Testi tecnici

testiLa tecnica non è tutto nell'aikido, nessun genere di arte si esaurisce in un mero gesto tecnico. Tuttavia la tecnica non solamente è necessaria ma è propedeutica al raggiungimento di un livello tale che si possa definire artistico. Senza tecnica non solo non si va lontano, non si è nemmeno in grado di iniziare. Non saranno però privilegiati in queste recensioni solamente i testi che spiegano o tentano di spiegare come praticare aikido, ma piuttosto di preferenza quelli che proporranno risposte a un quesito più importante: perché praticare aikido, e verso quali mete tendere attraverso la pratica dell'arte.

 

 

 

Ueshiba Morihei: Budo

Morihei Ueshiba: Budo
Gli insegnamenti del fondatore dell'Aikido

Edizioni Mediterranee, pp. 134
ISBN 88-272-1001-6

 

Uscito nel 1938 circa questo libro è stato tradotto in inglese da Kodansha nel 1991 e alcuni anni dopo è arrivata finalmente l'edizione italiana, cui hanno collaborato F. Martuti, V. Cimino e R. Tamburelli e condotta sull'edizione inglese di John Stevens  E' l'unica pubblicazione tecnica opera del fondatore dell'aikido, ma sarà bene avvertire immediatamente il lettore delle circostanze in cui venne redatta.

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Ueshiba Kisshomaru: A life in Aikido

A Life in Aikido - The Biography of Founder Morihei Ueshiba

Kisshomaru Ueshiba

Prefazione di Moriteru Ueshiba

Traduzione in inglese di Kei Izawa e Mary Fuller

Kodansha International, dicembre 2008, 319 pagine, 35$

ISBN 978-4-7700-2617-0

 

Questo libro, edizione inglese di Aikido Kaiso Ueshiba Morihei Den, pubblicato nel 1978 e revisionato nel 1999, taglia corto definitivamente con le versioni sempre più mirabolanti ed inverosimili della vita di Ueshiba Morihei che si affacciano periodicamente in libreria. Già solo per questo motivo meriterebbe di essere letto attentamente dagli studiosi e dai seri praticanti di aikido interessati a conoscere il percorso, tormentato ma umano, attraverso il quale Morihei Ueshiba è arrivato a lasciarci questo grande ed impegnativo dono che è l'aikido.

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Tamura Nobuyoshi: Aikido

Aikido

Méthode nationale

Nobuyoshi Tamura:

Prefazione di Kisshomaru Ueshiba

1977, Univerpress, 262 pagine

Fuori catalogo

Reperibile sul mercato dell'usato tra i 150 e i 250€ a seconda delle condizioni e dell'edizione (quella in brossura ha immagini di qualità inferiore a quella rilegata)

 

 

 

Il maestro Nobuyoshi Tamura è nato ad Osaka il 2 marzo 1933 ed è scomparso il 9 luglio 2010, al termine di una malattia breve quanto impietosa, che ha voluto affrontare a viso aperto e con lo sguardo rivolto lontano, senza alcun timore e senza cedere minimamente nell'applicazione dei principi che ha praticato personalmente per tutta la vita e trasmesso a decine di migliaia di praticanti ed insegnanti. In Francia, in Italia e in tutto il mondo.

Scriveva di lui il secondo doshu Kisshomaru Ueshiba, nella prefazione di questa opera:

In occasione della diffusione di quest'opera, ci tengo a ricordare che il maestro Tamura era il discepolo favorito del compianto maestro Ueshiba e che, fino alla fine della sua vita, il Venerato Fondatore dell'aikido l'ha considerato come un figlio.

...

 

Sono certo che questo nuovo libro sarà ormai la guida insostituibile per tutti i nostri amici occidentali desiderosi di praticare correttamente l'aikido.

 

Indirizzo all'autore le mie più sincere felicitazioni augurando dal profondo del cuore che l'aikido si sviluppi in occidente, conformemente alla volontà del suo Venerato Fondatore.

A diversi decenni dalla sua prima apparizione il testo, pubblicato sia in una edizione di lusso con rilegatura rigida che in edizione economica rilegata in brossura e con percebile inferiore qualità delle illustrazioni (entrambe comunque ormai rarissime e rivendute a prezzi da amatore), non ha perso nulla della sua attualità.

