Premessa 2

 

Parte tecnica

Pur traendo le basi dell'aikidô dalla preesistente disciplina plurisecolare del Daitô ryu, fortemente strutturata, il fondatore Ueshiba Morihei lasciò volutamente indeterminate molte caratteristiche della sua arte, preferendo calcare soprattutto - e fortemente - su principi di base da elaborare poi liberamente quando il praticante fosse giunto in condizioni tali di maturità da renderlo possibile e necessario.

Di conseguenza non è stata introdotta una terminologia specifica, anche perché per molti anni la pratica si è sviluppata soprattutto se non esclusivamente attraverso l'apprendimento pratico rinunciando spesso a porre delle basi teoriche, che arrivarono dopo. Citiamo a questo punto una testimonianza del maestro Hideki Hosokawa (Aikido, 1988-1), che rammentava le sue prime lezioni con Tada sensei, quando per una intera settimana dovette fare solamente tenkan per poi finalmente, per farlo "diveritre" un po', passare a kaiten:

«Capito? Nepure irimi tenkan! All'Honbu Dojo a quei tempi l'irimi tenkan non esisteva.O sensei in verità non ne ha mai parlato.»

Questo naturalmente non vuol dire che non esistesse l'irimi tenkan, ma semplicemente che non era stato codificato come ashisabaki di base e che il termine era ancora sconosciuto. Accanto ai temini tardivi ma introdotti con i crismi dell'ufficialità, esistono molti altri termini introdotti dagli shidosha inviati dall'Honbu Dojo a insegnare all'estero, coniati lì per lì quando emergeva la necessità di fornire una risposta ai praticanti stranieri, che avvertivano un forte bisogno di assegnare un nome a tutto quanto andavano apprendendo.

Questo spiega la difformità tra le varie scuole di alcuni termini e la necessità di un glossario in qualche modo allargato, che tenga conto almeno delle varianti più utilizzate. Col tempo naturalmente la terminologia ufficiale dello Zaidan Hojin Aikikai tende a prevalere sulle altre, ma questa tendenza va considerata positivamente: consente infatti di disporre di un esperanto dell'aikidô. In qualunque parte del mondo si trovi il praticante, ospite del dojô di una qualsiasi scuola, sa che avrà a che fare con termini già familiari e comprende cosa viene proposto dall'insegnante quando riconosce i termini katatetori aihanmi ikkyo o katadori nikkyo ura.