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La spada del postino

E’ abbastanza noto che nel Giappone feudale di epoca Edo solo i samurai erano autorizzati anzi obbligati al porto delle due spade; la lunga (normalmente una katana) e la corta (wakizashi), e il corredo del samurai veniva appunto chiamato dai-sho, lunga-corta. Già nel 1636 (alcune fonti riportano 1642) e poi circa mezzo secolo dopo nell’epoca Kanbun, durante il terzo shogunato dei Tokugawa, si decise anche una linea di demarcazione tra i vari tipi: venivano definite wakizashi le lame che non superavano i 2 shaku (circa 60 cm) di lama e tanto, pugnale, quelle al di sotto di 1 shaku.

Per le spade lunghe le regole fissavano una lunghezza massima per la lama tra gli 80 e gli 85 centimetri circa e ne consigliavano una standard di 71 cm, la cosidetta lunghezza josun che è quella ancora adesso utilizzata nei bokken da allenamento e negli iaito a meno che non si chieda espressamente una misura diversa (troverete oltre le misure dell’apparentemente complicato sistema giapponese, in realtà molto semplice). Bisogna dire che questo tentativo di uniformare le spade non ebbe grande successo al momento, ma fu la base della standardizzazione adottata circa 200 anni dopo in epoca Meiji, quando lo Zen Nihon Kendo Renmei, che aveva il compito di sottrarre alla dispersione il patrimonio culturale delle scuole di spada giapponesi, stabilì di utilizzare armi da allenamento conformi alle norme kanbun-to. Ma con questo basti sull’argomento,

Parliamo di un wakizashi molto particolare.

Erano autorizzate a portare una spada corta alcune categorie di commercianti e professionisti, come per esempio i dottori. O i postini... Perlomeno è quello che sospetto.

Vediamo per esempio questo bel wakizashi: ha un aspetto molto attraente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma se tentaste di estrarne la lama rimarreste molto sorpresi.

Potete infatti notare che la lama non c’è.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

All’interno del fodero e dell’impugnatura stessa si cela un nascondiglio che sembra fatto apposta per celare una lettera o un messaggio segreto.

Ma non crediate che si tratti di un oggetto da quattro yen, anzi quattro ryo data l'epoca. Che possiamo presumere sia quella Edo: non avrebbea avuto senso un oggetto del genere nel periodo successivo alla proibizione del porto della spada.

Possiamo quindi concludere, anche senza una analisisi dello stile e delle tecniche di costruzione dell'oggetto, che è sicuramente risalente ad un periodo anteriore al 1876.

 

 

 

 

 

 

 

Il particolare evidenzia l’ottimo grado di finitura della laccatura del fodero e la complessa lavorazione del kurikata, l’anello dove passa il cordone che assicura la spada alla cintura (sageo) ove è raffigurata la testa di uno shishi (leone).

L'assieme conferma che l'ingegnoso sistema era destinato ad un professionista di un certo tono, avente l'obbligo gi indossare permanentemente il wakizashi.

Sarebbe quindi da privilegiare l'ipotesi del dottore, che magari vi riponeva i ferri chirurgici, piuttosto che quella del corriere che vi conservava le missive.