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Akira Kurosawa: I cattivi dormono in pace (Warui yatsu hodo yoku nemuru)

1960

Toshiro Mifune, Masayuki Mori, Kyoko Kagawa, Takashi Shimura, Susumu Fujita

 

Nel 1960, dopo tre film d'epoca (Il trono di sangue, I bassifondi e La fortezza nascosta), era comprensibile che Kurosawa sentisse il desiderio di tornare ai temi di attualità. Del resto ha sempre affermato che dopo una pellicola gendai sentiva il bisogno di ritornare al jidai, e viceversa.

In effetti la sua carriera dopo le opere del periodo bellico era decollata con una ininterrotta serie gendai: Nessun rimpianto per la mia giovinezza (1946), Una meravigliosa domenica (1947), L'angelo ubriaco (1948), Duello silenzioso (1949), Cane randagio (1949) e infine Scandalo (1950).

A questo punto si sentì pronto per tornare ad affrontare le tematiche epiche jidai: nel 1950 esce Rashomon, che porta Kurosawa alla fama internazionale, e da allora i grandi drammi epocali si alternano periodicamente a quelli minimalisti e diremmo neo-realisti di epoca moderna.

Con I cattivi dormono in pace Kurosawa tenta per la prima volta una commistione di temi: non le piccole vicende di piccoli uomini e piccole donne, prodotto e qualche volta purtroppo dichiaratamente sottoprodotto, non voluto, della società contemporanea.

Vicissitudini immensamente tragiche perché proprio la loro dimensione umana e a volte meno che umana rendeva i protagonisti impotenti a contrastare le perverse dinamiche della società. Ci troviamo ora di fronte invece ad una denuncia dei grandi mali instrinseci nel mondo moderno, nello specifico la corruzione che coinvolge il mondo degli affari e quello della politica attraverso il sistema dei grandi appalti edilizi.

In questa opera Kurosawa per scagliarsi contro l'amoralità  indissolubilmente connessa a questi intrecci tra politica e affari la impersona nel corrotto  dirigente statale Iwabuchi (Masayuki Mori, irriconoscibile rispetto al samurai Takehiro di Rashomon e al Kameda protagonista l'anno seguente in L'idiota). Come abitudine quasi inveterata nelle sue opere gendai la conclusione sarà tragica, senza lasciare spazio alla speranza in una società migliore, perché popolata da esseri umani migliori.

I titoli di testa vengono accompagnati, come spesso usava Kurosawa, da una inquietante ritmo di tamburi. E' il primo segno che la vicenda intende essere forte, drammatica, coinvolgente.

Non possiamo dire che Kurosawa sia riuscito completamente nel suo proposito: si intrecciano troppi temi diversi perché la vicenda riesca a coinvolgere completamente, ed i personaggi sembrano preda di pulsioni più forti di loro che li inducono a comportamenti privi di logica, sia nel bene quanto più spesso nel male.

Kurosawa intende denunciare l'assoluta mancanza di scrupoli del capitalismo moderno e le sue connivenze a livello istituzionale, ma accettando il rischio di rendere queste tensioni più manifeste incarnandole nei personaggi tende a fare appunto della intera vicenda un affare personale, la vendetta di un uomo contro un altro uomo.

Tuttavia nessuna opera di Kurosawa può lasciare indifferente lo spettatore. Se a volte la chiarezza del messaggio può apparire offuscata, la sua intensità non viene mai meno.

Koichi Nishi (Toshiro Mifune) ha perduto in circostanze drammatiche il padre che non aveva mai conosciuto, indotto al suicidio per un assurdo senso di lealtà nei confronti del corrotto sistema affaristico in cui era inserito. Tramerà nell'ombra per ottenere la sua vendetta contro il corruttore Iwabuchi.

Quando riuscirà infine a ottenerla sarà però attraverso la distruzione di tutto, incluso se stesso e Yoshiko (Kyoko Kagawa), figlia di Iwabuchi, la donna che ha iniziato ad amare dopo averla scelta per farne lo strumento inconsapevole dei suoi piani.

La consueta ma inevitabile nota di demerito va riservata al doppiaggio della versione italiana, francamente insopportabile. Non ne conosciamo le ragioni, e forse gli artisti che prestano la loro opera non ne sono responsabili, ma l'intonazione delle loro voci racconta una storia completamente diversa da quella che è evidente nelle immagini. Consigliamo vivamente di lasciare l'audio originale in giapponese seguendo la vicenda attraverso i sottotitoli.