La dimostrazione di Yoshindo Yoshihara non ha potuto ovviamente mostrare l’intero ciclo di preparazione della lama, che dura diversi giorni; si parte dal materiale grezzo (tamahagane), trasformato in barre di acciaio (watetsu) in fornaci tradizionali chiamate tatara, il cui uso è stato reintrodotto dal governo giapponese nel 1977, essendosi dimostrato di qualità inferiore ogni tipo di acciaio industriale.
Ogni barra viene instancabilmente lavorata a caldo ripiegandola più volte a formare più barre multistrato di differenti caratteristiche.
Nella procedura hon sanmai barre di tre tenori diversi vengono affiancate per comporre la lama, composta da un nucleo più duro l'hagane, che formerà il tagliente, cui si sovrappoone una barra più duttile, lo shingane.
Due barre di protezione di tenore intermedio, kawagane, proteggono i lati della lama; la nuova barra composita viene lavorata a lungo sia a caldo che a freddo, nella fase di sgrezzatura chiamata sunobe. Gli verrà conferita poi la forma definitiva nella fase hizukuri.
Inizia a questo punto la fase cruciale della nascita della nuova lama, la tempra o yakiire. Dopo una prima ripulitura l’artista ne riveste con argilla refrattaria di diversa consistenza e diverso spessore il tagliente, i lati ed il dorso
Attende poi la notte, per non risentire l'influenza di luci esterne, oltretutto sempre variabili, e per trovarsi in una condizione in cui le percezioni sensoriali sono esaltate; quindi riscalda la lama alla forgia fino alla temperatura da lui considerata opportuna, assumendo come criterio di giudizio il colore dell'acciaio, che normalmente deve essere tra il rosso e l'arancio; lo tempra allora rapidamente mediante l'immersione in un recipiente colmo di acqua, la riscalda di nuovo ad una temperatura intorno ai 160 gradi centigradi e la immerge di nuovo in acqua in una fase chiamata di rinvenimento.
Le differenti temperature di riscaldamento e raffreddamento determinate dall’artista mediante l’apposizione di differenti strati di argilla, le temperature e i tempi di esposizione al fuoco ed all'acqua, determineranno differenti caratteristiche e differenti aspetti esteriori dei vari componenti della lama, soprattutto nella zona dell’hamon (tagliente); è questa procedura, estremamente delicata, che dona alla spada giapponese molte delle sue caratteristiche migliori e quell’aspetto unico ed inconfondibile.
Al termine di queste operazioni il maestro esegue una sommaria ripulitura della lama, che andrà poi consegnata ad altri artigiani. Provvederanno a rifinirne la superficie, a munirla dello habaki (la guarnizione alla base della lama, che serve ad impegnarla nel fodero), a rivestirla della shirasaya, il fodero da riposo in legno di ho, magnolia, nel quale attenderà che l'acquirente decida con quale koshirae, fornitura da guerra, completarla.
E’ la fase di preparazione e tempra, la fase cruciale nella nascita di una lama, che è stata mostrata al pubblico dal maestro Yoshindo Yoshihara, nel cortile del Museo del Bargello (per ovvie ragioni non era possibile allestire la forgia nei locali interni).
Sulla destra, protetto dal freddo come tutti i presenti, il maestro Hosokawa segue attentamente il metodico ed impassibile lavoro di preparazione del maestro Yoshihara, che utilizza come piano di lavoro il mantice che in seguito alimenterà d'aria il fuoco della forgia: che è una semplice struttura di mattoni refrattari appoggiati l'uno sull'altro.
Il recipiente in legno inclinato verso l'operatore, per facilitare l'immersione della lama, contiene l'acqua che verrà utilizzata per l'operazione della tempra.