Utagawa Hiroshige

Cento famose vedute di Edo

Taschen

 

La casa editrice Taschen pubblica una serie estremamente interessante di opere, tentando di curare contemporaneamente la professionalità dei contenuti, la presentazione estetica e la ragionevolezza del prezzo. I metodi utilizzati per raggiungere lo scopo sono diversi. Ad esempio Taschen ricorre spesso all'espediente di accorpare nella stessa edizione i testi delle principali lingue europee, in modo da coprire con una unica tiratura tutti i propri obiettivi. Obiettivi di mercato beninteso, ma in questo caso non ci sentiamo di attribuire alla parola un significato negativo.

Questo libro, dedicato all'immenso Utagawa Hiroshige, che assieme a Katsushika Hokusai e Kitagawa Utamaro costituisce la triade dei massimi esponenti dell'arte della stampa giapponese, già inserito in una politica editoriale apprezzabile, ci sembra in più particolarmente ben riuscito. Va senza alcun dubbio segnalato con il classico Bollino Blu.

E' estremamente difficile, per l'appassionato che scopre il mondo dello ukiyo-e superare il filtro costituito dalle scelte editoriali delle case editrici. Si trovano dappertutto opere dedicate allo ukiyo-e in generale, a questo o a quell'artista ovvero a questa o quella scuola. Ma si tratta quasi invariabilmente di antologie che presentano frammentariamente opere concepite per essere apprezzate nel loro assieme, e di illustrazioni in formato troppo ridotto per poterle apprezzare come sarebbe doveroso, oltre che piacevole, fare.

Il libro ha dimensioni generose, cm 25 x 31, e questo ha consentito di pubblicare le stampe rispettando le proporzioni del formato oban originale, circa 24 x 37, riducendone solo leggermente le dimensioni. Non si tratta della solita antologia di opere selezionate secondo criteri variabili, ma della edizione completa di una opera che fece scalpore alla sua pubblicazione, sul finire della epoca Edo (le prime 5 stampe apparvero nel 1856, al termine ne erano state pubblicate in realtà 120) e che deve necessariamente essere rispettata nella sua integrità. Viene utilizzata per questo testo la serie delle 100 vedute custodita presso l'Ota Memorial Museum of Art di Tokyo, una prima edizione di alta qualità.

Le premesse porterebbero a temere un prezzo inavvicinabile. Nulla di tutto questo, il prezzo di copertina è di soli 29,90€. Gli accorgimenti utilizzati per mantenere un buon livello di qualità e fruibilità dell'opera pur mantenendo alta l'attenzione sui costi di produzione e di vendita meritano qualche dettaglio.

Qualcuno avrà già notato nella foto di apertura che sulla copertina appaiono dei fermagli di stile giapponese. La copertina infatti non è solidale con il libro, si tratta di una semplice cartella, economica e purtuttavia di aspetto gradevole e notevolmente robusta, all'interno del quale si trova il libro vero e proprio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il quale libro è rilegato alla giapponese: la carta è stampata solamente da un lato, viene poi ripiegata a fisarmonica e rilegata sul lato esterno, con cuciture a vista.

Viene da pensare che nel caso che dovessero cedere col passare del tempo la loro sostituzione sarebbe alla portata di chiunque, e non ci sembra un male.

La pagina iniziale e quella finale, che costituiscono la copertina del libro vero e proprio e che sono quelle che materialmente vengono maneggiate più spesso, sono di robusta plastica finemente rigata, piacevole al tatto.

Quelle interne sono di carta opaca, che non ostacola la lettura e la visione delle stampe, e non sbiancata all'eccesso creando eccessivo contrasto.

Per quanto non sia un ramo di nostra competenza, diremmo che si tratta di carta riciclata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Obiettivamente questa soluzione crea qualche difficoltà nella lettura: date le imponenti dimensioni dell'opera, non dimentichiamo che essendo i fogli doppi le 272 pagine sono in realtà 548 contando anche la copertina.

Si ha difficoltà a mantenerle piane, soprattutto nella parte iniziale e in quella finale ove non c'è equilibrio tra il lato sinistro e quello destro.

Non è un problema però col quale non si possa convivere: a sinistra viene presentato il testo, un dettagliato commento di ogni stampa presentata, a destra la stampa.

Quindi il lettore può sistemare convenientemente il libro per esaminare al meglio la parte che ha sottocchio al momento.

 

 

 

 

 

 

Vogliamo rimarcare ancora una volta che in questa opera sono radunati, nello stesso ordine in cui il creatore aveva voluto proporgli al mondo, numerosi capolavori che non andrebbero fruiti separatamente.

Costituiscono un racconto con una sua trama, un avvincente romanzo che trascina in una magnifica avventura nella città di Edo, seguendo il filo delle stagioni.

Un plauso, ben meritato, ai curatori dell'opera, che illustrano in modo inappuntabile ogni singola stampa, oltre che fornire una dettagliata introduzione e la consueta bibliografia: Melanie Treder e Lorenz Bichler.

 

 

 

 

 

 

 

E vogliamo infine segnalare, lasciandovi con un'ultima opera immortale, il ponte di Kameido Tenjin, che un'altra delle opere più affascinanti tra quelle che Hiroshige ci ha lasciato, e contenuta appunto nelle Cento vedute, venne utilizzata nell'allestimento della mostra dedicata al maestro che nell'anno 2009 è stata ospitata a Roma presso il Museo del Corso.

Si tratta del celeberrimo giardino di Kameido, e nelle pagine dell'articolo dedicate alla tecncia di stampa potrete conoscere quale fu la sua genesi.