Una mostra-laboratorio ospitata dal Museo delle Civiltà a Roma sull’arte degli alberi in vaso: un vero e proprio do, un aspetto della cultura orientale improntato al rapporto con la natura e all’estetica zen.
La bellezza del bonsai è qualità pura, ma bisogna desiderarla, cercarla e infine scoprirla…Questa frase ha concluso l’intervento introduttivo di Bruno Proietti Tocca, componente del Collegio nazionale istruttori di bonsai (IBS), fondatore della scuola Shizen e presidente dell’Associazione Bonsai Tevere, alla due giorni (sabato 17 e domenica 18 novembre u.s.) tutta dedicata all’arte del bonsai con lezioni, dimostrazioni ed applicazioni pratiche ed ospitata a Roma nella bella sede del Museo delle Civiltà (EUR).
Rappresentazione di un vasto impero su di una carta geografica o mappa: il problema fu sollevato da Jorge Luis Borges nell'ormai lontano 1935, in un brano apparso in Storia Universale dell'infamia.
Con il termine «spiritus» I nostri padri latini intendevano designare la respirazione quale funzione fisiologica, quindi l'aria nei suoi composti di ossigeno e di idrogeno, arricchita di profumi naturali, sia la vita che da detta respirazione trae la sua scaturigine, da cui le locuzioni « spirare », « esalare l'ultimo respiro » e così via.
Spiritus, nell'accezione latina significava anche anima, laonde « esalare » l'ultimo respiro » equivaleva anche a dire « rendere l'anima a Dio ».
Quanto sopra detto già sarebbe di per sé sufficiente a spiegare le relazioni che intercorrono fra spiritualità e respirazione, ma, per venire al tema specifico dell'aikido, occorre premettere che esistono vari sistemi o « vie » (in linguaggio orientale « do ») per giungere a sviluppare e padroneggiare le energie latenti attraverso il processo respiratorio.
Oltre 50 anni fa il giovanissimo Toshio Nemoto reduce da un soggiorno di studio negli Stati Uniti fece tappa in Italia. Laureato alla Università Waseda di Tokyo, pensò di far visita al maestro da cui aveva appreso proprio alla Waseda l'aikido, Tada Hiroshi. Gli venne sorprendentemente proposto di fermarsi in Italia per insegnare, e altrettanto sorprendentemente accettò senza esitazione. Lasciando cadere almeno per il momento ogni suo altro progetto di vita.
Trovare la giusta collocazione per questo articolo non è facile, e la scelta di inserirlo nella sezione tecnica dedicata all'aikido è sembrata se non la più adatta perlomeno la meno impropria. Itsuo Tsuda è stato certamente un maestro di aikido e ha lasciato tracce indelebili nella storia dell'arte, ma la cronaca di questa mostra, ove veniva presentato un suo libro di calligrafie, non è apparentemente legata alla tecnica o allo spirito dell'aikido. Cercheremo di dimostrare come questo non sia vero.
Alcuni anni fa con molto dolore dovemmo tagliare alcune delle querce preferite di mio suocero, visibilmente malate. Passarono gli anni, passò purtroppo anche lui. Il clima aveva già iniziato da tempo a cambiare, e cambiava ancora. La più grande e maestosa delle querce, che non aveva dato segni esterni di problemi e non era stata toccata, venne schiantata di colpo da una tempesta di una violenza mai vista prima in Renania. Fu necessario troncarla poi alla radice.
L'immagine stampata. Questo, tradotto, è il titolo della mostra di stampe giapponesi aperta fino al 30 settembre 2018 presso il Museum für Ostasiatische Kunst di Colonia. Dopo un lungo periodo di relativo silenzio in questo anno le mostre dedicate all'arte dell'ukiyo-e sembrano essersi improvvisamente moltiplicate, e la cosa non può che far piacere ma rende difficile una scelta. Contrariamente ad altre mostre, anche prestigiose e imperdibili, quesa esposizione non è itinerante: il museo ha attinto alle sue collezioni, iniziate nel lontano 1909 ma raramente esposte in precedenza.
Circa 20 anni fa, nel momento in cui assieme agli amici Giovanni Granone e Giancarlo Pezzulli ero impegnato nella creazione del sito internet dell'Aikikai d'Italia, si venne a un punto in cui decidemmo di ricercare una veste più personalizzata per la home page e alcune mie proposte vennero accolte. O forse, ma questo è il senno di poi, in qualche modo le imposi pur senza rendermene conto.
Campeggiava al centro della pagina la parola BENVENUTO. Un augurio a tutti i praticanti di aikido e a quanti aspirassero a diventarlo, ovvero semplicemente fossero mossi dal desiderio di saperne qualcosa, a trovarsi a loro agio. A casa loro. Nel loro dojô.
Scritto diversi anni fa, rileggendolo a bocce ferme questo articolo si è dimostrato ancora attuale. Anzi, forse, a maggior ragione. La generalizzazione delle ricerche on line, che ormai si fanno pure sul tram per sapere a quale fermata scendere, tende a dar loro l'attendibilità di un oracolo. Attenzione però; è relativamente facile scoprire se per andare al Colosseo dobbiamo andare a destra o a sinistra, esplorare fatti e misfatti del genere umano non è altrettanto semplice. Forse però è più divertente. A volte addirittura più proficuo.
Tsukahara Bokuden (1489-1571)
The hundred rules of war
Traduzione di Eric Shahan
Createspace Indipendent Pub, 2017
Tsukahara Bokuden è una figura per molti versi leggendaria, eppure ha lasciato immortali e tangibili tracce nella vita di molti praticanti di arti marziali. Fu infatti praticante di Tenshin Shōden Katori Shintō-ryū, considerata la più antica scuola di spada tuttora praticata e una delle più diffuse al giorno d'oggi, e fondò più tardi una sua scuola che chiamò Kashima Shintō-ryū, anchessa sopravvissuta ai secoli e tuttora fiorente.