La prima impressione - ingannevole - potrebbe essere quella di un'opera che si limita a mettere in ordine, elencandole ed illustrandole seguendo la falsariga del programma di esame ufficiale dell'Hombu Dojo, le principali tecniche di aikido.

In realtà l'opera quando fu pubblicata aveva in se qualcosa di rivoluzionario: se possiamo trovare elencate nei programmi di esame coevi (la prima edizione di quello dell'Aikikai d'Italia è del 1972) praticamente le stesse tecniche, per la prima volta esse venivano illustrate fotograficamente da un maestro di indiscussa levatura, che sapeva catturarne non solamente la forma ma anche i principi in esse racchiusi.

Al lettore che non abbia vissuto quei tempi è necessario parlare dei tempi programmati per la progressione didattica: ancora in tempi pionieristici solamente 20 ore di pratica - o 2 mesi di calendario - prima di presentarsi all'esame da mukyu a sesto kyu (a quei tempi ancora presente nel programma di Tamura sensei, abolito alcuni anni dopo per iniziare il cursus honorum dal quinto kyu). Più tardi l'Aikikai d'Italia aveva aumentato  i tempi di attesa, ritenendo difficle che un candidato potesse presentarsi con un livello di preparazione dignitosa dopo un programma di studi così breve. E' ora tornato all'antico, ma considerandoli tempi limite e non medi.

In quei tempi invece si praticava in occidente un aikido forse ancora grezzo rispetto a quanto siamo abituati a vedere ai giorni nostri, ma aleggiava su ogni tatami uno spirito di avventura, uno slancio ed un entusiasmo verso il cammino dell'arte, che sembrano difficili da ritrovare oggigiorno.

Dobbiamo quindi immaginarsi il praticante medio di quei tempi supplire con l'entusiasmo ai limiti tecnici. Ora si chiede di più.

Che i metodi di insegnamento e la progressione didattica debbano tenere conto dell'evoluzione dei tempi non è d'altra parte un mistero, sarebbe anzi una ammissione di sconfitta la constatazione che nessun cambiamento si sia riscontrato, nel livello medio dei praticanti, in oltre trenta anni.

 


Il testo si apre con una parte storica in cui si delinea il panorama dell'insediamento dell'aikido in Europa e soprattutto - ovviamente - in Francia.

Indispensabile per comprendere l'evoluzione della disciplina in Europa, questa ricostruzione non può ovviamente rendere conto di quanto successo dopo, che in parte smentisce le premesse.

I primi insegnanti giapponesi che insegnarono metodicamente aikido in Europa furono basati in Francia: Minoru Mochizuki e Tadashi Abe negli anni 50 del secolo XX. In seguito oltre a Tamura sensei vi insegnarono Mutsuro Nakazono, poi trasferitosi negli Stati Uniti  e Masamichi Noro che diffuse la sua disciplina chiamata Ki no Michi (cammino dello spirito), strettamente legata ai principi dell'aikido.

Ad inizio degli anni 60 l'Hombu Dojo di Tokyo iniziò a dislocare suoi insegnanti nel cuore dell'Europa, e nominò delegati con l'incarico di coordinare l'insegnamento. Dapprima lo stesso Noro, poi Aritoshi Murashige sensei, che prese residenza in Belgio ma purtroppo perse la vita poco dopo in un incidente automobilistico.

Dopo un incarico probabilmente informale al maestro Hirokazu Kobayashi, l'invio dei maestri Hiroshi Tada in Italia, Katsuaki Asai in Germania, Yasunari Kitaura in Spagna, Toshikazu Ichimura in Svezia e Kazuo Chiba in Gran Bretagna cambiò radicalmente il panorama.

Permase in Francia la tendenza a voler centralizzare l'insegnamento dell'aikido in Europa, attraverso la costituzione della ACEA (Association Culturelle Européenne de Aikido) di cui Tamura sensei fu il referente tecnico. Tendenza che non prevalse ritenendo gli altri esperti dislocati dall'Hombu Dojo che non fosse opportuno stabilire un filtro tra le varie organizzazioni nazionali e l'Hombu Dojo di Tokyo né legarsi a Federazioni Sportive data la specificità dell'aikido.

