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Watanabe sa di avere qualche problema di salute, ma ancora non conosce la tragica verità. La scoprirà dopo un lungo andirivieni presso squallidi laboratori di analisi.

Il mondo ordinato che Watanabe credeva di avere intorno, che credeva di avere costruito, crolla in un attimo.

Ora anche lui è dalla parte della gente comune alla prese con una burocrazia disumana e disumanizzante.

 

 

 

 

 

 

 

 

Dovrà strappare la tragica notizia alla reticenza dei medici che tentano di rifugiarsi dietro una impenetrabile cortina di termini tecnici: gli rimangono da vivere pochi mesi.

Solo allora si rende conto di non avere mai veramente vissuto fino a quel momento. Cercherà nei momenti che gli restano di vivere, di assaporare per la prima volta la vita fino in fondo. Ma cosa significa vivere?

A questa domanda apparentemente semplice, Watanabe non sa dare risposta.

Sa che vuole vivere. Ma non sa nemmeno da che parte si cominci a vivere. E' destinato a morire senza avere mai conosciuto la vita.

 

 

 

 

 

Il commento della voce fuori campo ci informa che sono ormai 25 anni che Kanji Watanabe ha cessato di vivere.

I suoi progetti di vita sono miseramente falliti, le sue ambizioni nel mondo del lavoro sono state soffocate dalla burocrazia.

Ormai passava il suo tempo in ufficio a darsi un'aria occupata senza in definitiva fare molto ma l'assorbimento totale nelle sterili operazioni burocratiche lo anestetizzava, consentendogli di rinunciare a riflettere su se stesso e sul proprio destino.