Jidai
Daisuke Kimura: 2018, Samurai's promise - La promessa di Shinbei Uryu
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Shinbei ha lasciato il feudo dopo un infruttuoso tentativo di scoprire e denunciare la corruzione dell'han Ogino cui apparteneva, ma viene fatto al contrario passare come un elemento compromesso dal malaffare, e sospettato di assassinio. Venne anche rimproverato per non aver lasciata libera Shino di restare ma averla condotta con sé. Anche questo ingiustamente in quanto fu lei a volerlo.
Aveva promesso a sé stesso di non tornare, ma di fronte alle ferme ultime volontà di Shino non gli era consentito negare: promise. Si incammina. Da solo.
Non gli sarà facile il ritorno in famiglia presso i fratelli di Shino.
Il giovane samurai Togo (Sosuke Ikematsu) gli è apertamente ostile.
Satomi (Haru Kuroki), che a Shinbei ricorda in modo struggente Shino, è sempre più attratta da Shinbei ma non è in grado di penetrarne i pensieri e le motivazioni del suo agire.
Ancora maggiore è l'allarme che l'imprevisto ritorno di Shinbei suscita nell'apparentemente impeccabile capo dell'han Genba Ishida (Eiji Okuda).
Chiama a colloquio Uneme, la persona che Shinbei è stato chiamato a proteggere, e non senza velate allusioni ricattatorie lo spinge contro Shinbei.
Viene tentato anche un approccio diretto con lo stesso Shinbei, senza averne una risposta. Probabilmente non è in grado di darne anche se volesse: troppi misteri nelle vicende che lo hanno portato all'esilio.
Si tenta allora di risolvere radicalmente il problema inviando degli assassini sulle tracce di Shinbei.
Naturalmente, essendo stato lui una delle più rinomate lame dell'han, ogni tentativo naufraga miseramente.
Va osservato, per gli addetti ai lavori delle arti marziali in quanto per la maggior parte del pubblico questi particolari non sono percepibili, che convenzionalmente nel genere jidai le scene di combattimento seguono due differenti stilemi: i protagonisti, siano essi gli eroi o i villain, mostrano irraggiungible supremazia su ogni avversario.
Si avverte però frequentemente una forzatura, essendo i pretesi attacchi molto velleitari, i figuranti attendendo soltanto di essere trafitti o comunque di essere resi innocui il prima possibile, senza tentare alcun verosimile attacco.
Al contrario i veri e propri duelli tra gli antagonisti dell'opera mostrano pari capacità; Nei film occidentali si preferisce invece al giorno d'oggi una visibile supremazia del villain che l'eroe riesce nonostante tutto a superare con qualche espediente, mentre sta già per soccombere.
La "moda" odierna del Giappone vuole piuttosto un atteggiamento rinunciatario dei combattenti, che a volta nemmeno si guardano, che vorrebbe significare impenetrabilità e impassibilità. Nello scontro si alternano poi momenti di incomprensibile inattività ed altri di furiosi sventolamenti a vuoto delle lame. Pazienza... Anche qui nulla di male: il duello tra i due personaggi positivi della vicenda, Shinbei e Uneme, prevedibile e inevitabile, risponde a quanto si attende il pubblico, e porta altrettanto prevedibilmente a un chiarimento definitivo tra i due eroi positivi. Il pubblico - sempre lui - ama ritornare sulle stesse trame, rivedere - a volte ma non sempre in forma diversa - quanto già visto e rivisto.
Nel frattempo Togo, ormai vinto e convinto dalla personalità di Shinbei e divenutone allievo di spada, sa che lo scontro finale si sta avvicinando, forse è già in corso.
Si precipita ad avvertire il nuovo capo dell'han Ogino, il suo intervento è necessario.
E sarà provvidenziale.
Shinbei e Uneme hanno accettato la sfida dei malfattori.
Di nuovo assieme, spalla a spalla, combatteranno per la giustizia.
Ma i nemici sono molti, e disposti a tutto, non esclusi i colpi a tradimento.
Il dramma è arrivato al suo epilogo. Come già detto non ne riveleremo i dettagli.
Come già sapevamo un anticipo Shinbei Uryu dovrà allora ripartire solitario, verso un destino che non conosce e di cui non si cura.
Lascia però a Satomi un ultimo messaggio:
"Forse verrà il giorno di tornare a vedere le camelie".