Nel corso degli anni accade di segnalare questo o quell'avvenimento o ricorrenza. Passata l'attualità si decide normalmente di sopprimere la segnalazione senza lasciarne traccia. Eppure conservare se non tutto perlomeno qualcosa conduce a una sorta di diario di bordo, o semplice agenda. Quella che ritrovi per caso in un cassetto e sicuro che sia ora di gettarla scorri invece tuo malgrado, con un misto di curiosità, piacere, rimpianto,

Proviamoci.

 

 

 

 

Stanno arrivando le recensioni di 2 opere di Kurosawa (Una meravigliosa domenica) e Inagaki (L'uomo del ricsciò). Ma vi avevamo parlato di Madadayo? Ne parleremo ancora, rassegnatevi. La recensione della grande opera di Akira Kurosawa, ha collezionato accessi lusinghieri (11.657), al punto da pensare che qualcuno dopo averlo cliccato l'abbia addirittura letto. Non male, siamo soddisfatti di aver fatto conoscere a un pubblico più vasto il testamento spirituale di un immenso maestro, rimasto finora inedito in Italia. Finora... E' infatti uscita, quella che vedete è la copertina, l'edizione italiana di Madadayo. Con una piccola sorpresa, che ci autorizza ad esserne ancor più soddisfatti: la confezione comprende la nostra recensione.

Si è concluso il 9 luglio il seminario di aikido tenuto a Laces, in Alto Adige, da Fujimoto sensei. Sensazioni, impressioni? Sono state sicuramente forti, di grande impatto. Cominciamo a parlarne, ma lasciamo trascorrere il tempo necessario per assimilarle: dovremo parlarne a lungo.

Di cosa parleremo? tra l'altro, ancora di esami. Lo ricorderà chi ha letto la cronaca di Laces 2010, non finiscono mai. Il maestro ha saputo mettere alla prova non solo chi aveva fatto esplicita domanda di esame, ma tutti. Compreso se stesso. Chi è 'passato', chi no? Non è questo lo spirito con cui affrontare il discorso: verificare periodicamente la congruenza del proprio cammino è assolutamente necessario. E quando una autorità superiore suggerisce od impone un cambiamento, non è per fermare il percorso, ma per permettere al contrario di riprenderlo. Nella giusta direzione, con il giusto ki.

Al Festival di Cannes 2011 per la prima volta è stato presentato un film in tecnica tridimensionale, e si è parlato forse più di questo che della trama. Si tratta di Ichimei di Takashi Miike. Non è un inedito, ma una riedizione dell'opera Harakiri di Masaki Kobayashi, del 1962. Come mai si sente il bisogno di tornare ad esplorare i temi proposti da Kobayashi? Rivediamolo, e continuiamo la riflessione con un altro film, Joi uchi, in cui appaiono contemporaneamente lo straordinario attore che ha lavorato in simbiosi con Kobayashi e poi con Kurosawa, Tatsuya Nakadai, e l'altro grande di quella straordinaria epoca del cinema jidai: Toshiro Mifune.

Aveva luogo il 13 aprile dell'anno 1612  nell'isola di Ganryujima, nello stretto che separa Honshu da Kyushu, il più celebre duello di tutti i tempi. Quello che opponeva Sasaki Kojiro, campione del feudo Hosokawa di Kyushu, al samurai solitario e senza padroni Miyamoto Musashi. Questo ronin dalle origini incerte, dal carattere scontroso, dallo stile di combattimento enigmatico, è ancora oggi la figura più nota dell'epos giapponese. Ritiratosi nella caverna di Reigando per attendervi la morte, che lo raggiunse all'età di 62 anni dopo una vita al servizio della spada, vi scrisse il Gorin no sho.

Ci ritorneremo di nuovo, negli anni seguenti. Non ve ne stupite: la primavera torna sempre.

Ecco la Primavera, che ’l cor fa rallegrare - Temp’è da 'nnamorare e star con lieta cera.

Noi vegiam l’aria e ’l tempo che pur chiam’allegreza - In questo vago tempo ogni cos'ha vagheza.

L’erbe con gran frescheza e fiori copron prati - E gli albori adornati sono in simil manera.

Ecco la primavera, che’l cor fa rallegrare - Temp’è da 'nnamorare e star con lieta cera.

