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PolimniaL'ukiyo-e nasce o piuttosto si  trasforma e si evolve a rappresentazione di un mondo fluttuante solo apparentemente spensierato e senza domani, scomparso come abbiamo già detto  da secoli ma come inevitabilmente scompare ogni manifestazione dell'animo umano. Mondo destinato a essere sostituito da altri mondi non necessariamente migliori ma anche a rimanere nel ricordo perenne dei posteri, attraverso l'arte della stampa policroma. Che rivolge ben presto il suo interesse - traendone fonti di ispirazione - anche verso altre tematiche.

Uno dei temi maggiormente trattati, e da tutti i maggiori artisti, è apparentemente effimero e volatile anchesso: la bellezza femminile. Effimero non solamente perché mutano i gusti e le tendenze e tende a mutare la percezione del bello, ma anche perché un certo tipo di bellezza appartiene solamente ad una stagione della vita della donna, essendo destinato a mutare e apparentemente, solo apparentemente, a sfiorire con l'età. Tuttavia la rappresentazione del bello è antica quanto l'umanità stessa, e ci ha saputo restituire modelli ideali che hanno sfidato i millenni e sono stati riconosciuti come tali da ogni cultura, superando così anche ogni tenue sospetto di caducità.

Nella immagine a lato vediamo infatti, dagli orti mecenaziani in Roma, attualmente presso il museo della ex Centrale Montemartini, una copia romana da originale greco della raffigurazione classica della musa Polimnia, figlia di Zeus, che sovrintendeva all'arte della danza sacra ed eroica. Viene usualmente immaginata come una giovane donna dall'abbigliamento severo, in atteggiamento pensoso e sereno.

Bx16 08MasanobuMolti artisti della nascente epoca Edo si dedicano al bijinga, l'omaggio alla bellezza femminile. Non si deve però pensare a una netta separazione dei generi oppure a bruschi passaggi tra un periodo artistico e il successivo.

Questa stampa di .Okumura Masanobu (1686-1764) intitolata Le 4 dormienti di una casa chiusa (la quarta è una gatta), ancora monocroma, appartiene indiscutibilmente al genere ukiyo-e e abbiamo ogni motivo di pensare che si sia ispirata a una visita se non alla frequentazione costante del quartiere proibito di Yoshiwara.

Si evolve naturalmente e senza alcun distacco dalla pura appartenenza al genere ukiyo per darci quella che è forse una anteprima del bijinga.

 

 

Bx16 09ToyonobuSuccessivamente l'ideale della bellezza femminile presta meno attenzione all'ambiente in cui è avvenuto di osservarlo e si concentra piuttosto sulla naturale grazia degli atteggiamenti e delle espressioni.

Anche e forse soprattutto nei gesti della vita quotidiana, spesso e sempre più spesso associando la bellezza muliebre alla bellezza della natura, nei molteplici aspetti che vengono offerti dall'alternanza delle stagioni.

Ishikawa Toyonobu (1711-1785) in questa stampa (particolare) a 3 colori, tecnica definita benizuri-e  ossia immagine stampata in rosa - porta fino a noi il ricordo di una fanciulla intenta a una danza solitaria con ventaglio. Il suo kimono è decorato con motivi floreali presumibilmente stagionali .

RIcordiamo che il nome d'arte si accompagna nell'uso giapponese a quello della scuola, sappiamo quindi di trovarci di fronte a un'opera di Toyonobu della scuola Ishikawa. Ma anche nel nome proprio c'è una traccia del percorso artistico.

Al termine del lungo tirocinio l'allievo riceve l'autorizzazione a firmare le sue opere, e il nuovo nome che gli viene attribuito viene composto conservando parte del nome del suo maestro.

Sappiamo così che Hiro-shige (広重) fu discepolo di Toyo-hiro (豊広), a sua volta maturato sotto l'insegnamento di Toyo-haru (豊春).

 

 

 

 

 

Bx16 10UtamaroIl maestro indiscusso del genere bijinga è Kitagawa Utamaro (1753-1806), artista poliedrico e dalla vita movimentata e tormentata, che viene spesso anche definito il pittore delle donne.

Questa stampa del tipo okubi-e (ritratto in primo piano) risalente al 1790 circa venne commissionata all'artista dall'editore Tsutuya Juzaburo.

La giovane, raffigurata in una posa di servizio, sta maneggiando il piattino che viene posto sotto la tazza di the.

E' una bellezza riconosciuta e conclamata del quartiere di Yoshiwara ove gestiva appunto una casa da the: Kikumoto Ohan.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bx16 11UtamaroUtamaro affina col tempo la sua arte, arrivando così a proporre un modello in cui convivono differenti concetti che potevano sembrare prima di lui inconciliabili.

La bellezza muliebre si affina, si sublima, fino a divenire un modello ideale, quasi astratto, eppure sorprendentemente reale, non semplicemente realistico.

Il personale esile delle sue donne sembra distaccarsi dalle miserie terrene e tendere al cielo, portandoci con sé.

La stampa è intitolata L'ora del gallo ed appartiene alla serie Le dodici ore delle case verdi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bx16 12EisenMeriterebbe molto di più di un semplice accenno l'arte dello shunga, rappresentazioni erotiche cui ogni artista nipponico si è dedicato, ad eccezione di Hiroshige.

Pur riproducendo spesso situazioni estremamente realistiche, costituendo quindi il bersaglio favorito della censura delle autorità, bersaglio rimasto però sempre inafferrabile nel corso dei secoli, l'arte dello shunga in realtà pur non rifiutando la rappresentazione dell'atto sessuale, pur sembrando anzi indulgervi a volte con un eccesso di enfasi, punta soprattutto a rendere immortale l'estasi dell'animo che nasce dall'unione, anche carnale, di due esseri umani.

Keisai Eisen (1790-1848). Il titolo, Visita per ammirare la fioritura, (la fioritura dei ciliegi - hanami - è uno dei maggiori avvenimenti che scandiscono la vita dei giapponesi) allude già all'ìimperiosità dell'attrazione tra uomo e donna, che può travolgere ogni convenzione e ogni formalità, cogliere ogni occasione anche la più apparentemente innocua.

Viene riportato solamente un particolare della stampa, rinunciando ma con rammarico a riprodurla integralmente.