Ecco le ragioni per cui il sistema organizzativo proposto nel testo, fortemente influenzato dalla situazione locale francese, non ebbe diffusione all'estero.

Alcuni anni dopo lo stesso Tamura decise di rendersi indipendente dalla FFJDA (Féderarion Française Judo et Disciplines Associées) fondando la Fédération Française d'Aïkido, d'Aïkibudo et Affinitaires,  riconoscendo la specificità dell'aikido rispetto ad altre discipline e la conseguente necessità di organizzarsi seguendo principi diversi.

L'ACEA dal canto suo ebbe vita travagliata. La leadership francese venne ripetutamente contestata dagli altri paesi membri finché si arrivò negli anni 90 ad una scissione, ma nessuna delle due fazioni riuscì a raccogliere significativi consensi e di fatto al momento non esiste un organo europeo incaricato di coordinare la diffusione e l'insegnamento dell'aikido.

Segue poi dopo la parte introduttiva dei capitoli II e III, il programma didattico vero e proprio.

Articolato al tempo nei 6 gradi kyu che vengono utilizzati tuttora in Italia, in Francia ed in alcuni altri paesi in seguito venne abolito il grado 6. kyu, questo programma stabiliva un nuovo punto di riferimento per i praticanti di ogni paese e di ogni grado.

Si può dire ancora attuale ai nostri giorni?

Attualissimo, e sicuramente è divenuto ancora più importante di prima nel momento in cui Tamura sensei ha cessato di vivere.

Il sistema didattico utilizzato nelle arti marziali tradizionali giapponesi - ma potremmo dire nelle arti in genere, in qualunque cultura ed in qualunque epoca - si basa molto se non esclusivamente sulla trasmissione diretta da maestro a discepolo.

La trasmissione viene accuratamente centellinata per mantenere elevata la tensione nel discepolo, e lo si incita a trovare le risposte ai propri dilemmi dentro di sé, senza dipendere dalla parola del maestro.

Nel momento in cui si decise di estendere a chiunque l'accesso all'aikido, e nel momento successivo in cui si decise anche di diffondere l'aikido in tutto il mondo, si rendevano necessari importanti adattamenti al sistema didattico.

Si richiedeva una sistematizzazione della materia che integrasse - senza sostituirlo - il sistema della trasmissione diretta.

L'opera sotto esame è la prima che veramente soddisfa in pieno tutti i requisiti necessari per poter essere un valido e duraturo punto di riferimento.

 


La parte dedicata ai Principi Generali (Capitolo II) e ai Principi di base della Pratica dell'aikido (Capitolo III).

Termina con una sezione dedicata alle tecniche di base di aikido, di spada (bokken) e di bastone (jo).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tamura sensei ha praticato per circa 12 anni come uchideshi (allievo interno) presso l'Hombu Dojo di Tokyo, ed ha appreso l'arte per trasmissione diretta dal suo fondatore, il grande maestro Ueshiba Morihei.

Qui lo vediamo appunto impegnato in un kumijo col maestro Ueshiba, all'interno dell'Hombu Dojo.

La foto risale probabilmente agli inizi degli anni 60, poco prima del trasferimento in Francia di Tamura sensei.

 

 

 

 

 

 

Inizia con il capitolo IV l'illustrazione del programma didattico vero e proprio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E' la parte più corposa dell'opera, si sviluppa per oltre 160 pagine illustrando le tecniche fondamentali su ogni tipo di attacco.

Vengono illustrate tecniche nelle posizioni fondamentali:

tachiwaza (in piedi),

suwariwaza (in ginocchio),

hanmihantachiwaza (attaccante in piedi e difensore in ginocchio)

ushirowaza (attacco da dietro).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il capitolo V è dedicato ai requisiti previsti per l'acquisizione del Brevetto di Stato Francese di Professore di Aikido.

Nel capitolo  VI viene riportata la situazione del momento in quanto a diffusione dell'aikido: insegnanti delegati dall'Hombu Dojo, Associazioni nazionali riconosciute, organismi internazionali.

