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E' il momento di riprendere in mano il completo di pulizia che avevamo visto all'inizio e di riesaminare con esso la foto di apertura.

Elenchiamo di nuovo i vari componenti:

Uchiko: un tampone, che è bene tenere sempre ben protetto per evitare al massimo che venga contaminato da elementi che potrebbero venire a contatto con la lama

Abura: un flacone di olio di choji (chiodi di garofano) che ha proprietà anticorrosive e serve per lubrificare la lama

Mekugi nuki: il martelletto cacciaspine in ottone, metallo morbido che non rischia di danneggiare l'acciaio della spada.

Nuguigami: alcuni fogli di carta molto fine. Non si utilizzano normalmente fazzoletti di stoffa, se non dopo averli accuratamente lavati ed asciugati per evitare che perdano fibre. Vengono utilizzati per rimuovere polvere, detriti e lo strato di olio protettivo che va sostituito periodicamente.

Abura nuguishi: altri fogli, in realtà simili ai primi, utilizzati per stendere sulla lama un nuovo strato di olio.

Tutto qua.

Il martelletto serve come detto a separare la lama dal manico (tsuka) estraendo lo spinotto di ritegno (mekugi), per una pulizia più profonda o per esaminarne l'eventuale firma, ma non viene utilizzato per la pulizia di tutti i giorni.

La pulizia viene eseguita nel modo che abbiamo già visto nella prima foto, tratta da When the last sword is drawn di Takeshi Hamada, un film dall'ambientazione molto curata la cui azione si svolge in epoca Bakumatsu (il periodo tumultuoso dell'inizio Meiji, in pratica intorno al 1870-1880).

In posizione formale di seiza, che è anche quella più comoda per effettuare l'operazione, la lama viene estratta come abbiamo visto in precedenza. Viene poi mantenuta in posizione verticale, leggermente inclinata. impugnandola con la mano sinistra e lo ha (lato tagliente) rivolto verso la persona,

Come detto si usava nei tempi antichi effettuare queste operazioni tenendo un foglio di carta serrato nella bocca: alitare sopra un oggetto delicato è considerato improprio, ma nel caso di una lama si rischia anche di innescarne l'ossidazione, essendo l'alito umano ricco di sostanze corrosive.

L'uchiko viene battuto delicatamente sui due lati della lama, partendo dal kissaki - la punta - verso l'habaki, la guarnizione di metallo tenero che precede la tsuba, guardia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La finissima polvere (tsunoko) che si trova all'interno dell'uchiko, ricavata dalla crisalide di un insetto, si deposita sulla lama.

E' avvolta in un sacchetto di finissima carta chiamata yoshino-gami ricoperto a sua volta da un secondo sacchetto in cotone o seta, in cui viene inserito un manico di legno.

Viene a volte utilizzata allo scopo la  polvere ricavata dai detriti di lavorazione della uchigomori, la più fine delle pietre ad acqua utilizzate per la rettifica della lama.

Una uchigomori delle dimensioni di un panetto di burro ha un costo medio di circa 500€ ma quando ricavata da pietre con grana particolarmente fine supera largamente tale cifra.

 

 

 

Quando entrambi i lati della lama ne sono coperti si prende uno dei fogli di carta appositi, nuguigami.

In mancanza di questi, che dentro la confezione sono sempre in quantità limitata e sono di difficile reperimento, possono essere utilizzati dei comunissimi fazzoletti di carta. Ovviamente non devono essere colorati o trattati chimicamente, ogni elemento estraneo può provocare reazioni impreviste danneggiando preziose lame che vengono mantenute integre da secoli.

Impugnando il nuguigami con la destra, ripiegato fino a formare un rettangolo di circa 3cm x 6, lo si lascia scorrere sopra la lama, dal basso verso l'alto, in modo da asportare la polvere e con essa i residui dell'olio utilizzato per la pulizia precedente.

In questa fase, per ovvi motivi di sicurezza, il tagliente viene girato verso l'esterno, per evitare il rischio di ferite alla mano.

Il palmo della mano di conseguenza si trova rivolto verso il mune, il lato posteriore, normalmente convesso e con più o meno sori, curvatura, della lama.

A questo punto è bene eseguire un esame visivo della lama per rendersi conto delle sue condizioni e di eventuali danni dovuti all'uso, a errate manipolazioni o al trascorrere del tempo.

E' bene dire immediatamente che è molto raro che i problemi che si possono presentare siano risolvibili con un intervento immediato.

