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Il lascito di Shingen non sarà facile, ed il peso maggiore è scritto che debba ricadere sull'anello più debole: Kagemusha.

Ancora tenuto all'oscuro della morte del signore, sottoposto a forti pressioni ed avvolto da oscuri presentimentii , nottetempo si reca furtivamente nella stanza, sorvegliata a vista, dove viene conservata un misterioso orcio in terracotta, deciso ad aprirlo per conoscerne il mistero.

La risposta che ne riceve è agghiacciante: nell'orcio è conservata la salma di Shingen.

 

 

 

 

Le guardie accorrono, i consiglieri arrivati subito dopo possono solo prendere atto del disastro.

Kagemusha viene imprigionato, e resiste ad ogni tentativo per persuaderlo a continuare la sua parte. Sarà poi rilasciato, considerandolo ormai inutile ma comunque non in grado di nuocere alla causa dei Takeda.

 

 

 

 

 

 

 

Il corpo di Shingen viene affidato alle acque del lago di montagna, avvolto dalle brume e squassato dal vento, ove si estendeva il dominio del Kai.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'intero consiglio assiste dalla riva all'allontanarsi della barca, che scompare nella nebbia.

Solo un tonfo nell'acqua segnala il definitivo addio di Shingen a questa terra. Non ancora l'addio ai suoi sogni ed al suo disegno politico.

 

 

 

 

 

 

 

 

Da lontano hanno assistito alla scena le spie di Tokugawa e Nobunaga, che ormai comprenderanno l'inganno, e soprattutto Kagemusha: ancora indissolubilmente legato alle sorti di Shingen, per ragioni che non riesce a spiegarsi, si è recato sul posto ed ha ascoltato non visto i discorsi delle spie. Corre a mettere sull'avviso il consiglio.

Viene trattato tuttavia rudemente, e di nuovo cacciato.

 

 

 

 

 

E' allora che scatta definitivamente un meccanismo nell'anima di Kagemusha. E' in quel momento che realizza di non poter in alcun modo spezzare il vincolo col guerriero di cui lui è stato l'ombra. Continuerà ad esserlo.

Si getta ai piedi di Nobukado, l'unico che possa comprenderlo, avendo portato anche lui sulle spalle il grave peso di essere l'ombra del guerriero, ed implora di "essere usato", di non interrompere la missione cui è destinato.