Ripetiamo l'avvertenza che questa sezione dell'opera fotografa una situazione superata dagli avvenimenti e pertanto non più attuale.

La scarna sezione bibliografica merita una nota: vi vengono elencati solamente 5 titoli. All'epoca non era lecito attendersi di più.

Sono:

L'Aikido, di Tadashi Abe e Jean Zin, pubblicato in Francia (Parigi, 1958).

Aikido di Massimo di Villadorata (Montreal, 1973), che studiò con Kawamukai e Tada in Italia prima di trasferirsi in Canada.

Le guide Marabout de l'aikido et du kendo (Verviers, 1967) di Thony Thielemans, che seguì l'insegnamento di Murashige sensei.

Aikido, di Kisshomaru Ueshiba (Tokyo, 1963).

Aikido and the Dynamic Sphere di Adele Westbrook e Oscar Ratti (Tokyo 1970).

Al giorno d'oggi la lista sarebbe sterminata, ma in realtà non è stato aggiunto molto alla conoscenza.

Ueshiba K. e M.: The best aikido

Kisshomaru e Moriteru Ueshiba: The best aikido

Kodansha, 2002

ISBN 4-7700-2762-1

 

Pubblicato originariamente in Giappone nel 1997 con il titolo di Kihan Aikido: kihon-hen questo libro è stato tradotto ini inglese nel 2002, divenendo così l'ultima opera di Kisshomaru Ueshiba, secondo doshu, ad essere diffusa e allo stesso tempo la prima di Moriteru Ueshiba, terzo doshu. Seguiranno poi The aikido master course nel 2003 e in seguito Progressive aikido.

La traduzione inglese del titolo, Il migliore aikido, pur affidata ad un noto esperto come John Stevens, ne tradisce la lettera e probabilmente anche lo spirito.

Dice infatti Kisshomaru Ueshiba nella prefazione:

Per quanto sia un concetto difficile da afferrare per gli studenti agli inizi, le tecniche di aikido sono nate dall'armonizzazione tra il corpo umano e l'energia universale (ki) di cielo e terra. O più semplicemente, tutte le varie tecniche di aikido sono derivate dal principio del movimento naturale.

...

Per diffondere ancora di più la pratica dell'aikido, dopo attenta considerazione ho selezionato, da un vasto numero di quelle possibili, le tecniche più essenziali per l'arte. Queste tecniche possono essere praticate da chiunque, giovane o anziano, e renderanno pi⌂ facile l'allenamento e il raggiungimento dell'efficienza nell'arte.

...

Questo libro non è un mero manuale tecnico. I manuali descrivono la forma esterna dell'aikido. In questo libro l'aikido viene presentato come un cammino spirituale allo stesso tempo che un'arte marziale. Contiene l'essenziale per comprendere l'arte, l'essenziale per l'allenamento, e le forme essenziali dell'aikido.

 

Si potrebbe pensare che sia una differenza di lana caprina, in quanto l'essenza dell'arte è di solito anche la sua parte migliore. Ma il cammino dell'aikido, molto lungo ed impegnativo, deve portare l'essere umano ad un graduale arricchimento fisico, spirituale e culturale che male si concilia con una scelta obbligata tra "il meglio" ed un ipotetico "peggio" dell'arte.

Non è forse infondato il sospetto che la traduzione sia stata in qualche modo suggerita se non imposta da mere considerazioni commerciali, del tutto assenti nelle intenzioni degli autori.

L'opera si apre con una breve ma esauriente descrizione di cosa sia l'aikido ed una successiva sezione di FAQ (Frequently Asked Questions) in cui si fornisce appunto una risposta alle domande più comuni che si affolllano alla mente di chi inizia a praticare.

Inizia poi la parte tecnica vera e propria, indirizzata al praticante che abbia bisogno di conoscere i fondamentali della pratica, quindi esposta soprattutto col linguaggio semplice, universale ed autoesplicativo delle illustrazioni, ma che costituisce un utile - probabilmente indispensabile - punto di riferimento anche per l'insegnante.

E' bene riportare lo schema dell'opera per permettere di comprenderne e apprezzarne l'impostazione.