Quasi sempre vanno segnalati ad una persona esperta, che saprà consigliare a quale professionista del restauro indirizzarsi.

Uno dei problemi più frequenti è l'usura di alcune parti della lama per sfregamento contro la saya (fodero) al momento di estrazione e reinguainamento. Oltre che a errata esecuzione di queste manovre, il problema può essere dovuto alla deformazione del fodero dovuta al trascorrere del tempo, o al distacco al suo interno di schegge di legno.

Una verifica immediata è possibile battendo l'imboccatura della saya contro il palmo della mano: se delle schegge si sono distaccate all'interno si vedrà immediatamente: cadranno sulla mano. Nei casi più gravi sarà necessaria la sostituzione del fodero.

Vanno esaminate anche le condizioni del koiguchi, il terminale del fodero su cui scorre il mune della lama nella manovra di reinguainamento. Normalmente è in corno di bufalo, per facilitare lo scorrimento senza usurare la lama: in una saya economica può tuttavia essere di legno, e questo comporta una sua rapida usura e il quasi sicuro danneggiamento della lama.

Porre molta attenzione del maneggio delle lame con koshirae (montatura) fornito di guarnizioni in metallo: dall'alto vediamo un itomaki no tachi, con la nastratura che previene l'usura della costosa lacca contro l'armatura, al di sotto un efu no tachi; spesso il tachi monta una tsuba piatta, che non disturbi sospendendola alla cintura, ed il koiguchi è di metallo tenero; infne una katana. I primi due, come anche la montatura chiamata handachi (mezzo tachi), qui non inquadrata, prevedono forniture metalliche.

 

Tornando alle operazioni di manutenzione della lama, che prescindono dalla montatura, una quantità molto ridotta di olio abura viene depositata su un secondo foglio di carta.

Alcuni preferiscono depositarne direttamente alcune gocce sui due fianchi della lama. Se dovessimo quantificarlo, diremmo una goccia e non più per ogni lato.

Occorre diffidare dai completi di pulizia a prezzo sospettosamente basso, sono quasi sempre imitazioni cinesi e contengono olio di provenienza quantomeno incerta. L'olio è l'elemento che rimane a contatto diretto con la lama, meglio essere prudenti.

In Giappone si arriva anche a preparare oli (nugui) di composizione diversa a seconda della destinazione: il koshiki per la manutenzione di lame di epoca koto (anteriori al 1600), shinsei per le lame shinto (1600-1780 circa), kongo per le lame shinshinto (1780-1868) e quelle gendaito (moderne).

 

In ogni caso l'abura nuguishi, il secondo foglio di carta, va fatto scorrere anchesso sulla lama per distribuire l'olio ricoprendola di un leggerissimo strato protettivo, talmente fine da essere difficilmente apprezzabile ad occhio. Si ripete l'operazione di stesura 2 o 3 volte per essere sicuri di lasciare uno strato uniforme e non tralasciare alcuna parte della lama.

Una tasca situata all'interno del fodero, vicino all'estremità inferiore, serve a raccogliere eventuale olio in eccesso evitando che ne impregni l'interno del legno, innescando reazioni che macchierebbero in breve tempo la lama.

Quando si tratta di una lama "a riposo" che viene conservata solo per collezione, queste operazioni possono anche essere eseguita ad intervalli di diversi mesi, altrimenti come è logico i controlli sono frequenti.

E' consigliabile comunque, nel caso di una lama nuova o di acquisizione recente, eseguire l'operazione ad intervalli di 10 giorni circa per un periodo di almeno 6 mesi. Una volta stabilizzate le condizioni della lama, si possono dilazionare gli intervalli eseguendo la pulizia un paio di volte l'anno.

Ultimamente è invalsa la moda di utilizzare la procedura di pulizia anche per le spade da allenamento (iaito). Forse questo può soddisfare la vanità del proprietario che si illude così di avere tra le mani una vera spada, ma si tratta di una abitudine completamente priva di senso.

Gli iaito originali, fabbricati in Giappone, sono a base di leghe di zinco e non sono pertanto soggetti alla ruggine né sono riparabili in caso di danneggiamento. Diverso ovviamente è il discorso se si possiede una spada moderna in acciaio (shinken o shinsakuto).

La pulizia più profonda o l'esame volto alla valutazione della lama vengono eseguiti dopo avere smontato la spada (katana o tachi), daga (wakizashi) o pugnale (tanto); saranno oggetto di un articolo separato.