Historical and geographical dictionary of Japan
E. Papinot
Tuttle, 1992

 

Il Papinot è una piccola bibbia per il cultore del Giappone, o semplicemente per la persona che intende approfondire le sue conoscenze od avere a portata di mano un testo di consultazione ove non ci sia tutto ma perlomeno un accenno, un assaggio, uno spunto per altre ricerche su quasi tutto.

 

Ma vediamo prima di tutto chi era Edouard Papinot. Jacques Edmond Joseph Papinot nacque in Francia nel 1860 e venne ordinato sacerdote nel 1886, venendo quasi subito inviato in missione in Giappone. Insegnò telogia al Seminario di Tokyo e rimase in Giappone per 25 anni, fino al suo trasferimento in Cina e al successivo rientro definitivo in patria nel 1920. Scomparve nel 1942.

Di formazione ed interessi eclettici, si interessò di architettura, di storia e di pubblicistica. Era conosciuto in Giappone con il nome di padre Pepino (パピノ神父). Lavorò per molti anni alla stesura di questa opera, che venne dapprima pubblicata in lingua francese nel 1899 e poi nel 1906 in inglese, conoscendo tuttavia numerosi aggiornamenti e nuove edizioni. L'opera è stata ripubblicata per la prima volta da Tuttle nel 1972, e quella in esame è l'edizione del 1992. Non è particolarmente difficile trovarla nelle ormai diffusissime librerie on line, ha un prezzo obiettivamente alto (circa 90€) ma è possibile trovarne esemplari d'occasione a prezzi molto più bassi.

Nonostante le ridotte dimensioni è un testo ricco di informazioni, questa edizione comprende 849 pagine più alcune mappe, e mantenendone ragionevoli peso e dimensioni si permette al lettore di portarne con se ovunque una copia. Nella foto lo vediamo a confronto con il monumentale Dictionnaire Historique du Japon, pubblicato a dispense nel corso di numerosi anni a cura della Maison Franco-Japonaise e poi in due volumi da Maisonneuve & Larose.

Che oltre alle allarmanti dimensioni presenta altri inconvenienti: è purtroppo fuori catalogo e i rarissimi esemplari disponibili attingono prezzi stratosferici (parliamo in media di non poche centinaia di euro). Si tratta naturalmente di due opere non direttamente confrontabili, potremmo dire che sono entrambe utili, se non necessarie, e che quella più recente e dettagliata potrebbe essere l'ideale strumento per approfondire la maggior parte degli argomenti trattati nel Papinot eventualmente scoperti dal lettore.

Il Dictionnaire comprende 2994 pagine più un erratum ed ovviamente ha dalla sua il vantaggio di essere stata pubblicato molto dopo, in 20 fascicoli usciti tra il 1963 ed il 1995, curati da una nutrita equipe di studiosi nipponici che hanno potuto lavorare sulla scorta di studi più avanzati e con maggiore facilità di accesso alle fonti.

Questo non vuol dire necessariamente che le informazioni raccolte nel Papinot siano meno attendibili ed accurate, sicuramente però sono raccolte ed elaborate da una solo studioso e forniscono di conseguenza un punto di vista come già sappiamo più sintetico ma anche più personale.

Probabimente questo non lo rende meno interessante ma certamente non è stato sottoposto ad approfondite e continue verifiche da parte di un gruppo di lavoro bene strutturato.

Questa differenza di impostazione potrebbe però essere un ulteriore valore aggiunto: Papinot non essendo autoctono ha osservato la società giapponese del suo tempo ed esaminato i documenti del passato con l'occhio non imparziale ma comunque diverso dello straniero, degno di nota anche solo per questo.

Così come già sappiamo dalla lettura della storia romana attraverso i greci Polibio o Plutarco, lo straniero fornisce inevitabilmente informazioni inedite sulla cultura di cui tratta, che gli autori locali non hanno ritenuto di pubblicare considerandole - giustamente dal loro punto di vista - di dominio pubblico e in quanto tali ridondanti.

Inutile dire che questo testo non si presta ad una lettura come se si trattasse di un romanzo, ha tuttavia un suo fascino, al di là della funzione di consultazione per cui è stato concepito, scorrerne le pagine a caso oppure percorrerle una dopo l'altra, guidati da un misterioso filo logico, da una trama che può avvincere come quella di un romanzo.