Ryunosuke Akutagawa: Rashomon e altri racconti

TEA, 1988

 

Ryunosuke Akutagawa (1892-1927) nacque a Tokyo sul finire dell'epoca Meiji, densa di avvenimenti e di trasformazioni, e diede fine ai suoi giorni all'inizio dell'epoca Showa, che doveva portare il Giappone al rovinoso intervento nella seconda guerra mondiale. Tradizionalista per vocazione, mai seppe rassegnarsi ai rapidi mutamenti che sconvolgevano una civiltà millenaria né riuscì ad identificare tra le varie correnti di pensiero moderne alcuna che potesse fornire nuove linee guida per una nuova concezione del mondo. Nemmeno la sua attrazione verso il cattolicesimo riuscì a sottrarlo al pessimismo, che lo condusse troppo presto alla morte.

Rashomon (la porta di Rasho) è la prima opera che ebbe un buon riscontro da parte di pubblico e critica. E' il primo dei racconti storici (rekishi mono) che costituirono la parte più rilevante della sua produzione, e sorprendentemente scopriamo che l'autore intendeva dargli una impronta umoristica. Sappiamo invece che anche attraverso la rilettura cinematografica che ne fece nel 1950 Akira Kurosawa questo racconto è passato alla storia come un esempio di atroce pessimismo sulla natura umana.

In realtà il film fonde due diversi racconti di Akutagawa, pubblicati in tempi differenti: Rashomon che abbiamo già menzionato e Yabu no kaka (Nel bosco) che venne pubblicato solamente nel 1922. Tra le sue ultime opere Kappa (compreso nella raccolta), ove parla del mondo immaginario di fantastici animali che ancora adesso hanno un parte rilevante nell'immaginario dei giapponesi (vedi qui sulla rivista Aikido XXXVIII a p. 53). La produzione di Akutagawa è difficilmente classificabile: viene generalmente descritto come un neorealista, ma in realtà le sue trame hanno sempre qualcosa di fantastico ed irreale: situazioni al limite del verosimile ed anche oltre, ma narrate con spietato e paradossale realismo.

Rashomon, il racconto che apre questa raccolta, è ambientato a Kyoto. La porta di Rasho è in rovina, come tutta la città di Kyoto in questo periodo non precisato, ma che possiamo collocare nell'epoca Edo (1600-1868) in cui la capitale governativa divenne quella dell'est mentre a Kyoto - capitale dell'ovest - rimaneva solamente, isolata, inaccessibile ed ormai deserta, l'ex residenza dell'imperatore.

Un servo cacciato dal padrone sta aspettando sotto la porta che cessi la pioggia. Attorno a lui numerosi cadaveri in decomposizione, raccolti per la strada dove erano morti per la carestia che affliggeva la città, per essere lì abbandonati se nessuno veniva a reclamarli. Un fuoco al piano superiore attira la sua attenzione e sale: alla luce del fuoco, è ormai notte, vede una vecchia che sta strappando i capelli al cadavere di una donna: è per farne parrucche - spiega - e la donna deceduta non meritava riguardi: vendeva serpenti seccati spacciandoli per pesci. Il servo strappa alla vecchia il suo kimono, che può fruttargli magari il prezzo di un misero pasto, la abbandona piangente in mezzo ai cadaveri e si allontana nella notte. Sembra difficile identificare ove affiori l'umorismo che voleva animare la penna di Akutagawa.

Lo troviamo ben più in superficie nel racconto seguente, Il naso: il naigu (bonzo superiore) di Ikenoo ha un naso spropositato che gli arriva ben sotto il mento e che lo costringe ad appoggiarlo ad un apposito sostegno per non esserne sbilanciato. Si sottopone a dolorose cure più simili a torture finché ha la soddisfazione di ritrovarsi con un naso di misura normale, ma scopre con sommo stupore che la gente rifiuta il suo nuovo aspetto, e lui stesso vi si sente a disagio. Finalmente una notte mentre si sta coricando avverte che il naso gli prude: la mattina è tornato alle inconsuete dimensioni di prima, ed il naigu ritrova finalmente la pace.

Il racconto Nel bosco ricostruisce un omicidio attraverso le deposizioni dei testimoni davanti al giudice. Il taglialegna che ha ritrovato il cadavere, un bonzo che aveva incontrato poco prima la vittima, l'informatore che ha arrestato il sospetto colpevole - il bandito Tajomaru che anche lui darà la sua deposizione - la moglie del samurai ucciso, violentata da Tajomaru, ed altri ancora, non escludendo la stessa vittima che parla attraverso una spiritista che lo evoca dall'oltretomba.

Le loro versioni sono assolutamente inconciliabili, ed apparentemente inattaccabili per il loro autolesionismo: tutti i principali protagonisti si assumono la responsabilità della morte del samurai, ma tutti per motivi se non giusti perlomeno comprensibili.

Sono solo tre dei diciotto racconti che sono compresi nel volume. Ma crediamo che bastino per dare un'idea del mondo realisticamente fantastico di Ryunosuke Akutagawa.