Attilio Infranzi, nato nel 1926 e scomparso il 12 ottobre 2013, è stato forse il primo praticante italiano ad ottenere il grado shodan in aikido. Fu il maestro Tadashi Abe, che soggiornava in Francia negli anni 50 ma si recava periodicamente in Italia per tenervi dei seminari, inizialmente in Liguria e più tardi anche a Cava dei Tirreni presso il dojo di judo di Infranzi, a conferirgli il grado il 7 agosto 1958.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Erano certamente tempi di pionieri, e la bella avventura di Infranzi nel mondo dell'aikido si interruppe l'anno successivo con il ritorno del maestro Abe in Giappone. Qualcosa però si stava muovendo, e Infranzi vi avrebbe avuto una parte importante. Tuttavia non ha mai voluto dare visibilità ai suoi meriti.

Sul finire degli anni 50 quel qualcosa che si stava muovendo era da ricercare a Tokyo. Sappiamo già che il maestro Ueshiba - ovviamente a conoscenza del grande lavoro di Abe, delegato ufficiale per l'Hombu Dojo, e presumibilmente informato del suo prossimo rientro - aveva in mente di supportare il lavoro di diffusione dell'aikido di Haru Onoda, che era stata sua segretaria particolare ed allieva.

Essa si trovava in quel momento a Roma per proseguire i suoi studi artistici e tentava di istituire un corso regolare di aikido appoggiandosi al dojo del maestro di judo Ken Otani, con cui condivideva gli interessi al mondo dell'arte (Aikido, anno XXXVI, p. 22). 

Addirittura su quel finire degli anni 50 il maestro Ueshiba aveva deciso di andare in Italia, a Roma, per incontrare Onoda (Aikido, anno XXXVI, p. 20). Causando probabilmente qualche preoccupazione all'Hombu Dojo vista l'età ormai avanzata e i problemi che l'indisciplinato e vivace maestro riusciva a creare ai suoi accompagnatori anche girando semplicemente dentro Tokyo. Venne invece deciso infine di accogliere l'invito dell'Aikikai delle Hawaii dove il maestro si recò nel 1961. Risulta essere stato il suo unico viaggio all'estero dopo gli anni quaranta.

Tuttavia il progetto di diffondere l'aikido in Europa, attraverso l'invio di alcuni insegnanti dell'Hombu Dojo che riprendessero le fila del lavoro di Abe sensei, andava avanti.

Ce lo dimostra un documento messo a disposizione dal maestro Infranzi: la missiva, su carta intestata dell'Hombu Dojo e firmata dal candidato successore Koetsu Kisshomaru Ueshiba, dal delegato estero Tadashi Abe e dal segretario generale Tadashi Ohara, tratta della situazione causata da alcuni tentativi di organizzare la diffusione dell'aikido in Europa da parte di persone ed organizzazioni non autorizzate, e rivendica la competenza dell'Hombu Dojo sulla materia.

Porta la data del 5 maggio 1961 e termina con un post scriptum, annunciando l'imminente arrivo in Europa di due insegnanti che rappresenteranno direttamente l'Hombu: Hiroshi Tada, 6. dan e Nakamichi Noro, 4. dan.

Il maestro Noro, che come vediamo non aveva all'epoca il grado di 6. dan come indicato in molte biografie, fu in grado di rispettare il programma e si trasferì in Francia nel settembre dello stesso anno, il 1961.

Dovevano però ancora passare 3 anni prima che si concretizzasse l'arrivo in Italia del maestro Tada. Non è possibile conoscerne le ragioni, forse dovute alla irreperibilità di Onoda nel frattempo trasferitasi temporaneamente in America Latina.

Nel 1964 si verificarono diverse coincidenze: il ritorno di Onoda in Italia, l'arrivo del giovane insegnante Motokage Kawamukai, il loro incontro con l'insegnante di judo Danilo Chierchini.

Infine, l'accordo di questo neonato gruppo di lavoro per chiedere l'invio in Italia di Tada sensei e il parere favorevole rilasciato da Kobayashi Hirokazu sensei all'Hombu Dojo dopo una visita al dojo dei Monopoli di Stato in Roma ove si tentava nel frattempo di iniziare un corso regolare di aikido.

Il 26 ottobre 1964, come narrato da lui stesso, il maestro Tada arrivava a Roma portando con se 250 dollari, l'incarico di diffondere l'aikido in Italia e la proibizione di svolgere qualunque altra attività.

Il 15 dicembre dello stesso anno Tadashi Abe da Tokyo, su carta intestata dell'Hombu Dojo, scriveva ad Infranzi, "Premiere Dan d'Aikido" per segnalargli l'arrivo del maestro e raccomandarglielo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Un altro documento di cui ben pochi sono a conoscenza ci spiega che seguito ci fu a questa lettera.

E' una missiva inviata dal fondatore e direttore didattico dell'Aikikai d'Italia, Hiroshi Tada sensei, nel novembre 1996.

Era in occasione del trentesimo anniversario della fondazione del dojo Kendokan di Cava dei Tirreni, la "creatura" terrena che il maestro Infranzi lascia a chi viene dopo di lui, e dove praticamente tutti i suoi sogni si sono realizzati.

Scriveva Tada sensei:

"Sono trascorsi ormai trenta anni da quando, grazie alla presentazione del Maestro Abe Tadashi, fui ospitato a casa dell'amico Infranzi e ci recammo assieme a pescare a Pioppi Cilento.

...

In questi trenta anni sono accadute tante cose ma è sempre vivo in me il piacevole ricordo dei giorni trascorsi insieme ad Infranzi, a cui rivolgo i miei auguri e le mie più vive congratulazioni per il grosso impegno da lui mostrato verso il "Budo" giapponese."

Infranzi tuttavia, avviata oramai una proficua esplorazione a vasto raggio del mondo delle arti marziali giapponesi, ed in particolar modo del kendo, in cui coinvolse felicemente anche la sua famiglia, volle mantenere un profilo discreto nel mondo dell'aikido.

Non è mai mancata la sua presenza alle manifestazioni dell'Aikikai, fossero anche "semplici" seminari, e la sua opera di silenzioso supporto alla presenza di insegnanti giapponesi in Campania, dapprima Ikeda sensei come insegnante stabile e poi Hosokawa sensei in frequenti seminari, è durata decenni.

E' giunto però il momento di rompere il suo riserbo e far conoscere quanto ha voluto fare ed ha fatto per l'aikido.

Altri parleranno, come è giusto che sia, del suo instancabile lavoro di insegnamento e diffusione del judo, del kendo, del ju jutsu e di molte altre discipline giapponesi.

La foto proviene dal libro ove ha lasciato traccia della sua vita oltre che della sua arte: La mia autodifesa, Boccia Editore, 1991.

 

 

 

 

 

 

 

 

Chiudiamo con una ultima foto, in cui probabilmente alcuni riconosceranno l'omone misterioso presente in tanti eventi Aikikai.

Lo raffigura presso l'Hombu Dojo di Tokyo, assieme al doshu Kisshomaru Ueshiba, di fronte alla effigie del grande maestro Morihei Ueshiba.

E' una immagine che gli fu cara, anche se commentandola non riusciva a trattenere il timore di non poter più incontrare su questa terra il doshu.

Ma chissà, in qualche modo pensiamo che al contrario, ora il maestro Infranzi si sia ricongiunto in spirito non solo a lui ma anche al grande maestro Morihei Ueshiba, che non ebbe occasione di conoscere in vita.