Miti, leggende, eroi

Onna-bugeisha, 女武芸者 - Dal periodo Edo

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Il periodo Edo (1603 - 1867) e Meiji (1868 - 1912)

HosokawaTadaokiGraciaTokugawa Ieyasu dopo essersi appropriato del sacro scranno del potere venendo nominato Shogun dall'imperatore dopo la battaglia di Sekigahara (1600), inaugurò una stagione di pace che durò per 260 anni. Lo status di samurai cambiò notevolmente e di conseguenza anche le onna-bugeisha non ebbero più motivo di distinguersi in battaglia. Lo status di guerriero si tramutò pian piano, accentuandone ulteriormente le funzioni burocratiche.

Viaggiare durante il periodo Edo era diventato molto difficile a causa delle restrizioni imposte dallo shogunato; le donne potevano subire molestie dai funzionari ai punti d’ispezione, non erano più autorizzate a viaggiare da sole, dovevano essere accompagnate da un uomo e dotate di permessi comprovanti i motivi dei loro spostamenti. Il ruolo della donna come semplice bambinaia o donna di casa si rafforzò e il rapporto uomo donna si sbilanciò sempre più a favore dell’uomo, in posizione dominante.

Nulla o quasi turbò questa situazione di relativa tranquillità fino all’arrivo massiccio degli stranieri a metà del XIX secolo. Si deve arrivare fino alla guerra Boshin (1868-1869) per ritrovare lo spirito indomito del samurai incarnato nella furia omicida di una donna. La guerra vide lo scontro tra lo shogunato Tokugawa, favorevole all'apertura delle frontiere, e la fazione che promuoveva il ritorno alla centralità del potere sotto la guida dell’imperatore Meji e voleva la cacciata degli stranieri. Lo shogun si arrese a Tokyo alle armate imperialiste forti dell'adesione dei feudi del sud, soprattutto Satsuma ove la concentrazione di guerrieri era fortissima e Choshu. Per pochi mesi ancora i fedeli dello shogun cercarono di resistere al nord, in particolare nella zona di Aizu. Tre donne samurai in particolare si distinsero nella battaglia di Aizu: Yamakawa Futaba, Yamamoto Yaeko e Nakano Takeko.

OnnaBugei2Yamakawa Futaba (1844-1909)

Era figlia e moglie di un samurai. Quando i ribelli si arresero alle truppe dell’imperatore, Futaba fu tra i sopravvissuti.

Fu in seguito riabilitata e arrivò a ricoprire incarichi nell’amministrazione Meji.

 

Yamamoto Yaeko (1845 -1932)

Era figlia di un istruttore d’artiglieria. Quando tutto finì, andò a Kyoto per prendersi cura del fratello.

In seguito si sposò con un predicatore evangelico e si converti’ al cristianesimo.

 

 

 

 

 

 

NakanoTakekoNakano Takeko (1847-1868))

Si distinse in particolare durante la battaglia di Aizu nella difesa del castello di Wakamatsu. Era a capo dello Joshitai, un reparto di venti donne in forze alla difesa del castello. L’ufficialità di questo incarico fu tuttavia postuma dato che formalmente non era consentito alle donne militare in un esercito. Nacque a Edo ed era figlia e discendente di samurai. Fu addestrata giovanissima alle arti marziali, allo studio dei classici cinesi e della religione confuciana, alla calligrafia. Si conosce molto della sua vita e si sa che fu adottata dal suo maestro arrivando a pochi passi dal matrimonio con un suo nipote. Diventò  esperta nell’arte del naginata arrivando ad usare la sua abilità per divenire insegnante di professione.

Si trasferi’ a Aizu nei primi mesi del 1868, quando i disordini a Edo erano molto frequenti. Durante la difesa del castello Takeko fu colpita a morte (1868) ma prima di morire, aveva 21 anni, chiese alla sorella Yuko, anche lei nel gruppo di difesa, di decapitarla (cosa fatta materialmente da un soldato), questo per darle una degna sepoltura e per impedire che i nemici facessero scempio del corpo. La sua tomba (la sua testa) si trova ufficialmente al tempio Hokai, ad Aizubange, cosi’ come la sua arma, donata al tempio.

NakanoTakeko2Prima di morire le donne erano state invitate a scrivere un ultimo messaggio qualoro fossero morte in battaglia:

Non oserei mai considerarmi
membro della cerchia dei più grandi e famosi guerrieri
anche se condivido con tutti loro
il medesimo coraggio.

Nel 1938 fu donato al tempio un cenotafio in onore di Takeko, ove è apposta questa epigrafe:

Il suo ricordo, ammirazione e quasi venerazione, è tale che ogni anno in settembre, durante il festival dell’autunno di Aizu, si tiene una rievocazione storica in cui giovani ragazze si abbigliano con hakama e fascia bianca a cingere la fronte per commemorare lei e il suo piccolo esercito di Joshigun.

La fine della guerra Boshin arrivò con la vittoria dell’imperatore, che proclamo’ la restaurazione del suo potere temporale e in seguito la definitiva fine dell’era dei samurai, che avevano servito, fedelmente o meno, l’imperatore del trono del crisantemo e il suo rappresentante - lo shogun - per quasi un millennio.

 

TsubaSakuraIl fiore di ciliegio: rappresenta una idea di bellezza perfetta ed effimera, Perfetta: perché nata cresciuta e morta per permettere all’uomo di goderne, così come il samurai è al servizio del suo signore e del suo popolo, secondo i canoni del bushido; effimera: perche’ un colpo di vento puo’ distruggerla, così come un colpo di spada può mettere fine alla vita del samurai.

Una idea di vacuità’ dell'esistenza (allo stesso tempo colma di significato), avente il solo per lo scopo di far godere della priopria bellezza l’uomo che la contempla, così come lo scopo del samurai è solamente quello di servire il proprio signore e il sacro Giappone nel modo migliore.

Un lungo percorso verso la perfezione, che si rivela inesorabilmente attraverso una gestazione che sfida i capricci del tempo, ovvero attraverso un lungo percorso di formazione nelle arti marziali e delle altre arti che rendono il samurai un perfetto esecutore del proprio dovere.

Così come la perfetta fine dell’esistenza del fiore di ciliegio è la morte preludio alla rinascita, per il samurai la morte in combattimento, è visione per quanto tragica naturale e conforme allo scopo. Il fiore di ciliegio, simbolo della classe del samurai. Una dicotomia ricordata universalmente con il famoso detto:


Hana wa sakuragi, hito wa bushi

ovvero:

Tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero

 

 

Riferimenti (elenco non esaustivo):

http://www.samurai-archives.com
https://www.rejectedprincesses.com/princesses
https://www.youtube.com/watch?v=8NeONQlq57k
http://www.historyoffighting.com
https://www.thoughtco.com/images-of-samurai-women-195469

 

NB: Le immagini sono tutte reperibili liberamente attraverso una ricerca in rete e non sono proprietà dell’autore

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