Haruki Murakami

Dance Dance Dance

Einaudi, 1998

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato in Italia nel 1998 questo romanzo giallo risale però a circa 10 anni prima. L'immagine stessa di Murakami che vediamo in copertina, scattata da Eichiiro Sakata, è molto lontana da quella attuale.

Non c'è da stupirsi quindi se troveremo alcune differenze rispetto al caratteristico stile dell'autore, quello che ci siamo abituati a conoscere ed esplorare quando i suoi libri hanno iniziato ad avere un grande successo ed una vasta diffusione, su scala addirittura mondiale. Il successo - quasi un caso letterario - di  Norvegian wood, il libro che fece conoscere al mondo Murakami, risale al 1989. Dance Dance Dance (Dansu Dansu Dansu il titolo originale) è come abbiamo visto immediatamente precedente.

Scopriamo in questa opera singolari scelte stilistiche: qui Murakami adotta uno stile narrativo affine a quello dei romanzi americani del genere hard boiled . Non mancano tuttavia i suoi principali temi fissi:  citiamo fra tutte la irresistibile attrazione verso una donna dalle splendide orecchie, lo strano ed ambiguamente platonico rapporto con una adolescente, l'angoscia che avvolge il protagonista - senza nome - che non si sente padrone della sua vita e dei suoi atti ed eternamente in bilico, in procinto di scivolare in una nuova, sconosciuta, inquietante dimensione.

Ci sentiamo di affermare però che gli stilemi del romanzo giallo statunitense non si conciliano appieno con la ricerca che Murakami costantemente persegue nelle sue opere e già perseguiva in questa. Appaiono come elementi estranei inseriti troppe volte meccanicamente nella vicenda senza incidervi in modo significativo, e forse non del tutto coerenti con l'ambientazione prettamente nipponica della vicenda. Passiamo infatti in continuazione attraverso minuziose, quasi nevrotiche, descrizioni di quanto bevuto mangiato od ascoltato dai protagonisti, che sembrano troppo spesso non avere altro da fare nella vita che passare da un bloody mary ad una birra, da un ristorante ad un pub, dalla colazione al pranzo, dal giradischi alle cassette audio ascoltate in automobile.

Citiamo a titolo di esempio:

Preparai dei porri con prugne salate cosparse di scaglie di pesce secco, alghe con gamberetti all'agro, misto di wasabizuke e daikon grattugiato con pasta di pesce, patate a fiammifero saltate in padella con olio d'oliva, aglio e qualche dadino di salame, cetrioli in salamoia. Mi restavano della sera prima delle alghe e del tofu, che guarnii con un bel po' di zenzero

Intercalari che nulla aggiungono alla vicenda e ne spezzano la tensione emotiva (e tralasciamo considerazioni culinarie, pur rabbrividendo ancora al ricordo delle temerarie incursioni del protagonista nella cucina italiana). Ma che saranno certamente familiari a chi abbia amato i romanzi gialli d'azione, ove si tenta di umanizzare il rude eroe della situazione, che parla sempre in prima persona, lasciando che si abbandoni a descrizioni della sua vita quotidiana e a lunghe esternazioni sui suoi gusti alimentari, musicali o di altro genere ancora.

La vicenda è lineare, solamente la fantasia onirica di Murakami la trasformerà in un vortice di vicende che trascinano inesorabilmente protagonisti e lettori. Nel personaggio narrante non è difficile intravedere lo stesso autore poiché è uno scrittore ed ha la stessa sua età ossia circa 34 anni, essendo la vicenda ambientata nel 1983, momento storico prediletto da Murakami. E' alla ricerca di una inquietante donna amata un tempo e poi scomparsa improvvisamente dalla sua vita.

Questa  ricerca lo porterà a viaggiare nel tempo ma soprattutto nell'animo umano: quello delle persone con cui si misura ma anche il suo stesso tormento interiore. Ma la risposta ai suoi interrogativi sembra non esistere, o perlomeno non essere di questo mondo, e per quanto siano talvolta possibili i contatti con differenti dimensioni ove ricercare le risposte necessarie, stabilire il dove, il come ed il quando del contatto non è in potere dell'essere umano. Lo scrittore sconosciuto troverà la risposta materiale sulle cause delle  misteriose morti che attraversano il suo percorso, ma non potrà comprenderne le ragioni. Come chi si abbandoni ad una danza danza frenetica, travolto dal ritmo della musica, senza rendersi veramente conto di quanto sta facendo e senza avere - senza voler avere - alcun controllo sul proprio corpo e sui propri atti.

Come altre opere di Murakami anche questa si interrompe senza che ci sia stata una vera e propria conclusione o addirittura soluzione.

Come già detto, a differenza che nelle opere posteriori sembra qui che l'autore sia ancora alla ricerca delle modalità letterarie per esporre nel modo migliore le vicende che gli detta l'arte. Più innanzi la sua  produzione sembrerà abbandonare questo canone stilistico, che forse gli venne ispirato dalle sue esperienza di traduttore di romanzi contemporanei, per adottarne uno inedito, che non appare assimilabile a quelli dettati dalla moda letteraria, pur rispettandone alcune convenzioni.

Questa produzione successiva, in cui Murakami narra senza curarsi della forma narrativa, innegabilmente sembra avere qualche freccia in più al proprio arco. Ma questo romanzo, che rimane comunque gradevole ed intrigante, è proprio grazie alla sua incompiutezza anche una preziosa testimonianza del percorso artistico di Murakami, ed esplorare i percorsi attraverso cui uno scrittore giunge alla completa maturità è sempre affascinante.