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Koln18 12La mostra di Colonia è senzaltro ben allestita. Non carica eccessivamente i toni sui grandi maestri presenti ovunque venga proposta una esposizione (naturalmente le loro opere non mancano nemmeno qui) ma opera una intelligente selezione che permette di seguire e comprendere meglio il percorso dell'ukiyo-e. Delle sue scuole e dei suoi artisti.

Permette infatti soprattutto di comprendere che l'artista nasce - o muore - quando la società crea le condizioni per la sua nascita o la sua morte, o è causa della sua mancata comparsa sulla scena.

Sono molti in quei due secoli scarsi gli artisti che attraverso l'ukiyo-e hanno saputo darci qualcosa di unico, di irripetibile, di bello. E senza mai gridarlo, senza mai ostentarlo.

E' bene dare loro tutto lo spazio dovuto, e richiamarli tutti alla nostra attenzione.

 

 

Koln18 13Certo, i sommi maestri sembrano non limitarsi a puntare imperiosamente il dito verso la bellezza, verso l'armonia, verso la serenità.

Sembra che siano capaci di crearla dal nulla, o perlomeno di trovarla dove nessuno pensa che si possano annidare. Creano per noi oasi di armonia.

E' veramente triste che queste opere siano rimaste praticamente inaccessibili per otre un secolo.

Ma dobbiamo sicuramente ringraziare l'Ostasiatische Museum per averle diligentemente conservate lungo il trascorrere di questo lungo periodo, sottraendole anche alle distruzioni della guerra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Koln18 14Chiedendo e ottenendo il supporto di altre istituzioni il museo ha potuto anche rendere conto al visitatore. sia pure per sommi capi. del lungo e complesso processo di produzione delle stampe policrome, che coinvolgeva oltre all'artista numerosi eccellenti artigiani, dotati della indispensabile sensibilità per assecondare pienamente la sua ricerca espressiva.

Qui vediamo una delle molte matrici in legno, una per ogni colore, necessarie per la produzione di una stampa policroma.

Si tratta di ua serie dedicata da Utagawa Kunisada (1786-1865) al Genji Monogatari, la prima opera letteraria del Giappone, in cui si narra l'epopea del principe splendente Hikaru Genji. Il poema venne composto dala nobildonna Murakami Shikibu nel XI secolo.

Koln18 15Oltre ai numerosi attrezzi utilizzati per l'incisione del legno, erano mostrati anche quelli, ancora più numerosi, necessari alla preparazione dei colori e per il loro trasferimento poi prima sulla matrice e poi sul foglio di stampa.

Sono molto numerosi ma anche molto semplici: la mano dell'artigiano fa premio su tutto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Koln18 16Il sapiente dosaggio dei colori, le loro sovrapposizioni, la sensibilità delle mani dell'artigiano incaricato di pressare il foglio sulla matrice, permettevano di ottenere differenti sfumature della stessa opera. O addirittura di prepararne versioni completamente differenti, una per esempio con i colori del cielo al tramonto e un'altra con i colori dell'alba o del giorno pieno.

Vediamo qui infatti due differenti versioni di una delle stampe più note del grande Hiroshige.

 

 

 

 

 

 

Koln18 17Ma chudiamo la rassegna di questa bella e raccomandabile mostra con una curiosità.

L'interesse verso il Giappone, di cui a fine 800 si aprirono improvvisamente le porte dopo secoli di isolamento, era accompagnato da un interesse speculare dei giapponesi verso il mondo occidentale, a loro totalmente sconosciuto.

Questa stampa per la verità è precedente: risale al 1800 circa e proviene con certezza dagli scambi commerciali e culturali con l'unica entità straniera ammessa in Giappone,  la missione commerciale olandese a Deshima.

Rappresenta infatti con una certa verosimiglianza il Foro romano per quanto sia incongrua la presenza del Colosseo; ma è un errore probabilmente già presente nell'originale che ha ispirato questa veduta. Le immagini di paesi lontani hanno sempre avuto molto successo e non si esitava - ovunque - ad affidarne la produzione a chi non aveva mai viaggiato.

La dicitura della stampa riporta per giunta Tempio di Furansuka in Olanda.