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Il protagonista del libro di Inoue è Honkakubo: un allievo di Rikyu su cui si hanno scarse notizie, che lo stesso Inoue cercò di integrare in due libri successivi mai tradotti in occidente, Honkakubo are kore (Honkakubo questo e quello) e Honkakubo ibun noto (Note sugli scritti postumi di Honkakubo); secondo Inoue il nome di Honkakubo risulta dai registri di alcuni chakai (riunioni per praticare chanoryu) e appare in diverse lettere, tra cui una di Rikyu proprio a lui indirizzata.

Sono passati 27 anni dalla morte di Sen no Rikyu, il più grande maestro di cerimonia del te che il Giappone abbia mai conosciuto.  Honkakubo non ha mai smesso di chiedersi le ragioni della scomparsa del maestro, con cui ha vissuto 10 anni.

Gli appare in sogno Rikyu, in un paesaggio nebbioso, simile ai misteriosi disegni di pietra di un giardino zen eppure freddo, ostile ed inquietante, che richiama sensazioni opposte.

Rikyu si allontana sempre di più, vestito da viaggiatore, e sembra non sentire i disperati richiami di Honkakubo (Heiji Okuda).

 

 

 

 

Finalmente si arresta, la speranza riaffiora nell'animo di Honkakubo.

Ma quando il maestro - maestosamente interpretato da Toshiro Mifune - si volge, mostra un volto già lontano da questo mondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fissa impassibile Honkakubo.

Infine gli fa un gesto imperioso con la mano, ordinandogli di  tornare indietro. La sua strada non è destinata ad essere percorsa da tutti.

Honkakubo vuole sapere: è forse la strada che porta all'altra vita?

Rikyu senza più nulla dire torna a girarsi e si allontana in silenzio. La folle corsa per raggiungerlo sarà vana.

 

 

 

 

 

 

Destatosi dal sogno, un sogno che ricorre dal giorno della scomparsa del maestro e di cui non riesce a liberarsi, Honkakubo torna alla vita reale.

Vive in eremitaggio in una frugale capannna sulle rive di un piccolo lago, officiando la cerimonia del te per se stesso, e per i suoi ricordi.