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Dream (Sogni), Akira Kurosawa, 1990

Akira Terao, Mitsuko Baisho, Isashi Igawa, Martin Scorsese

Per la prima volta Kurosawa parla apertamente di se: per quanto non siano mancati isolati riferimenti autobiografici nelle altre sue opere, per quanto abbia parlato di se nel suo Qualcosa come una autobiografia, qui non attinge alla letteratura, non scrive una storia, non parla dei fatti: la sceneggiatura di questa opera è "solo" la raccolta di alcuni sogni del maestro. I più ricorrenti?.. i più importanti, i più inquietanti?

Probabilmente non ha senso porsi queste domande, cui forse nemmeno Kurosawa saprebbe dare una risposta. Sicuramente sono i sogni che riteneva necessario comunicare al mondo.

Il protagonista si chiama semplicemente Io, a fugare ogni dubbio, e lo impersona Akira Terao restituendoci una figura allampanata che ricorda molto il giovane Kurosawa: alto 181 cm, magro e presumibilmente scattante, abbastanza differente comunque dall'aspetto imponente degli anni maturi.

Ad un certo punto il protagonista inalbera perfino un informe cappelletto che è copia conforme di quelli utilizzati così frequentemente dal regista.

L'opera è divisa in otto episodi, non strettamente correlati tra di loro ma ognuno dei quali ha un suo preciso collocamento nel complesso del film.

Alcuni sembrano appartenere ad un altro mondo, come quelli dell'infanzia che potremmo tranquillamente immaginare collocati in epoca Edo se non prima ancora.

 

 

Un mondo semplice nello stile di vita ma enormemento complesso ed affascinante per austerità materiale e ricchezza interiore.

Gli altri scandiscono via via diversi momenti della intensa vita di Kurosawa.