Preparation for training

Inziando dai concetti di kamae (guardia, ma anche postura), ma-ai (distanza) , me-tsuke (focalizzazione) e senza dimenticare un accenno all'etichetta del dojo, il testo illustra poi nell'ordine gli ashi-sabaki (movimenti dei piedi) e i tai-sabaki (movimenti del corpo) per poi passare ai vari tipi di ukemi (cadute) e infine l'aikitaiso, gli esercizi di riscaldamento

Fundamental techniques

Tre differenti sezioni illustrano il nage-waza (tecniche di proiezione) il katame-waza (tecniche di controllo) ed il kokyu-ho (allenamento dell'energia della respirazione). Le tecniche esposte sono iriminage, shihonage, ikkyo, kokyunage e tenchinage.

Basic technique

Le sezioni sono ancora tre, ma non appare il kokyu-ho (beninteso che questo non vuol dire assolutamente che faccia parte di una "fase" dello studio dell'aikido che debba prima o poi essere abbandonata), appare invece una sezione dedicata alle tecniche miste di poiezione e controllo, dedicata interamente al kotegaeshi. Le tecniche di proiezione vengono ora proposte contro molteplici forme di attacco, e si aggiunge kaitennage. Tra quelle di oontrollo vengono aggiunte ad ikkyo le altre 4 tecniche del gokyo: nikyo, sankyo, yonkyo, gokyo.

Una base ben solida su cui cominciare a costruire il proprio percorso nel mondo dell'aikido.

Tamura Nobuyoshi: Aikido - Etichetta e disciplina

Nobuyoshi Tamura

Aikido - Etichetta e disciplina

Manuale all'uso dei professori

Edizioni Mediterranee

pp. 144

EAN 9788827209936

 

 

 

 

Il maestro Tamura, 8. dan, è una delle figure più rappresentative nel panorama dell'aikido mondiale. Dopo aver trascorso a partire dal 1953 circa un lungo periodo come uchideshi ossia allievo interno presso l'Hombu Dojo di Tokyo, ove apprese l'arte direttamente dal fondatore Morihei Ueshiba, venne inviato come shidosha in Francia ove si è spento nel 2010. Periodicamente tenne seminari anche in Italia, presso l'associazione Aiko di cui era direttore didattico.

Ha dato alle stampe alcuni anni fa un libro, tradotto e pubblicato in Italia poco tempo dopo dalle Edizioni Mediterranee, anche se con un titolo non del tutto aderente all'originale che era Etiquette et transmission. Vi troviamo con grande piacere affrontato ed illustrato il problema del giusto comportamento da tenere nel dojo e da trasmettere ai propri allievi. Qualcuno magari si sarebbe atteso da un personaggio tanto autorevole qualcosa di più di un libro che tratti del "pre-aikido".

Lasciamo quindi la parola a qualcuno che se ne intende, che scrive nella prefazione:

Ecco che uno dei più prestigiosi insegnanti d'aikido del mondo, Tamura Nobuyoshi, pubblica un opera consacrata al cuore ed all'etichetta, destinata a tutti i praticanti che ricevono il suo insegnamento. Questo libro si accosta all'argomento rispondendo a coloro che si interrogano sulla profonda natura umana, e che in particolare si interessano all'aikido.

...

Io sono convinto che l'opera pubblicata dal maestro Tamura, un libro venuto dal cuore, pieno di forza perché pregno d'aikido, non s'indirizzi solamente ai praticanti d'aikido, ma anche agli uomini di cuore, per cui la lettura sarà ancor più edificante. Il mio grande desiderio è che ciascuno lo legga.

Auguro, dal profondo del cuore, il migliore avvenire a questa opera.

Aikido Hombu Dojo - Febbraio 1989

Aikidoshu Ueshiba Kisshomaru

 

Il libro propone anche una non-introduzione del compianto maestro Kisaburo Osawa, una grande figura storica del mondo dell'aikido, che alla sua maniera ci fornisce alcune paradossali ed essenziali lezioni di vita, pur concedendosi allo stesso tempo la civetteria di contestare nel testo l'utilità di ogni lezione, e di ogni libro in particolare.

Idealmente si potrebbe dividere l'opera in due parti fondamentali: nella prima si parla dell'elemento umano, in tre capitoli intitolati

  • L'Insegnante,
  • La finalità dell'insegnamento,
  • Il metodo d'insegnamento.

