Nihon!...
Un Buddha qua un Buddha là...
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Un Buddha qua un Buddha là ...
Viaggio (breve) tra le statue del Buddha in Giappone
di Michelangelo Stillante
A vederne così tante, antropomorficamente diverse ma sempre con una inscrizione simile (DaiButsu, Buddha,…), ci si potrebbe confondere e pensare che rappresentano sempre e solo una persona visto con gli occhi dell’artista che l’ha costruita; in realta’ sono rappresentazioni di persone che diffusero il messaggio di Siddhārtha Gautama o anche di Buddha Shakyamuni o semplicemente il Buddha, nato da una famiglia nobile, sembra intorno al VI-V secolo a.c. a Lumbini, oggi parte del Nepal al confine con l’India. Fu figlio del capo del clan Shakya e da qui l’appellativo di Shakyamuni (il saggio degli Shakya) divenuto poi globalmente noto semplicemente come Buddha, o “l’illuminato”, “il risvegliato” dall’origine sanscrita “BUDH: svegliare, illuminare, imparare”.
Siddharta ha dato oringine ad una corrente di pensiero, una dottrina filosofica considerata poi religione e che partendo dal presupposto che il dolore è insito nella vita stessa, indica la via per sfuggire al dolore attarverso una “purificazione interiore”. Quindi diversi antromorfismi ma tutti rappresentazioni di uno stesso pensiero filosoficoche fanno capo ad uno stessa fonte e quindi i “BUDDHA”.
Così come l’islam o il cristianesimo, anche il buddhismo ha diverse “declinazioni e interpretazioni”, derivanti dalla persona che più di altre ne ha diffuso il pensiero, in un paese o in un altro. Il Buddhismo viene convenzionalmente identificato in tre scuole principali: il Theravada (Laos, Cambogia, Thailandia, Sri Lanka e Birmania), il Mahayana (Nepal, Cina, Giappone, Corea e Tibet) e il Vajrayana (o buddhismo tantrico, in Nepal e Tibet).
Tra le varianti più conosciute vi è il Buddhismo ZEN, della scuola Mahayana, interpretazione diffusa dal monaco indiano Bodhidharma (morto in Cina intorno all’anno 529) ampiamente utilizzato e riconosciuto in Giappone dopo la sua importazione sembra ad opera del monco buddhista Saicho nell'VIII secolo. Tra le maggiori scuole del buddhismo zen possiamo citare quella del monaco Nichiren (XIII secolo) che ha come testo di riferimento il Sutra del Loto, uno dei sutra fondamentalli della scuola Mahayana. Altri sutra di riferimento della scuola Mahayana sono i Sutra del Cuore, della Perfezione della saggezza, della Terra della Beatitudine.
Breve definizione di Sutra:
“... [voce sanscrita, propriamente «regola, norma di comportamento»], nella letteratura e nella cultura dell’India antica, denominazione di aforismi brevissimi (generalmente di due o tre parole) di carattere religioso e rituale, grammaticale e letterario, filosofico e scientifico; tali aforismi, accompagnati da minuti commenti, indispensabili per l’estrema concisione degli aforismi stessi e per il significato convenzionale attribuito ad alcune lettere che li compongono, sono raccolti in speciali trattati, detti anch’essi Sutra..”
(Cit. Treccani)
Oltre ai famosi sutra buddisti appena citati possiamo ricordare anche Yoga Sutra di Patanjali (filosofo indiano) o il Kama Sutra (testo sul comportamento sessuale umano). Sicuramente da citare è “Dhammacakkappavattana Sutta”, cioè la trascrizione del primo discorso tenuto dal Buddha sembra all’eta’ di 35 anni e ritenuto dai buddisti come il sutra fondamentale, anche detto Discorso di Benares per via del luogo dove si tenne.
Non ci soffermeremo sui dettagli sul buddismo ma vi basti sapere che scuole e divulgatori hanno scatenato la devozione dei fedeli promuovendo le diverse rappresentazioni scultoree ispirandosi appunto come detto sempre all’originale. Tra le tante declinazioni, varianti e così tanti adepti che è normale aspettarsi tante rappresentazioni del Buddha, qui ne voglio proporre una decina, forse le più famose nella terra del Sol Levante:
- Nara Daibutsu
2. Ushiku Daibutsu
3. Kamakura Daibutsu
4. Takaoka Daibutsu
5. Fukuoka Buddha
6. Nihonji Daibutsu
7. Showa Daibutsu
8. Hill of the Buddha
9. Gifu Daibutsu
10. Shurakuen Daibutsu