto cercava, si limita ad avanzare delle ipotesi sulla data della sua morte; il sogno appena descritto risalirebbe al secondo mese dell'ottavo anno dell'era Genna (1622), e in quel giorno si arrestava anche il diario, vero od immaginario che fosse. Dopo apparivano solo alcuni appunti senza rilevanza: tranne uno.

Nell'ultimo scritto, risalente all'agosto, Honkakubo annota di avere inviato in dono, mediante un messaggero, una tazza ed una spatola. Si trattava verosimibilmente secondo Inoue dei preziosi attrezzi donatogli da Rikyu, la spatola forse addirittura opera delle sue mani. Andarono probabilmente al maestro Sotan, su cui si fondavano le speranze di rinascita dello stile sano e semplice di Rikyu.

Non possiamo tacere che la scuola del maestro Rikyu non solo esiste ancora, ma è probabilmente - divisa nelle tre branche dell'Urasenke, Omotesenke e Mushakojisenke, anche la più fiorente delle scuole di te. I discepoli della scuola di Rikyu officiano la cerimonia il giorno 28 di ogni mese, in ricordo del giorno in cui il maestro abbandonò deliberatamente la vita.

P.B.