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Fig05Non restano oggi, purtroppo, che modesti esempi di quel periodo: la Sala principale, la Pagoda a cinque piani del Tempio di Hokkì e pochi altri modesti residui.

Il tempio buddhìsta di questo periodo è ricco di allusioni esoteriche e simboliche di ogni specie; dalle proporzioni alla connessione dei diversi volumi; dal cromatismo alle decorazioni, alle suppellettili, tutto tende a favorire una stretta fusione fra la mente del monaco e la mente universale. Buddha è colui che guarisce da tutte le malattie, ma soprattutto dalla più grave di esse: l'ignoranza, dalla quale le altre derivano.

Rappresentato senza ornamenti, esternamente povero come il monaco, egli è il modello più alto di vita spirituale. Allo stesso modo, l'architettura del tempio, nata in India per conservare le reliquie dell'Illuminato, ricorda l'ingresso nel nirvana.

Le fasi della salita per accedervi e del succedersi degli ambienti, fino alla sala centrale con la grande statua, rappresentano un invito all'ascesi e alla penetrazione interiore, fino alla scoperta dell'uomo totale, seme nudo e splendente della verità assoluta.

Al di sopra del vertice più alto del tempio, sorge l'asse che unisce al cielo, ornato di nove anelli, carico di tensioni spirituali, magica scala di cui gli esseri superiori si servono per venire a visitare gli uomini. (fig. 5)

 

 

 

 

 

 

Fig06Il periodo Asuka vede anche lo svilupparsi dell'architettura più tipicamente autoctona: quella dei templi shinto, già noti nel periodo Yamato.

Le colonne con la base interrata e la parte superiore a sostegno della copertura, sono fra gli elementi più caratteristici di questa architettura.

Nelle sue linee il tempio shinto sviluppa l'antico modello agreste Yayoi, col tipico pavimento sollevato da terra, balconate a sbalzo, pilastri di sostegno e pannelli di chiusura. (fig. 6)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nara è il nome del periodo che, attraverso due sottoperiodi - l'antico Hakuo e il Tem-pyo - va dal 645 al 793.

In questo momento i templi, pur se lievemente modificati nelle dimensioni e nell'ornamentazione, ricalcano i modelli shintoisti precedenti.

Grande rilievo assume l'influsso delle culture cinese e coreana; in particolare vennero adottati schemi planimetrici appartenenti al palazzo imperiale, all'urbanistica della capitale cinese e alla suddivisione di vasti territori.

(figg. 7, 8, 9, 10).

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