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Due avvenimenti non prevedibili costringeranno Munezo alcuni anni dopo ad uscire dal torpore esistenziale in cui sta cadendo.

La prima è la notizia di una grave malattia di Kie.

In realtà è solo sfinita per i continui maltrattamenti e il duro lavoro cui viene sottoposta dal marito e dalla suocera.

Sfidando le malelingue Munezo la riporta nella sua casa.

 

 

 

 

 

 

 

La seconda è il ritorno nel feudo di Hazawa, per la stessa via d'acqua che aveva seguito per andare a Edo, ma imprigionato dentro una gabbia e sorvegliato a vista.

Unitosi a una ribellione, vera o presunta, contro lo shogun, gli è stato vietato il privilegio di uccidersi ed è destinato a rimanere imprigionato per sempre nella sua terra d'origine.

 

 

 

 

 

 

 

 

Automaticamente sospettato di essere coinvolto per la sua amicizia con Hazawa, Munezo per dimostrare la sua fedeltà dovrebbe dare informazioni sui suoi commilitoni, indicando quelli che potrebbero aver aderito o anche solo avere avuto simpatie per i ribelli.

Il suo rifiuto aggrave ulteriormente la sua posizione nei confronti di chi detiene il potere.

In più le crescenti voci di un rapporto illecito lo convincono a ordinare a Kie, con la morte nel cuore, di tornare al suo villaggio.

 

 

 

 

 

Un'altra notizia raggiunge Munezo: Hazama, fuggito dalla prigione, è rifugiato in una capanna tenendo in ostaggio gli occupanti, minacciando di morte chi si avvicini. Non stiamo a ripetere per l'ennesima volta come in questo genere artistico le situazioni siano spesso le stesse, come i drammi seguano le stesse logiche e le stesse procedure.

Viene convocato: è noto che fu l'unico a reggere il confronto in duello con Hazama: assieme hanno frequentato la scuola d'armi del maestro Toda, ma solo a Munezo furono  trasmessi i documenti della scuola quando Toda sensei si ritirò a vita privata.

L'ordine non è ricusabile. Munezo deve accettare, fa presente però che le sue vittorie nei confronti all'interno del dojo non hanno valenza: in un duello mortale Hazawa prevarrebbe.

Munezo torna dal maestro Toda. Lo trova intento a coltivare il suo modesto campo, apparentemente molto distante dal guerriero che fu.

Acconsente a riprendere in mano un improvvisato bokuto di allenamento per scambiare alcuni colpi, ma anche alcune impressioni, col suo antico allievo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E' evidente che Munezo è troppo teso per combattere serenamente.

Toda sensei gli ricorda che nessun nemico o avversario può esser sconfitto se non si è in pace con sé stesso.

E gli dimostra la tecnica della spada nascosta, che tende ad attirare l'avversario mostrando un atteggiamento rinunciatario o addirittura volgendo le spalle, colpendo nel momento in cui l'attenzione della controparte si attenua per eccesso di fiducia.