Indice articoli

Sogni. Scritti di un maestro Zen a un maestro di spada
Luni, 1995,ISBN 88-7934-006-1

Il libro è stato edito anche nel 2001 in edizione economica nella collana Oscar Mondadori e più volte ristampato; purtroppo gli è stato arbitrariarmente dato il titolo, fastidioso, conformista e fuorviante di Lo zen e l'arte della spada

 

 

 

 

 

 

 

Takuan Soho (沢庵 宗彭, 1573-1645) è entrato da secoli nella leggenda: personaggio eclettico, che ha lasciato traccia di se ovunque lo abbiano portato i suoi passi decisi quanto erratici. Dobbiamo fare i conti con Takuan sia per quanto riguarda la dottrina zen - è considerato il maggior maestro della setta rinzai - che per la storia del Giappone nell'epoca probabilmente più controversa e contrastata della sua vita millenaria, il periodo di sanguinose guerre che segnò l'inizio dell'era Tokugawa, vittorioso nella grande battaglia di Sekigahara di ogni suo oppositore.

Takuan si dice infatti sia stato consigliere di fiducia di famosi generali, come Ishida Mitsunari sconfitto a Sekigahara e brutalmente giustiziato o Kuroda Nagamasa che da Sekigahara uscì invece vittorioso e con la fama di avere assicurato la vittoria all'armata dell'ovest, della stessa casata imperiale e del tennô Mizunoo, che abdicò nel 1629, e di grandi uomini d'arme come il samurai solitario Miyamoto Musashi e il grande maestro Yagyu Munenori, guardia del corpo e maestro d'armi dello shogun.

Perfino in cucina la sua presenza si avverte ancora: prende nome da lui un metodo di preparazione del daikon, il ravanello giapponese, che viene fermentato fino al punto di assumere il nome di takuanzuke e un sapore aspro, intimidente eppure allo stesso tempo fascinoso ed attraente, come si dice sia stato il carattere di Takuan e come indubbiamente appaiono al lettore molti suoi scritti.

Takuan, di famiglia samurai, aveva rivelato un precoce interesse per i temi religiosi, affrontati all'età di 8 anni, e a 10 prese i voti.  Fu 4 anni dopo che iniziò lo studio della dottrina rinzai, sotto la guida del maestro che sembra abbia lasciato su di lui l'impronta più profonda: Shun-oku Soen. Ulteriori segni di precocità li diede divenendo a soli 36 anni abate del tempio di Daitokuji ma accompagnati da un dinamismo che potrebbe superficialmente essere considerato irrequietezza: passò gran parte della sua vita errando per il Giappone e manifestando in ogni occasione le sue idee, radicalmente lucide e talvolta invise al potere.

Fu infatti esiliato nel nord del paese dallo secondo shogun Tokugawa, Hidetada, ma richiamato ed anzi nominato alla guida del santuario dei Tokugawa, il tempio di Tokai-ji, dallo shogun Iemitsu. Scomparve nel 1645, chiedendo al momento della morte dii impugnare il suo pennello: vergò il carattere cinese 夢 (yume, sogno), ripose il pennello e spirò.

Aveva lasciato ai suoi accoliti queste istruzioni:

Seppellite il mio corpo sulla montagna dietro il tempio, copritelo con i detriti e tornate alle vostre dimore. Non leggete i sūtra, non officiate cerimonie. Non accettate alcun dono né dal monaco né dal profano. Lasciate che i monaci indossino le solite vesti e consumino i loro pasti e procedete come in un giorno qualsiasi