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Io (Mitsunori Isaki) pochi anni dopo sta portando un vassoio alla sorella maggiore, radunata assieme ad altre bambine per l'Hina Matsuri.

E' la festa riservata alle bambine e si tiene il 3 marzo.

In quella occasione vengono esposte delle splendide bambole - per questo si parla di festa della bambole ossia hina matsuri - esposte sopra un ripiano a scalini rivestito di rosso.

 

 

Rappresentano l'imperatore e l'imperatrice, abbigliati in fastosi costumi dell' epoca Heian (794-1195).

Sono attorniati da esponenti dell'aristocrazia e soprattutto dai musicanti che nelle occasioni prestabilite eseguivano la musica di corte detta gagaku (musica elegante).

 

 

 

 

Io rimane affascinato a fissare le bambole, che venivano custodite gelosamente per tutto l'anno ed esposte solamente in questa occasione.

La sorella lo richiama all'ordine: come mai ha portato vivande per sei quando lei e le ospiti sono solamente cinque?

Eppure Io è assolutamente sicuro di avere visto un'altra persona.

 

 

 

Quando sta per andarrsene la vede all'improvviso nell'altra stanza.

Richiama su quella figura l'attenzione della sorella, ma si accorge con grande stupore di essere l'unico a vederla.

 

 

 

 

 

 

Rinunciando a tentare una spiegazione, va incontro alla bambina sconosciuta.

Ma costei si allontana ogni volta che lui si avvicina e scompare d'improvviso, salvo riapparire poco più in là come se volesse aspettarlo.

E' oramai uscita dalla casa, ed Io non riesce a trattenere l'impulso di correrle appresso, seguendola fino ad una oscura foresta di bambu.

 

 

 

Uscito dalla foresta Io si ritrova ai piedi di un pendio diviso in ripiani. La bambina scompare, come se il suo compito fosse terminato.

Gli appaiono allora, ordinatamente disposti lungo i gradoni, ma sullo sfondo verde dell'erba e non sul rosso del tappeto, gli esponenti di una Corte Imperiale.

I loro costumi sono ancora più magnificenti di quelli che Io ha appena visto, i loro atteggiamenti ancora più maestosi.

 

Ma irati. Sdegnati.

I dignitari, che recano come insegne delle loro funzioni degli strumenti agricoli, aggrediscono verbalmente Io. Loro sono gli spiriti del pesco, e nella casa di Io i peschi sono stati appena abbattuti per far posto ad altri alberi più redditizi.

 

 

 

 

Io respinge in lagrime l'accusa: non è stato certamente lui a tagliare ed estirpare i peschi sstituendoli con altri alberi, ne ha anzi sofferto molto.

Certamente ci sono frutti che rendono di più, ma cosa c'è di più bello dei fiori del pesco?

Cosa c'è di più importante al mondo di un fiore?

 

 

 

I cortigiani si rivolgono verso l'imperatore del pesco.

Attendono un suo cenno.

 

 

 

 

 

 

 

L'appassionata autodifesa di Io ha mosso il suo cuore. Sì, anche gli Imperatori del Pesco e la sua Imperatrice hanno un cuore.

Come potrebbero altrimenti dare vita e regnare sopra tanta bellezza?

L'assenso della coppia imperiale libera, sprigiona, le energie di tutti i cortigiani.

 

 

 

I musicisti afferrano i loro preziosi strumenti ed una musica antica, arcana, inizia a diffondersi nell'aria.

Le danzatrici seguono il ritmo all'unisono, con gesti misurati e solenni.

 

 

 

 

 

Una nuvola di fiori di pesco inizia ad avvolgere la corte schierata, coprendo anche Io con une surreale nevicata.

 

 

 

 

 

 

 

Quando la musica tace, accanto al bambino stupito è spuntato un piccolo alberello di pesco,  i cui rami sono coperti di fiori.