Nella seconda parte si esaminano gli strumenti materiali e mentali a disposizione dell'Insegnante

  • I luoghi e metodi di pratica,
  • I Materiali.

e le situazioni con cui l'Insegnante si dovrà confrontare

  • Le Relazioni con le altre Arti Marziali,
  • La Pulizia,
  • I Principianti,
  • I Gradi,
  • Gli Esami,
  • Le Dimostrazioni.

Per chi non lo avesse notato va ricordato infatti che il libro, anche se utile diremmo anzi indispensabile ad ogni praticante, reca come sottotitolo Manuale ad uso degli Insegnanti e sulle loro necessità soprattutto è calibrato.

Chiudono il libro un capitolo di riflessioni sull'Insegnamento di o sensei, un aneddoto sul ritratto idealizzato di o sensei realizzato dal pittore Yoyo, ed una postfazione dell'autore:

Benché l'aikido si sia notevolmente sviluppato, sembra che nessun progresso si sia realizzato in cose tanto semplici come portare il keikogi, piegare la hakama, ricevere un diploma.

L'aikido è, si dice, la via della pratica del corpo e dello spirito. Ma perché‚ e come? E con quale metodo si può trasmettere questa idea a coloro che ci seguono? E' evidente che queste cose non vengono correttamente percepite. La mia impressione è che lasciando le cose come stanno la conoscenza delle nozioni elementari diminuerà in funzione dell'aumento del numero dei praticanti. Io mi ripeto forse, ma la constatazione di queste manchevolezze m'ha spinto a scrivere quello che avete appena letto.

Io non ho più come una volta l'occasione di occuparmi di ciascuno e di dividere il sudore e la fatica della pratica, e non posso chiedervi di accontentarvi di questa compensazione...

Come ha detto il maestro Osawa nell'introduzione che m'ha fatto l'onore di lasciar trascrivere, pubblicare un libro è fondamentalmente un errore. La cosa scritta non è la cosa in sé, che è già passata. Freddo e rigido come il ghiaccio, il libro non vive.

Occorre dunque prendere in sé la cosa scritta e riscaldarla al calore del proprio cuore. Il ghiaccio si scioglie in acqua, l'acqua si trasforma in vapore e torna di nuovo a poter essere utilizzata liberamente; è per ciò che ho scritto questo libro. A voi non resta che dimenticarlo completamente, cancellarlo dal vostro spirito.

N. Tamura

 

Personalmente non ci resta che augurare ai lettori di poter applicare al più presto questo suggerimento del maestro Tamura, del resto già noto da tempo anche in occidente e tramandato dalla saggezza popolare nel noto detto Impara l'Arte e mettila da parte. S'intende ovviamente per trasferirla dalla parte conscia ed intellettuale della mente alla parte più profonda del cuore.

Cii auguriamo però di non dimenticare l'operato del maestro Tamura, e assicuriamo i potenziali lettori che saranno particolarmente lieti dopo aver fatto questa "lezione" con lui.

Alcune note sul testo originale, pubblicato in Francia da Les Editions du Soleil Levant: veste elegante quanto delicata e non rendibile in fotografia (una preziosa calligrafia di O Sensei in nero lucido su fondo nero opaco, con titoli in rosso), ben illustrato con raro materiale tra cui diverse foto di o sensei, dalla composizione tipografica eccellente.

Prezzo elevato se semplicemente confrontato col numero di pagine, ma ampiamente giustificato dalla cura editoriale e dalla tiratura relativamente scarsa; non è difficile reperirlo anche in Italia attraverso internet.

Il francese abbastanza semplice in cui è scritto consente a chiunque, con l'eventuale ausilio di un vocabolario, una consultazione relativamente agevole.

L'edizione italiana è decisamente più economica, ed ha il merito di un prezzo più accessibile. Per contro è meno piacevole da sfogliare o semplicemente da ammirare nello scaffale, e più soggetta ad usura.

Suggeriamo a chi non trova difficoltà a leggere il francese l'edizione originale, per poter cogliere meglio, senza il filtro della traduzione, le sfumature del pensiero del maestro Tamura.

 

 

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