 

Francesco Landini (Firenze, 1325-1397)

Testo conservato alla Bibliotheca Augustana di Augsburg

Esecuzione dell'Early Music Consort

All'inizio dell' epoca Meiji (1868-1911), il brusco e traumatico contatto con la tecnologia militare occidentale rese subito evidente l'impossibilità di sopravvivenza delle antiche scuole ancestrali di arte marziale, perlomeno nella forma in cui si erano mantenute per secoli e secoli. Inizia in quel periodo lo sbocciare delle nuove arti marziali, non più jutsu ossia metodi tecnici ma ormai do, percorsi di formazione e di vita. Forse non il primo esempio, ma certamente uno dei più significativi ed importanti fu la nascita, suulle radici delle antiche scuole di ju jutsu, di una nuova arte completamente innovativa, il judo, ad opera di un giovanissimo maestro di 22 anni, completamente sconosciuto: Jigoro Kano. E' un grande maestro di un'altra arte contemporanea - il cinema - che ce ne narra la storia: Akira Kurosawa, nel suo Sugata Sanshiro, conosciuto in occidente come La leggenda del grande judo ma scarsamente conosciuto in quanto martoriato dalla censura, sia bellica che post bellica. Anche se le vicende dei singoli personaggi lo relegano nello sfondo, il processo di cambiamento radicale della società giapponese inizia in quei drammatici anni, e Kurosawa attraverso rapidi accenni non invasivi ce ne fa cogliere l'importanza ed il pathos.

Il 30 agosto 2010 si è compiuto il destino del maestro Seichi Sugano. Fu negli anni 50 un uchideshi del fondatore dell' aikido Ueshiba Morihei presso l'Hombu Dojo di Tokyo, e negli anni 60 fu inviato in giro per il mondo a diffondervi l'aikido. Ha soggiornato ed insegnato in Australia, in Belgio, ed infine negli Stati Uniti a New York, ove condivideva il dojo con il maestro Yoshimitsu Yamada.

Non posso dire di averlo conosciuto a fondo, ma istintivamente gli ho sempre voluto bene, e l'ho considerato non solo un grande maestro, ma anche una di quelle persone che rendono più bella la vita e splendida la pratica dell'aikido. Da alcuni anni, dopo aver subito l'amputazione di un piede per complicazioni legate al diabete di cui era sofferente da tempo, serenamente praticava ed insegnava con una protesi.

Dire che mi mancherà è ovvio, è scontato, ma non mi dovrà mancare il suo insegnamento, dovrò e vorrò continuare a portarlo con me. Pratico al momento in un dojo dove si è scelto di seguire la sua linea didattica, che onorerò al meglio per quanto sia distante da quella che rimane il mio punto di riferimento, indicatomi dai maestri Tada, Fujimoto, Hosokawa.

 

P.B.

Al termine di una breve quanto grave malattia, il maestro Nobuyoshi Tamura si è spento il giorno 9 luglio 2010. Nato ad Osaka nel 1933, iniziò la pratica dell'aikido nel 1953 come uchideshi presso l'Hombu Dojo di Tokyo, seguendo direttamente l'insegnamento del fondatore dell'aikido, il grande maestro Ueshiba Morihei. Nel 1964 si trasferì in Francia, come inviato ufficiale dell'Hombu Dojo. Grazie al suo insegnamento la Francia arrivò in breve ad avere il più alto numero di praticanti in Europa. Negli anni successivi fu spesso presente ai raduni internazionali organizzati dall'Aikikai d'Italia, e gettò le basi per la costituzione della Federazione Europea di Aikido. Era Direttore Tecnico della associazione italiana Aiko. Maestro di enorme spessore, tra i più grandi in assoluto nella storia dell'aikido, nonostante abbia saputo formare numerosi validi maestri lascia un vuoto che non sarà possibile colmare. Tra le sue opere, fondamentali per il praticante che intenda progredire nell'arte, abbiamo recensito Aikido - Etichetta e disciplina e Aikido - Méthode nationale.

Il 23 marzo 1910 nasceva a Tokyo, discendente da una antica famiglia samurai, Akira Kurosawa. Era destinato a diventare noto come il più grande maestro del cinema giapponese, come potrete apprendere dalla sua biografia. Il nostro sito nel giorno del centenario, per onorarne la memoria, pubblica le recensione di due del suoi capolavori: Akahige (Barbarossa) e Rashomon.

Un altro anno è passato, aggiungendosi a quelli che abbiamo già nella dote, che comincia a farsi cospicua. Per il nostro sito inizia il secondo anno di vita e tutto sommato sembra che il primo sia trascorso serenamente, rispettando i programmi, che ovviamente a questa età sono più contemplativi che di azione. E' nell'ordine delle cose che la crescita porti un maggior tasso di attività, cercando nuovi argomenti e approfondendo quelli soliti.

Si impongono gli auguri di prammatica a tutti voi che ci donate il piacere di frequentare questo sito: cercheremo di venire incontro alla vostra ricerca di conoscenza, e vi auguriamo buona lettura.

In ogni tipo di cultura l'inizio dell'inverno segna la nascita di un nuovo ciclo: che sia per tutti l'ennesimo ciclo felice di una lunga serie.

P.B.