Indro Montanelli
L'impero bonsai
Rizzoli
ISBN 978-88-17-01710-7

 

Tra il 1951 ed il 1952 il principe già allora indiscusso del giornalismo italiano, Indro Montanelli, soggiornò in Giappone come inviato del Corriere della Sera. Questo libro è una raccolta dei suoi articoli ma il bonsai del titolo, pur d'effetto, tradisce in realtà differenti percezioni, sia dell'autore che di Vittorio Zucconi che ha scritto la prefazione.

Dice infatti Zucconi, ricordando l'impressione di inadeguatezza che l'interprete dell'ambasciata italiana a Tokyo gli confidava di avere di fronte al gravoso compito di penetrare una cultura così complessa e distante: "quel pezzetto di verità, quel bonsai di impressioni che riusciamo a coltivare, divengono l'equivalente delle spiagge caraibiche toccate da Cristoforo Colombo e da Amerigo Vespucci: il presagio di un mondo che sta oltre la battigia e che non esploreremo mai. Ma del quale resteremo per tutta la vita gelosissimi".

Non ci troviamo quindi di fronte ad un Impero bonsai, un impero in miniatura ma piuttosto, secondo Zucconi, di fronte ad uno sterminato impero culturale di fronte al quale le nostre conoscenze dovranno presto arrendersi e fare la figura di un bonsai. Ma possiamo essere d'accordo? Diremmo di no. Avrete notato probabilmente che abbiamo trascurato di dare una spiegazione alla parola bonsai, dandone per acquisito il senso, perlomeno tra persone di media cultura e con qualche forma di interesse verso l'oriente come si suppone abbiano i lettori di questa recensione.

Eppure anche solo due o tre decenni fa non era così: quando il maestro di aikido Ikeda Masatomi parlò per la prima volta dei bonsai nel suo ambiente, chiedendo di informarlo se ne fosse in qualche modo diffusa in Europa e in particolare in Italia la coltivazione o la vendita, fu già un fatica capire cosa fossero. Figuriamoci trovarne in giro o carpire informazioni in qualche vivaio: nessuno ne aveva mai inteso parlare. Eppure oggi li troviamo in vendita perfino ai supermercati, li vediamo in molte case e in molti uffici e sono molto rare le persone che non sappiano cosa siano (non vi faremo di conseguenza il torto di spiegarvelo). La cultura giapponese quindi in qualche modo penetra e si diffonde anche da noi. Rimane ancora molto, moltissimo, da fare, ma la nostra conoscenza della cultura tradizionale giapponese forse non è più un bonsai. O perlomeno non per tutti.

Chiusa questa parentesi, torniamo al libro in esame. E' come detto una dimostrazione che molta acqua è passata sotto i ponti: lo sguardo penetrante di Indro Montanelli era arrivato ben oltre il punto dove molti dei suoi contemporanei si erano dovuti fermare, eppure il suo stupore di fronte a fenomeni per noi culturalmente ormai comprensibili se non scontati ci dà la misura del tempo passato e del maggior grado di reciproca comprensione, se non compenetrazione, che hanno avuto le civiltà occidentale ed orientale. Del resto sarebbe grave se molti lustri di mutua frequentazione fossero passati senza colpo ferire.

Diremo subito che nonostante quanto affermato in apertura anche nel libro si parla veramente di bonsai in senso materiale oltre che in senso metaforico, sia pure dopo oltre 100 pagine: una visita di Montanelli al giardino del maestro Murata, poco fuori da "Tokio". Un innocente bisticcio tra bambini, una spinta data e restituita, con relative ed immediate severe punizioni degli adulti, suscita in Montanelli queste riflessioni:

"Non è il bonsai l'espressione botanica di questa fede dei Giapponesi nei miracoli di un'educazione che, cominciata col castigo della spinta data per rivalsa, finisce poi con la vittoria dello spirito sulla morte e della pianta nana contro la natura che la vorrebbe cento volte più grande? Non c'è un solo albero, in Giappone, anche fuori dai bonsai, il cui tronco abbia uno sviluppo regolare. La mano dell'uomo, la sua industre volontà ne hanno da secoli stravolto i tronchi, sì da creare la più delirante ed arbitraria vegetazione che mi sia mai capitato di vedere."

Ma questa alienazione dalla realtà non è indirizzata a fini materiali, o perlomeno non prevalentemente: poco distante dal giardino di Murata alcuni tecnici americani avevano impiantato un orto sperimentale, per dimostrare ai giapponesi cronicamente a corto di terra coltivabile come fosse possibile ricavare piante gigantesche anche in condizioni difficili, o addirittura senza terra, con le culture in acqua.

"Domandai a Murata se era andato, lui, a vedere quell'orto. «No» mi rispose asciutto. «Ma pare che facciano crescere un albero in quindici giorni...». Volse gli occhi verso uno dei suoi pini rossi alto venti o trenta centimetri, lo sollevò al livello del mio volto e, carezzandolo con lo sguardo, aggiunse: «Questo, per crescere un palmo, ha impiegato quattrocento anni. Lo piantò un mio avo che si chiamava Hideki come me...». E lo teneva tra le palme aperte come un ostensorio."

Per il resto, crediamo che si possa comprendere il senso di questo libro dal suo sottotitolo: Cronaca di un viggio in Giappone 1951-1952. Quello che ha colpito Montanelli non è necessariamente quello che avrebbe colpito noi, è per certi versi una raccolta apparentemente casuale come quella dei reperti della spedizione Perry di cui parliamo altrove. Quello che suscitò comunque una reazione da parte di questo acuto - e colto - osservatore è comunque il frutto della sua e quindi della nostra cultura, sia pure condizionata dal momento storico in cui si trovava a viaggiare nella vita il nostro testimone.

Crediamo di fare cosa utile riportando per esteso gli argomenti trattati da Montanelli in questo libro. La trascrizione ai nostri occhi inconsueta dei termini giapponesi rende il senso del grande cambiamento culturale maturato in pochi decenni. Con l'avvertenza che, se gli 'occhiali' del tempo di Montanelli non sono più adatti ad osservare il Giappone, anche la realtà descritta in queste pagine sarà a volte inevitabilmente mutata, a volte scomparsa.

Prefazione

Il sorridente signor Yòshida
Monumento a una tigre
Tokio, via Indro Montanelli
L'Imperatore non è più Dio
A colloquio con Ridgway
Piccoli borghesi in uniforme
Difesi dal mare e dalla nebbia
Ride la vedova del Samurai
Gli «ano-kata-tachi» segreti padroni di un impero
Bonsai
Il sangue del generale Tojo
Grandezza in povertà del principe Saionji
Paga l'America
Kyoto-san non sciopera
Un villaggio che si chiama Usa
Le donne siedono alla Dieta ma non a tavola con gli uomini
Shimoi
La Brodway giapponese
Il teatro Noh
La statua della Libertà
La storia dei quarantasette Ronin
Il mito di Butterfly
La Bibbia al posto del kimono
La Cerimonia del Tè
Biglietti e riverenze
Oggetti smarriti