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Le ragioni dell'immenso dolore che Kane continua a provare, dopo 45 anni dalla tragedia, rimangono non spiegate: non è possibile spiegarle. Ogni guerra causa le sue vittime, e uno dei più significativi sintomi del "progresso" sembra essere stato quello di coinvolgere nelle guerre un numero sempre crescente di civili innocenti.

Eppure il dolore di chi è stato colpito, direttamente o meno, dal fuoco atomico, rimane per sempre insanabile, non paragonabile a quello di chi pure ha perso i propri cari in combattimento o sotto bombardamenti convenzionali. La casa di campagna di Kane è stata protetta dalle colline, mentre Nagasaki si trova in una vallata circondata appunto dalle alture, che hanno amplificato gli effetti dell'esplosione evitando che si disperdesse.

Sembra infatti che la sventurata città sia stata cinicamente inserita tra i possibili bersagli anche per questa ragione, venendo considerata come un astratto fenomeno da analizzare.

Tre dei ragazzi hanno deciso di esplorare Nagasaki, alla ricerca di un perché. Come spesso succede a chi indaga nel passato, si renderanno conto ben presto che la condizione prima per poter conoscere le ragioni di un avvenimento è conoscere e comprendere innanzitutto l'avvenimento stesso.

Cosa è successo a Nagasaki il 9 agosto del 1945?

Esaminando la città dall'alto non è facile rendersene conto. Sembra una citttà come tante altre, che stranamente, anche quando moderne, danno l'impressione di essere sempre state lì. Che nulla possa mai essere successo nel passato a cambiarle.

I tre decidono di recarsi alla scuola dove insegnava il nonno.

Nemmeno qui sembra esserci alcun segno visibile di quanto è sucesso in quella terribile giornata di tanti anni prima.

Si guardano attorno, perplessi.

 

 

 

 

 

 

 

 

Finalmente avvistano qualcosa.

Era difficile farci caso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E' una targa in marmo nero, appoggiata semplicemente sul terreno, seminascosta in mezzo ad una piccola aiola fiorita.

La scritta, in bianco, reca semplicemente una data: il 9 agosto del 1945 e un'ora: le 11,02 del mattino.

E' il giorno, è il momento, dell'olocausto.

Perché però quella targa sta proprio lì, isolata in mezzo al grande cortile?

 

 

 

 

 

Basta alzare gli occhi per avere una muta e tragica risposta.

La struttura annerita e contorta accanto alla lapide è quello che rimane di una di quelle strutture metalliche che hanno lo scopo di far giocare i bambini negli intervalli tra una lezione e l'altra.

L'esplosione nucleare ha forse colto la scolaresca proprio durante l'intervallo, mentre era riunita nel cortile.

L'effetto sulle povere vittime può essere immaginato rendendosi conto delle condizioni in cui è stata ridotta la struttura.