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La ricerca di Honkakubo è destinata ad intrecciarsi e a fondersi con quella di Nagamasu Oda. Si tratta di un personaggio storico, fratello minore del dittatore Nobunaga Oda, (1534-1582) che dominò la scena del Giappone con una lunga serie di guerre vittoriose, che miravano ad allargare il suo dominio per portarlo infine al potere supremo.

Nobunaga cadde vittima di una rivolta quando era arrivato ad assumere il controllo di circa un terzo dell'intero Giappone e gli successe il fedele generale Toyotomi Hideyoshi, antagonista di Rikyu nell'opera. Aveva ormai il controllo di fatto dell'intero Giappone, anche se il suo potere non venne mai ufficialmente riconosciuto.

Nagamasu Oda (1548-1622) è maggiormente conosciuto col nome di Urakusai, e come tale ci verrà presentato. Fu maestro di chanoyu, e il padiglione Urakuen Joan nel tempio Kenninji, da lui edificato, e in cui si svolge il suo primo incontro con Honkakubo, è ancora conservato nella città di Inuyama.

In un freddo mattino d'inverno Honkakubo, che ancora non riesce a liberarsi dal tormento della morte di Rikyu, esce dalla capanna in cui vive solitario e fende la neve alta per mettersi in viaggio.

Deve rispondere ad una chiamata, quella appunto del reverendo Urakusai che intende inaugurare il nuovo padiglione del te. E' l'inizio della ricerca che porterà entrambi - a caro prezzo - fino alla verità.

 

 

 

 

 

 

 

 

Urakusai (chiamato a volte anche col nome ecclesiastico di Urakubo, e qui interpretato da Kinnosuke Nakamura) aveva da pochi anni abbracciato la religione cristiana, prendendo il nome di Giovanni. La stessa decisione era stata presa da Nobunaga, che venne chiamato Geronimo, ma forse più per opportunità politica e per ottenere armi da fuoco dagli occidentali che per reale vocazione.

Si dice che anche Rikyu si sia avvicinato al cristianesimo, e alcuni commentano a proposito che la dottrina cristiana non è molto lontana dalle convinzioni personali che aveva già manifestato Rikyu.

Non si deve comunque credere a conversioni radicali con  relativo abbandono delle dottrine ataviche: i credenti giapponesi erano già abituati da diversi secoli a seguire contemporaneamente sia la dottrina shinto che quella buddista, non c'era in loro ombra di integralismo.

Comunque sia, l'incontro è tra Urakusai, Honkakubo e il ricco mercante Daitokuya (Teizo Muta) che compra e vende chawan: utensili per la cerimonia (in realtà Daitokuya è il nome della casa di vendite e non quello del mercante, che nel testo di Inoue rimane anonimo). Culmina nella celebrazione di una cerimonia durante la quale l'ombra di Rikyu incombe.

Gli interrogativi sulla ragione della sua morte non trovano risposta, ma continuano ad esigerla.

Nel corso della cerimonia Urakusai occupa  la posizione designata per l'officiante, Daitokuya quella riservata al primo ospite ed Honkakubo la seconda.

La sistemazione della sala e gli elementi decorativi sono estremamente lontani dai canoni convenzionali del chanoyu.

Daitokuya chiede se il chashaku utilizzato sia quello celeberrimo di cui ha molto sentito parlare.

E' una tazza nello stile di Ido, un semplice stile originario della Corea, utilizzata dal popolo per il riso e poi adottata dai maestri di te che ne apprezzarono la semplice bellezza.

Urakusai conferma: è una tazza costruita dal maestro Oribe Furuta. E le sue riflessioni partono da là: Oribe ha concluso i suoi giorni dandosi la morte mediante seppuku. Lo stesso avevano fatto il maestro Soji e soprattutto il maestro Rikyu. Che sia necessario morire per comprendere lo spirito del chanoyu? Lui stesso ride a questa paradossale conclusione.

Che si rivela in realtà tanto inquietante quanto necessaria.

I tentativi di stabilire un rapporto causa/effetto nella tragica scomparsa del maestro non vanno lontano. Daitokuya ipotizza che a Rikyu sia stata rimproverata la conversione al cristianesimo. Urakusai che si sia opposto con eccessiva enfasi all'invasione della Corea ordinata dal dittatore Hideyoshi.

Honkakubo trova coerente questa ipotesi: "Per l’arte del te armonia tra gli uomini e rispetto sono essenziali. Ne consegue che la libertà è sacra. Ed è naturale quindi respingere ogni idea che spinga l’uomo all’aggressione."

E ricorda un incontro, avvenuto alcuni anni dopo la morte del maestro, in una splendida giornata di autunno all'esterno del tempio Shinnodyo, col monaco Toyobo (Taketoshi Naito).

Toyobo (+1599) fu uno dei più stretti allievi di Rikyu. Una tazza nera che fa parte del Rikyu shichi-shu, il gruppo delle sette tazze predilette da Sen no Rikyu, gli fu regalata dal maestro. Viene chiamata col suo nome: Toyobo.

Racconta Honkakubo che l'anno seguente, avendo Hideyoshi ordinato di tagliare 1000 alberi di ciliegi e portarglieli per goderne la bellezza, Toyobo - che vedeva l’impronta della natura in ogni singolo filo d’erba - protestò uccidendosi