Gendai
Shohei Imamura, 1989: Pioggia nera - Pagina 3
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E' stato consigliato a Shigematsu di ricorrere ai rituali della religione, non importa di quale setta o tendenza.
Effettivamente le parole dei testi sacri potrebbe dare qualche conforto.
Pur nella amara constatazione che l'uomo è poca cosa e la sua esistenza è destinata ad essere effimera.
A terminare senza che si possa prevedere come e quando.
Purtroppo a Shigematsu fa piuttosto tornare alla mente le vicissitudini dei giorni seguenti all'esplosione su Hiroshima.
La disperata ricerca della salvezza da parte di tanti, gli incontri più o meno fortuiti con i conoscenti sopravvissuti, molti dei quali però scompariranno già nei giorni successivi.
Sono passati ormai diversi anni.
Un pretendente alla mano di Yasuko, Aono, che sembra seriamente interessato nonché attratto, ha tuttavia una personalità con tratti di arroganza.
E' la stessa Yasuko che ormai sembra essere riluttante, e scoraggiarlo apertamente ricordandogli quanto siano frequenti le malattie ed anche le morti tra quanti sono stati esposti alle conseguenze della bomba..
Non può accetta di garantire la propria perfetta salute quando non è certa di non avvertire a breve o lungo termine le conseguenze delle radiazioni.
La conseguente rinuncia di Aono incrementerà il lavoro delle malelingue sul conto di Yasuko: " La gente preferisce maligne insinuazioni alla verità"..
Yasuko prenderà il coraggio a due mani per dire finalmente agli zii che non intende maritarsi.
Suo padre Takamaru, tornato a incontrarla dopo molto tempo, le propone di tornare a vivere con lui.
Yasuko declina l'offerta: è ormai legata a Shigematsu e Shikego: non intende abbandonarli.
Sono ormai una comunità: creata e poi unita, non per sempre ma finché il destino lo vorrà, dalla bomba di Hiroshima.
E il destino farà il suo corso. La prima ad accusare dei sintomi è Shigeko.
Nega, sostiene trattarsi soltanto della giusta punizione per non essersi recata a rendere omaggio alla tomba della madre di Yasuko.
Crede che il suo pentimento e le sue preghiere varranno a salvarla.
Ma sarà poi la volta di Shigematsu e di Yasuko a vedere la propria salute scemare e svanire, mentre anche intorno a loro la morte continua a colpire.
Yasuko nel frattempo simpatizza con Yuichi.
Il trauma della guerra ha lasciato tracce incancellabili nella sua mente, al passare di ogni motoveicolo lungo la strada crede che siano carri armati del nemico che lo assalgono di nuovo e dà in incandescenze tentando di fermarli e assalendo i conducenti.
Ha tuttavia un innato istintivo talento per la scultura, e produce in continuazione statue di Jizo, rudi ma non prive di un loro fascino.
I due pensano infine di sposarsi, vincendo ogni obiezione dovuta alle labili condizioni mentali di Juichi e all'umiltà della sua famiglia.
La pioggia nera intanto continua a mietere vittime.
Shigematsu perde in un mese i suoi due migliori amici, scomparsi da un momento all'altro.
Infine perderà anche Shigeko.
Il sogno di Yasuko e Yuichi non si avvererà: le condizioni di lei si aggravano, le viene diagnosticato un tumore e una ambulanza la preleva d'urgenza per portarla in ospedale,
Yuichi respinge i barellieri: la porterà lui tra le sue braccia, e rimarrà con lei a bordo dell'ambulanza e poi in ospedale accanto al suo letto.
Mentre l'ambulanza si allontana Shigematsu spera che sulle colline lontane appaia un arcobaleno, un presagio che gli faccia sperare in un futuro migliore.
Ma l'epilogo del libro di Ibuse Masuji è suggellato da queste parole:
«Se ora dalle colline laggiù spunta un arcobaleno avverrà il miracolo. Se appare un arcobaleno, non bianco ma di cinque colori, Yasuko guarirà»: così Shigematsu volle leggere nel futuro, gli occhi rivolti alle colline, ben sapendo che non si sarebbe avverato.