Tecnica e storia
L'olimpo della spada - I - p. 2
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Odenta - 大典太
Risultato del lavoro di un fabbro spadaio chiamato Mitsuyo nel periodo Heian (794-1185). Tenta è un nome comune per i lavori creati da Mitsuyo ma, grazie al suo eccellente lavoro, a questo tachi è stato dato il nome Dai tenta Mitsuyo (Lungo Tenta di Mitsuyo), oppure O tenta (Grande Tenta) appunto. Sembra che la lama in origine fosse un tesoro della famiglia Ashikaga [lo shoogunato Ashikaga data dal 1336 al 1573] poi arrivato alla famiglia Tokugawa tramite Nobunaga Oda e Hideyoshi Toyotomi, i due condottieri arrivati al dominio del giappone prima di Yeyasu Tokugawa. Durante lo shogunato di Hidetada Tokugawa (1605-1623) passò alla famiglia Maeda per ritornare ai Tokugawa più volte quando la moglie (o la figlia, le versioni contrastano) di Maeda Toshitsune si ammalò poi guarì, si ammalò e guarì ancora una volta, quindi la spada sarebbe una specie di guaritrice inanimata. Insieme a Onimaru e Futatsu-mei rappresenta uno dei tre regali donati in origine agli shogun del clan Ashikaga.
Juzumaru - 数珠丸
L'ultima lama del “Tenka-goken” deriva il suo nome da un rosario buddista che adornava la spada ad opera di Nichiren (1222-1282), fondatore della setta buddista che da lui prende nome, per scacciare gli spiriti demoniaci. È in mostra una volta all'anno il 3 novembre a Honko-ji, nel tempio Amagasaki a Hyogo. Sembra sia stata creata da Aoe Tsunetsugu (青江恒次) un fabbro di Bitchu.
Dopo la morte di Nichiren fu custodita nel Tempio Kuonji sul monte Minobu, ma scomparve durante l'era Kyoho. Circa 200 anni dopo, nel 1920, la spada fu messa all’asta, dapprima rifiutata come sospetta contraffazione ma poi rivelata al mondo ancora una volta. Fu donata quindi al tempio Honkoji nella città di Amagasaki, nella prefettura di Hyogo, vicino alla casa dello scopritore.
Gli artefici
Masamune 五郎入道正宗
Il più famoso di tutti
Masamune sta al nihontō così come Musashi sta al duello con la spada. Sono sinonimi, inscindibili.
Non si può parlare di forgiatura di lame senza parlare di Masamune e delle sue leggendarie creazioni. Sebbene gli anni della nascita e della morte siano sconosciuti, Masamune sembra sia vissuto a Kamakura durante l'omonimo periodo (1185-1333) ed è conosciuto anche con i nomi di Goro Nyudo Masamune, Okazaki Masamune o Okazaki Goro Nyudo. Fu lui il pioniere del leggendario metodo di raffinazione e miscelazione dell'acciaio, processo ancora in uso al presente e diventato una pratica standard della lavorazione delle lame.
La bellezza straordinaria del suo lavoro, oltre che nella qualità della spada (resistenza, durata, bilanciamento), risiedeva nella bellezza dell’hamon, il “disegno” che corre lungo la lama tra i lati (ji) e il filo (ha).
Honjo Masamune
La Honjo Masamune è senza dubbio la più famosa delle sue creazioni, uno dei migliori esempi di spada mai realizzata, e forse la più famosa. Fu tramandata per generazioni all’interno del clan Tokugawa dal 1600 fino al 1939 quando fu classificata Tesoro Nazionale. Durante l'occupazione americana del Giappone il possesso di spade divenne illegale, e diligentemente seguendo la nuova legge, il capo del clan la consegnò insieme ad altre spade appartenenti alla famiglia da secoli, alla stazione di polizia locale, debitamente registrata nei documenti ufficiali ma scomparendo per sempre.
Poiché Masamune sembra non firmasse le sue spade, sarebbe molto difficile identificarla se dovesse mai venire ritrovata. Vista l’ignoranza che regnava sull’argomento da parte degli stranieri in quel periodo, potrebbe essere stata distrutta e fusa insieme ad altre migliaia di spade requisite in quel periodo. Una spada Masamune fu donata a Harry S. Truman, presidente degli Stati Uniti d'America, al momento della resa incondizionata del Giappone dal generale in comando delle forze alleate occupanti.
