Sono 400 anni circa che si scrive sul Giappone, ma per certi versi sembra di essere appena agli inizi e che i piatti forti debbano ancora venire. Cercheremo di orientarci in questo mare magnum destinato a crescere ancora, innanzitutto suddividendo le opere in un numero ragionevole di categorie: opere letterarie storiche come il Genji Monogatari, o Racconto del Principe Splendente, opere di saggistica storica come i vari compendi di principi morali o tecnici ad uso del samurai: dal Budo Shoshinshu (codice del giovane samurai) di Daidoji Yuzan al Gorin no sho di Miyamoto Musashi, per fare solo due esempi. Appartenendo a un ramo specifico della cultura vengono recensiti in Arti Marziali -- Koryu - Testi..
I libri di chi in passato ha scritto del Giappone visto con gli occhi di un occidentale sono forse stati ingiustamente trascurati fino ad adesso: hanno il vantaggio incommensurabile di essere molto più vicini alle fonti di quanto potremo essere noi: quale dotta ricostruzione bibliografica della cerimonia del seppuku può uguagliare il racconto di testimoni oculari come Lord Redesdale (Racconti dell'antico Giappone) e B.H. Chamberlain (Things Japanese), chi può illluminarci sulla nascita ed evoluzione del judo meglio di E.J. Harrison, che ebbe la ventura di praticarlo in Giappone nel 1800? Trovate queste recensioni nella sezione Cultura Tradizionale - Testi. Altri testi tecnici che aiutano ad entrare, timorosi, nel mondo dell'arte e della cultura giapponese, e più avanti a trasformare i primi passi incerti in quelli decisi dell'esploratore sono nelle rispettive sezioni.
Ci sono poi, e li trovate qui assieme ad altri i libri degli scrittori giapponesi moderni, e ce n'è per tutti i gusti: da Yukio Mishima a Kenzaburo Oe o Yasunari Kawabata (Il maestro di go), da Banana Yoshimoto a Ryunosuke Akutagawa, l'uomo che indirettamente ha spalancato alla letteratura giapponese le porte del mondo occidentale: sua è la storia che venne portata sullo schermo da Akira Kurosawa in Rashomon, film che fece scalpore quando presentato al festival di Venezia.
I classici della letteratura giapponese suonano familiari a molti (il Kojiki, il Genji Monogatari) ma sono pochi quelli che hanno avuto occasione di leggerli essendo rare le traduzioni nella nostra lingua, spesso di seconda mano in quanto ricavate dalle edizioni inglesi o francesi, e spesso pesantemente condensate.
Quindi non sempre sarà possibile proporre opere nelle loro versioni integrali, ma per fortuna qualcosa sta cambiando anche qui, l'offerta si fa interessante. Dovremo ancora spesso ricorrere ad edizioni inglesi o francesi, e l'impegno richiesto per accostarsi a questi classici non è dappoco.
Dovrete avere ancora un po' di pazienza per vedere questa sezione popolata di titoli; ma abbiate anche fiducia!
Kikuchi Yosai (1781-1878): Murasaki Shikibu, autrice del Genji Monogatari
La letteratura giapponese contemporanea ha fatto molto parlare di se, e molto ha dato da leggere. Basterà citare i nomi di Yasunari Kawabata, Kenzaburo Oe, Yukio Mishima, Banana Yoshimoto, sicuramente familiari anche a molti che ancora non hanno affrontato la loro lettura.
Accanto a questi moderni scrittori ci auguriamo di poter scoprire o riscoprire anche gli autori dei periodo precedenti, fino ad oggi inspiegabilmente trascurati dalle nostre case editrici, eppure testimoni del periodo irripetibile in cui il Giappone tentava di guadagnarsi un posto tra le nazioni moderne senza rinunciare tuttavia alle sue tradizioni.
Abituatevi quindi anche qui come nella sezione cinema di questo sito, a condividere le ambientazioni gendai (moderne) con quelle jidai(d'epoca).
Katsushika Hokusai (1760-1849): Dalla serie Hyakunin isshu uba ga etoki, 1835 (Cento poemi di cento poeti narrati dalla nutrice). Il poeta Abe no Nakamaro (particolare). L'opera è di formato oban (24,8 x 37cm) ed è riprodotta in stampa con tecnica policroma (nishiki-e).
Abe no Nakamaro (阿倍仲麻呂), 698–770, nativo di Nara, fu uno studioso, uomo politico e poeta, celebre per le sue composizioni waka. Non si conosce molto della sua vita, sappiamo in ogni caso che dopo il suo trasferimento in Cina nel 717, ove ricoprì importanti incarichi di governo, non ebbe più occasione di tornare in patria e sempre lo accompagnò la nostalgia del suo paese natìo. L'opera di Hokusai lo mostra nel momento di comporre la sua composizione più famosa:
天原ふりさけ見れば春日なるみかさの山に出し月かも。
ama-no-hara furisake mireba kasuga naru Mikasa no yama ni ideshi tsuki kamo
All'orizzonte, non è quella la stessa luna che sorge in primavera tra i monti di Mikasa?
Hokusai non mostra la luna nel cielo, con uno dei suoi poetici espedienti propone solo la sua immagine riflessa nell'acqua.