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I giornalisti hanno assistito da lontano a tutta la scena.

Hanno compreso che davanti a loro si sta svolgendo una commedia, più probabilmente un dramma, di cui non si conoscono ancora gli sviluppi, di cui è impossibile al momento immaginare l'epilogo.

Uno di loro commenta cinicamente che non occorrerà fare granché per saperne di più: ha tutta l'aria di essere solo il primo atto di una rappresentazione che durerà ancora a lungo.

Basterà seguirla.

I primi sviluppi non si fanno attendere: l'operazione di polizia che ha turbato la cerimonia era disposta dalla magistratura nel quadro di una inchiesta sulla corruzione.

All'arresto di Wada seguono l'interrogatorio e l'arresto di Miura, capo contabile della impresa Dairyu, e una serie di perquisizioni che portano al sequestro di una mole impressionante di documenti.

Sembrano innegabili i legami tra la Dairyu e L'Ente per le Terre Incolte, coinvolti in un giro di tangenti.

 

Wada (Kamatari Fujiwara) è il personaggio chiave di tutta l'inchiesta.

I magistrati esercitano su di lui una forte pressione psicologica, una sua confessione porterebbe l'inchiesta a compiere un passo decisivo.

Ma per quanto provato Wada si rifiuta di collaborare con gli inquirenti, legato da un inpiegabile senso di lealtà verso le istituzioni che stanno dando una così pessima prova e che, glielo ricorda il magistrato, hanno il compito istituzionale di vigilare sul benessere dei cittadini e non di favorire le indsutrie con il denaro dei cittadini.

Sarebbe interessante sapere se Kurosawa sta semplicemente ricostruendo uno scenario credibile o non sta piuttosto alludendo a qualche scandalo realmente finito al vaglio della magistratura giapponese.

Le accuse sono chiare: un appalto per un ingente importo è stato aggiudicato in maniera sospetta: l'offerta della Dairyu è stata sorprendentemente allineata alla perfezione con la valutazione fatta dall'ente appaltatore, ma sensibilmente superiore a quelle dei concorrenti.

Per permettere alla Dairyu di vincere ugualmente l'appalto è stata chiesta ai concorrenti documentazione supplementare che non avrebbero potuto assolutamente fornire, dati i ridottissimi termini fissati per depositarla.

Alla magistratura arrivano regolarmente lettere anonime che contengono utili indicazioni sulle piste da seguire. Ma questa volta l'ostinato mutismo di Wada rende inutile ogni indagine, che accumula indizi sopra indizi ma non arriva a raccogliere prove vere e proprie.

I magistrati decidono allora di scompigliare le carte degli inquisiti con una manovra discutibile dal punto di vista legale ma che potrebbe riverlarsi efficace. Costretti a rilasciare Wada e il contabile Miura per la scadenza dei termini di carcerazione preventiva, a costui all'uscita dal carcere, mentre è a colloquio col suo avvocato, viene recapitato un nuovo mandato di arresto. Ma non per corruzione.

L'accusa è ora di peculato ai danni della Dairyu, poiché non è in grado di giustificare le numerose uscite di denaro senza alcuna documentazione. In questo modo i mandanti di Miura saranno costretti a dichiararsi parte lesa e la pressione su di lui, preso tra due fuochi, aumenterà fino ad indurlo probabilmente a qualche ammissione.

L'avvocato prende da parte un attimo Miura (interpretato da Gen Shimizu).

Lo avverte che il presidente aveva previsto questa possibilità, e nel caso si fosse verificata gli aveva affidato un messaggio orale da riferirgli: deve ricordarsi che il presidente Atano - misterioso presonaggio che non vedremo mai - ha in lui assoluta fiducia.

Gli effetti provocati su Miura dal breve messaggio  sembrano tuttaltro che tranquillizzanti.

 

 

Infatti, senza che i poliziotti e l'avvocato, colti di sorpresa, riescano a fermarlo, Miura si getta in mezzo alla strada, mentre sta sopraggiungendo un camion.

Non ci sarà per lui nulla da fare, rimane ucciso sul colpo.

Nessuno saprà mai se Miura ha voluto tentare una fuga disperata o se ha lucidamente attuato il suicidio.

Certamente la sua morte sembra confermare che le indagini stanno colpendo nel segno, eppure sembrano sempre arrestarsi di fronte a impenetrabili muri di gomma.

I giornalisti incalzano i magistrati.

Dopo le parole indirizzate a Miura a nome del presidente della Dairyu, non è lecito chiedersi se la morte di questultimo non sia un vero e propriio assassinio, sia pure esercitato solo con pressioni psicologiche? Il giovane procuratore è costretto a negare: tecnicamente appare un classico caso di suicidio, se non morte accidentale.

E che ne è dall'altra figura chiave dell'inchiesta, il funzionario accusato di corruzione? Purtroppo, dal momento in cui è stato rilasciato, si perdono le tracce di Wada. Non è rientrato a casa e nessuno lo ha visto da allora.

Wada si è recato presso un luogo che per lui ha un significato particolare.

L'estensione di terreno da bonificare che era oggetto dell'appalto truccato a favore della Dairyu.

Si tratta di una località impervia, ai piedi di un vulcano in perenne eruzione.

Wada sale faticosamente lunghe le pendici.

 

 

 

 

Dopo una lunga e faticosa marcia arriva sull'orlo del cratere, in un panorama dominato dai fumi delle esalazioni, che sembra l'anticamera dell'inferno.

Ha lasciato pochi metri sotto di se una busta, probabilmente un biglietto di addio.

E' evidente che vuole togliersi la vita.

Finirà così automaticamente e definitivamente nel nulla, con la scomparsa delle due figure chiave, l'inchiesta sulla corruzione.