Secondo la tradizione il nome deriva dal generale che vinse il diritto a detenerla durante la battaglia di Kawanakajima nel 1561: Honjo Shigenaga. Verso la fine del XVI secolo, la spada passò allo shogun Toyotomi e poi alla dinastia Tokugawa. Nell'oshigata (disegno della lama eseguito da esperti) si possono vedere alcuni particolari della lama.
Musashi Masamume
Altra lama famosa è la Musashi Masamume, una katana che sembra sia appartenuta al più famoso spadaccino della storia.
Dal 2000 questa spada è stata acquisita dalla Society for the Preservation of Japanese Art Swords.
Hyuga Masamune
Masamune non forgiava solo spade ma anche lame più corte [wakizashi, con lama da 30 a 60 cm e tantō con lama di dimensioni minori].
Qui di seguito possiamo vedere uno dei lavori a lui riconosciuti, il tantō Hyūga Masamune, posseduto da Ishida Mtsunari, il grande sconfitto della battaglia di Sekigahara che decise nell'ottobre 1600 le sorti del Giappone, durante la quale se ne impossessò il governatore del feudo di Hyūga.
Shimazu Masamune
Fortunatamente non tutte le spade sono perdute: la “Shimazu Masamune” è stata ritrovata nel 2014 dall'ultima volta che era stato vista nel 1862. Esperti confermano l’autenticità della spada di cui si erano perse le tracce e che era appartenuta alla famiglia Tokugawa verso la fine del periodo Edo. La Shimazu Masamune fu il regalo per il matrimonio della principessa Kazunomiya con Tokugawa Iemochi (1846-1866), shogunTokugawa.
Dagli inizi a Kamakura, l’arte di Masamune si è diffusa e non si è mai fermata: il suo pronipote, un fabbro Masamune di 24a generazione, gestisce una fucina a Kamakura, la città natale del primo maestro Masamune.
Muramasa - 村正
Conosciuto anche come Sengo Muramasa (千子村正) visse tra il XV e il XVI secolo a Kuwana, oggi prefettura di Mie, e al pari di Masamune il nome è tanto leggendario quanto rispettato.
Tecnicamente il Muramasa-ha (bordo Muramasa) dalla caratteristica ondulazione gunome era noto per essere di altissima qualità e l'acciaio più spesso vicino al manico della spada forniva un grande equilibrio alla lama quando brandita. Le sue lame sono spesso associate a sfortuna, demoniache, al punto che sembra fossero state bandite durante lo shogunato Tokugawa per aver recato morte al nonno, padre e primogenito del primo shogun Tokukawa, Ieyasu.
Ci sono leggende che narrano di Muramasa che una volta andò presso un fiume e vi immerse due spade: una sua e una di Masamune. I bordi di entrambe le spade tagliavano facilmente le foglie morte o altri oggetti mentre scorrevano nel fiume e passavano sulle due lame.
Però mentre la spada di Muramasa tagliò anche i pesci, quella di Masamune li lasciò vivi senza recar loro danno. La Muramasa acquisiva la fama di falciatrice di morte senza alcun riguardo contrapponendosi alla Masamune, arma letale ma con un giusto discernimento del momento di recare la morte. Fu tale la fama di portatrice di morte, che la Muramasa fu usata nel teatro popolare per indicare l’arma dei pazzi assassini e posseduti.
Nota singolare: anche ritenendo sciocche le leggende sulle demoniache spade di Muramasa il Giappone non include una sola lama di Muramasa nella sua lista dei tesori nazionali (Kokuhou). Il tantō che vedete nella immagine è infatti classificato “solamente” come Jûyô Tôken, un livello importante ma comunque inferiore.
Per approfondimenti potete consultare anche i seguenti link (lista non esaustiva!)
https://www.musubi.it/it/costume/miti/328-evangelion.html
https://www.musubi.it/it/nihonto/tecnica/282-incontro.html
https://www.musubi.it/it/nihonto/tecnica/280-cielo.html
https://www.musubi.it/it/nihonto/tecnica/279-estetica.html