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L'intrico di vicende umane recitate dal coro di questa tragedia giapponese non può essere integralmente riportato senza confondere il lettore. Accenniamo brevemente solo agli episodi principali.

Sahachi, lo stakanovista che ignora il suo male per aiutare il prossimo, ha un segreto: innamorato perdutamente di una giovane di umili condizioni, arriva finalmente a sposarla dopo avere vinto una sua inspiegabile resistenza.

Ma dopo un devastante terremoto, non riesce a trovarla tra le macerie: è scomparsa.

In questo episodio Kurosawa ricostruisce la terribile esperienza avuta quando fu condotto dal fratello Heigo tra le rovine del terribile terremoto del Kanto nel 1923, come riporta nella sua autobiografia.

La ritroverà per caso anni dopo, con un piccolo assicurato sulla schiena: un figlio avuto da un altro. Era infatti promessa sposa con un giovane che aveva sempre aiutato la sua famiglia a sorpavvivere.

L'amore era stato temporaneamente più forte di ogni cosa, ed era fuggita per vivere con Sahachi.

Ma la voce del dovere aveva era tornata a prendere il sopravvento, ed era volontariamente scomparsa per mantenere la sua promessa, sprando che Sahachi la credesse morta e trovasse pace.

 

Rivedere Sahachi è stato troppo: non può vivere senza di lui.

Chiede ed ottiene di essere uccisa. Il suo scheletro verrà alla luce poco prima della morte di Sahachi, da uno smottamento del terreno.

Verranno seppelliti assieme.

 

 

 

 

 

L'artigiano Kokusuke, che abbiamo visto vittima di un tumore intestinale, era solo, nessuno lo veniva a trovare e sembrava non avere parenti.

Si presenta ora la figlia a rivederlo per l'ultma volta, accompagnata da tre bambini affamati ed impauriti.

Ha anche lei una terribile storia da raccontare: la moglie di Kokusuke aveva un'amante, che per avere occasione di starle vicino a suo piacimento riuscì ad ottenere di sposare lei. Rovinato dall'uomo che gli aveva distrutto e portato via la famiglia, Kokusuke era rimasto solo.

 

Morta la madre, la donna si era da poco finalmente ribellata, ed aveva aggredito il marito, violento ed ubriacone, tentando di ucciderlo.

Per salvare la donna ed i tre innocenti bambini Akahige non esiterà a mostrare il "peggio" di sé. Addomesticherà il questore di polizia, in modo da ridurre al minimo le conseguenze del ferimento, e buona parte dei proventi delle sue esosissime visite private servirà ad assicurare una dignitosa rendita alla famigliola, che verrà sistemata presso due vecchi coniugi di buon cuore.

 

Chobo è un ladruncolo che si aggira nell'ospedale per rubacchiare del cibo in cucina.

 

Sveltissimo ed inafferrabile, è l'incubo delle inservienti, che non riescono mai ad acciuffarlo.

Tentando di prenderlo in trappola, Yasumoto ed una inserviente ascoltano inosservati un colloquio tra Chobo ed Otoyo.

 

 

 

Il piccolo, che ha solo sette anni e che con le sue ruberie mantiene l'intera famiglia, ha rubato dei lecca lecca per farne dono ad Otoyo, che non vuole prenderli.

Infine, commossa dell'affetto del bimbo, li accetta, ma solo per renderglieli immediatamente.

Chobo non ha mai avuto il piacere in vita sua di godersi un piccolo piacere, è bene che li divida con i fratellini.

 

 

 

Chobo (Yoshitama Zushi, che sarà pochi anni dopo protagonista di Dodes'kaden) viene poco tempo dopo ricoverato nell'ospedale con tutta la famiglia.

I genitori hanno preso la terribile decisione di morire tutti quanti assieme per porre fine ad una vita di sofferenze, hanno avvelenato se stessi ed i figli.

Sono destinati a perire tutti, rimane solo un'esile speranza per Chobo: Akahige spiega alle inservienti che potrà sopravvivere se passerà la notte.

 

 

Le inservienti, ed Otoyo in prima fila, passeranno il resto della notte ad invocare il nome di Chobo nel pozzo dell'ospedale.

E' credenza giapponese che i pozzi arrivino fino al centro della terra, e che da lì si possano richiamare indietro le anime destinate all'oltretomba.

Infine Chobo passerà la nottata: vivrà.

 

 

 

 

 

Un'ultima piccola tempesta in un bicchiere d'acqua viene a turbare la ormai tranquilla quotidiana esistenza dell'ospedale, avvezzo a tanti piccoli o grandi drammi.

Si ripresenta la tenutaria, chiedendo indietro Otoyo, che il dottor Akahige non ha alcun diritto di tenere con sé.

Per una volta in difficoltà, ha bisogno di infuriarsi per rendere la pariglia e quel giorno non è in vena, Akahige viene tolto d'impaccio dalle infermiere, che vanno per le spicce.

 

 

Afferrati alcuni daikon, i ravanelli giganti onnipresenti in ogni cucina giapponese, non esitano ad utilizzarli per bastonare sonoramente la tenutaria, che batte in ritirata pesta ed ammaccata: si può essere ragionevolmente sicuri che non si farà più vedere da quelle parti.

E Akahige? Scrolla le spalle, altra caratteristica che sembra avre ripreso da Sanjuro, si liscia i baffi. E se ne va.