Diario di un vecchio pazzo (Fuh-Ten Rojin Nikki)

Junichiro Tanikazi

Fabbri-Bompiani, 1965

 

In questa edizione, pubblicata dalla CDE su licenza Fabbri-Bompiani, il risvolto di copertina avverte trattarsi del diario scritto da un vecchio di 77 anni, pieno di acciacchi e di pruriti. E' una definizione fuorviante.

Si tratta piuttosto della coraggiosa confessione di un uomo che alle soglie della morte, con il corpo oramai incapace di reagire ai suoi voleri e ai suoi desideri, continua ad avvertire - imperioso ed irresistibile - il bisogno di amore.

Non ha importanza che non sia materialmente realizzabile l'atto amoroso, e nemmeno che il gioco di seduzione tra il vecchio e la giovane nuora Satsuko sia apparentemente una guerra senza quartiere in cui ognuno cerca apertamente di piegare l'altro ai suoi voleri, concedendo il minimo per ottenere il massimo.

Una lettura superficiale potrebbe far concludere che sia Satsuko ad avere la meglio, ottenendo dalla sua sfacciata, superficiale e simbolica condiscendenza vantaggi materiali altrimenti non iimmaginabili, attraverso quelli che appaiono aperti ricatti.

Ma la vita del vecchio è un susseguirsi di visite presso specialisti, assistenza continua da parte di personale specializzato che ne condiziona pesantemente la vita, rapporti tesi con i familiari più stretti, che concentrati nella vita materiale sembrano avere completamente dimenticato, se non addirittura giudicare inutile e disprezzarla, la necessità di avere rapporti umani nonché di dare e di ricevere amore.

E Satsuko gli dà quello che lui ardentemente desidera, quello di cui non può assolutamente fare a meno: se non l'amore fisico perlomeno il profumo dell'amore, la consapevolezza di desiderare ed essere desiderato. Non importa che ci sia per questo un prezzo da pagare: ogni cosa al mondo ha il suo prezzo - ma non stiamo ovviamente parlando di denaro - ed è giusto che sia così.

Non sono condivisibili altre critiche o presentazioni quando dicono ad esempio che Satsuko per interesse o sadismo fa quasi impazzire il vecchio, conducendolo lentamente alla morte. E' palese che costui si stia avvicinando alla morte, ma per raggiunti limiti fisiologici. Tanizaki non lascia passare praticamente alcuna pagina senza ricordarcelo, sia esplicitamente che attraverso indizi indiretti, ma proprio questo ci permette di comprendere come il suo desiderio di amore sia bruciante, urgente, non rimandabile. La morte è in procinto di vietarglielo per sempre.

Il vecchio tuttavia, con gesto di orgoglio supremo, decide di trasportare questo suo amore, purissimo proprio in quanto incontaminato da ogni riflessione intellettuale, da ogni censura conscia od inconscia, oltre la morte.

Decide di scegliersi una tomba, seguendo i dettami della tradizione giapponese (il libro è ricco di frequenti ed intensi riferimenti alla cultura tradizionale giapponese, non sempre interpretabili dal lettore medio). Si mette faticosamente in viaggio: ha deciso di non accettare che il suo ricordo rimanga legato alla città di Tokyo, che non è mai riuscito ad amare, e sceglie piuttosto di mettere a dimora le sue spoglie presso un ameno monastero di Kyoto.

La scelta della pietra tombale è sempre impegnativa per un giapponese: apparentemente spoglia e disadorna, racchiude però una complessa simbologia e quella del vecchio dovrà recare riferimenti ai 5 anelli (terra, acqua, fuoco, aria e vuoto). Decide infine per una pietra che raffiguri anche il bussoseki, le orme miracolose lasciate dal Budda Sakyamuni, che camminava senza toccare il suolo e lasciava a volte tuttavia impronte miracolose con tracce di mille cerchi di buona fortuna e che avevano la proprietà di preservare da ogni male, per settanta giorni, ogni insetto che vi si trovasse a passare.

Utilizzando la sua abilità di calligrafo il vecchio riporta in realtà sulla carta le impronte dei piedi di Satsuko, e sulla base dei suoi schizzi fa incidere la pietra agli inconsapevoli scalpellini. Non sarà l'amore celeste ad accompagnare il vecchio nell'oltretomba, ma quello terreno di Satsuko che anche dopo la morte continuerà a dominare su di lui, porrà su di lui il suo incantevole piede, senza che lo spirito del vecchio abbia alcuna volontà di resisterle.

Si tratta di una opera non facile, che può sconcertare e respingere il lettore. E' comprensibile.

Chi ceda a questa sua debolezza sia però cosciente che sta così respingendo un atto di amore del'autore nei suoi confronti. Certamente esplicito, probabilmente anche violento: ma sappiamo che l'amore non conosce ostacoli, limiti, censure.