Satoshi Yagisawa
I miei giorni alla libreria Morisaki
Feltrinelli, 2022
E' evidente che sono solamente due anni a separare le due opere e non venti, sapendo che Yagisawa, nato nel 1977, esordì con questo libro nel 2010. Ma parafrasando una vecchia battuta potremmo dire che è meglio perdere un buon amico che un buon titolo, sfacciato quanto basta e forse un filino di più e non necessariamente veritiero ma che si spera possa intrigare il candidato lettore.
Satoshi Yagisawa non è tuttavia una donna ma un uomo (e rinunciamo all'improbo tentativo di spiegare la differenza) ma tratta anche lui delle vicende di una ragazza.
Takako, che improvvisamente ha perso la forza di vivere quando il suo fidanzato le ha semplicemente e bruscamente annunciato che si sposerà con un'altra. Va da sé che anche questo libro ha riscosso notevole successo, è stato tradotto finora in undici lingue e ne è stato tratto l'immancabile film.
Anche Takako cerca un nuovo genere di nutrimento dell'anima, che possa se non sostituire al meglio quello che ha perso da un momento all'altro senza l'impressione di esserne stata in qualche modo la causa, perlomeno attenuarne il dolore e permetterle un lento ritorno a una parvenza di vita. Non si era interessata in precedenza alla lettura e anche ora, nei primi tempi in cui si è trasferita a vivere in un minuscolo appartamento sopra la libreria Morisaki, gestita dallo zio Satoru riesce a nutrirsi con la lettura.
Ma ne viene lentamente, inesorabilmente si direbbe contagiata, e anche lei troverà una nuova strada. Quale? Non importa, quando si ha la forza e la volontà di camminare una strada si presenta sempre davanti.
Va detto che Yagisawa, comprensibilmente in quanto questo è il suo esordio, risulta alla lettura molto più manierista e affezionato a stilemi già visti di quanto non fosse la Ogawa. Ma non importa e ci si augura che sia cresciuto nelle opere successive.
E' importante piuttosto sottolineare come sempre più di frequente gli scrittori sentano il bisogno di descrivere la fallacità dei progetti umani e la crudeltà di chi avendo "cambiato progetto" si volge al nuovo interesse del momento non curandosi del danno e del dolore causato ad altri.
Ancora più importante notare come in entrambe le opere il personaggio negativo, non sappiamo se deliberatamente o non piuttosto per la forse ancor più colpevole superficialità, sia un uomo. E il personaggio che trova invece la forza di reagire alle avversità e trovare una soluzione ai propri problemi curandosi dei problemi altrui sia una donna.
E a sentire il bisogno di dirlo, di raccontarlo è questa volta proprio un uomo.