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L'intenso temporale sotto il quale si sono affrontati Ryosuke ed il suo avversario non accenna a placarsi.

Diventa al contrario un vero e proprio uragano, che si abbatte sul quartiere e sull'intera città, seminando morte e distruzione.

Una nota di demerito va, come di consueto, a chi ha curato l'edizione italiana scegliendo un titolo che non permette di cogliere il significato di alcune scene.

Il mare, impassibile, osserva le povere vicende umane. Il titolo originale dell'opera, Umi wa miteita, può essere tradotto appunto con Il mare osserva.

 

Talvolta la natura non si limita ad osservare ed interviene, ma secondo una logica che all'essere umano sfugge. Il mare unisce le sue forze a quelle dell'acqua che piove dal cielo e di quella portata dal fiume.

Il quartiere viene completamente sommerso, aggiungendo distruzione a distruzione.

 

 

 

 

 

 

La notte, al termine della sua furia, la natura assume un aspetto idilliacamente irreale, che contrasta vistosamente con la distruzione che ha apportato nel mondo degli uomini.

Impossibilitate a mettersi in salvo per tempo Oshin e Kikuno si sono rifugiare sul tetto della casa, che l'acqua è arrivata ormai a lambire.

Galleggiano per ogni dove i relitti lasciati dal nubifragio, e la vecchia casa emette in continuazione sinistri scricchiolii: crollerà da un momento all'altro, lasciando le due donne in mezzo ad un mare plumbeo e sinistramente calmo.

Sono rassegnate ormai al loro destino, non vedono alcuna traccia di vita nella immensa distesa d'acqua sotto le stelle. Eppure provano, stranamente, una indefinibile sensazione di pace.

Invece il loro destino non è ancora segnato: su una fragile barchetta, nulla più che un guscio di noce, Ryosuke è tornato indietro per tentare una disperata ricerca, e ritrovatele vive quando ormai non osava più sperarlo, si appresta a trarle in salvo.

Impossibile: la barca è troppo piccola per tre persone, e ha già imbarcato troppa acqua.

Kikuno è irremovibile: i due innamorati devono mettersi in salvo abbandonandola al suo destino: non ha nessuno che l'attenda, nessun posto dove andare.

 

 

 

Il suo bambino, che l'attende in un paese di campagna, per cui risparmiava ogni suo avere, non esiste.

Era solo una bugia dietro la quale Kikuno nascondeva la sua solitudine, e le sarebbero completamente inutili i risparmi di una vita che è riuscita a portare con sé.

Li devono accettare Ryosuke e Oshin, e allontarsi per sempre da quei luoghi che il mare sta osservando impassibile, per farsi una nuova vita altrove.

I due non vogliono abbandonarla, e Kikuno con gli occhi fiammeggianti minaccia di aggredirli se non andranno via al più presto. E' impossibile anche solo pensare di opporle resistenza.

La barca si allontana. Kikuno, finalmente sorridente, agita nel cielo stellato la lanterna, in segno di saluto.

Il tema musicale dell'opera, di Teizo Matsumura, delicato e mai invadente ma sempre presente, risuona per l'ultima volta.