Pranin01E' scomparso il 7 marzo 2017 dopo una breve e coraggiosa lotta contro un tumore Stanley Pranin (1945-2017), conosciuto in tutto il mondo come fondatore e animatore di Aiki News e poi di Aikido Journal. Non sempre ho condiviso l'impostazione di alcune sue ricerche ma gli ho sempre dato atto senza alcuna riserva di avere operato con la massima buona fede e con altrettanta tenacia, mettendo a disposizione della comunità di praticanti una impressionante documentazione che sarebbe altrimenti andata dispersa o sarebbe rimasta completamente sconosciuta.

Lo conobbi in anni ormai molto lontani, quando aveva intrapreso una sorta di giro del mondo in 80 giorni per raccogliere documentazione per il primo annuario dell'aikido, in cui apparivano per la prima volta indirizzi e riferimenti di tutte le associazioni e dojo di cui riusciva a ottenere notizie.

Fu ospite allora per qualche tempo del Dojo Centrale di Roma dell'Aikikai d'Italia e interessato fruitore della documentazione della segreteria nazionale da me diretta a quei tempi.

Col passare degli anni ci siamo tenuti in contatto raramente e incontrati di persona ancora di meno, le cose del mondo vanno così, ma con una certa regolarità, e talvolta abbiamo ancora collaborato. Chiunque si sia interessato di approfondire la propria conoscenza dell'arte ha usufruito in qualche modo della sua instancabile opera di ricercatore delle sorgenti dell'aikido, sarebbe superfluo dilungarsi su questo.

Pranin03L'anno scorso gli chiesi l'autorizzazione a utilizzare in occasione di conferenze e seminari la raccolta di video di o sensei che aveva digitalizzato, ripubblicandoli con una qualità di immmagine finora non vista e corredandoli dei suoi sempre lucidi  commenti. Me la diede immediatamente, senza alcuna esitazione e senza nemmeno chiedere dettagli sull'uso che ne avrei fatto.

Ci siamo risentiti per l'ultima volta pochi giorni fa: era evidente dalle foto che accompagnavano la campagna di sostegno a suo favore che le probabilità erano tuttavia sfavorevoli, che erano alte le possibilità che il suo cammino dovesse arrivare alla fine. Aveva però deciso di combattere serenamente la sua battaglia: questo è il compito di chi percorre il nostro cammino e il compito che si è scelto si affronta sempre, anche quando è arduo, accompagnandolo con una sorta di indefinibile quanto tangibile senso di piacere.

Sono lieto che abbia avuto conforto dalle mie parole, e concludo ricordando che vince comunque la sua battaglia chi affronta il destino con dignità. Esce dal nostro mondo vittorioso.