Louis Frédéric

Japan Encyclopedia
Harvard University Press, 2002

Le Japon - Dictionnaire et civilisation
Robert Laffont, 1996

Questa anomala recensione tratta di due differenti opere, apparentemente molto lontane come impostazione e - come vedremo dopo - anche sotto altri aspetti. Si tratta in realtà, non traggano in inganno i due differenti titoli, di diverse edizioni, in francese e in inglese, della stessa opera. Consigliare quale scegliere tra l'una e l'altra edizione è semplice, ma per farlo sarà prima necessaria una digressione.

 

 

 

 

 

 

 

Le leggi del mercato si dice siano rigorose quanto logiche, ma sfuggono spesso alla comprensione dello scrivente.

Ma andiamo con ordine: Louis Frédéric (1923-1996) fu uno di quei personaggi eclettici di cui sembra purtroppo si stia perdendo lo stampo. Nato a Parigi, iniziò a lavorare come disegnatore di film animati, venne però presto travolto dalla febbre di viaggiare e soggiornò alcuni anni in Asia. Ritornato in Francia riprese gli studi alla Sorbona e alla prestigiosa École Pratique des Hautes Étude ma volle poi staccarsi dal mondo accademico per rimanere uno studioso indipendente. Scrisse numerose opere dedicate alla cultura orientale, tra cui una enciclopedia della cultura asiatica in 10 volumi e quella sul Giappone di cui trattiamo adesso. La morte lo colse mentre preparava una nuova opera sulla cultura cinese.

Scrisse ovviamente in francese, la Japan Encyclopedia è quindi una traduzione dell'opera originale. E tra l'originale e una traduzione, per quanto fedele possa essere, non si può che consigliare l''originale, a patto naturalmente di essere in condizioni di leggere il francese.

La JE, di cui esistono numerose edizioni, è da diversi anni fuori catalogo e gli esemplari disponibili sono piuttosto rari.

Ed è qui che entrano in gioco le leggi del mercato. E' comprensibile che un testo di difficile reperimento e molto ricercato costi più di uno facilmente acquistabile. Il prezzo medio della JE, quando è possibile rintracciarne una copia, parte come vedete già dalla prima schermata di amazon.co.uk  da una cifra abbastanza elevata.

E' sorprendente però constatare nella seconda schermata  come si possa arrivare anche a chiedere cifre iperboliche, a volte da parte degli stessi venditori e indifferentemente per esemplari nuovi ed esemplari usati. Quale legge di mercato giustifica queste discutibili pratiche? Sembrerebbero piuttosto tentativi - condannabili senza alcuna esitazione - di assecondare il compulsivo desiderio dello studioso o dell'appassionato che apprende dell'esistenza di un raro testo di consultazione e si getta sul primo esemplare che trova.

Veniamo finalmente alla edizione originale, Le Japon. La prima sorpresa vi verrà data immediatamente: è a catalogo e costa 31€. E' possibile ordinarla su amazon.fr, perlomeno al momento, senza alcuna difficoltà e con consegna assicurata in pochi giorni, senza alcun problema.

Le poche copie reperibili della JE invece, spedite dagli Stati Uniti (dove venne pubblicata questa edizione) anche quando vengono proposte in vendita sul sito inglese di Amazon, dovranno passare la dogana.

Saranno quindi soggette a inevitabili lunghi ritardi e alla piaga tutta italiana degli "smarrimenti" mentre se le pagherete più di 25€ comprese le spese di spedizione - cosa che appare inevitabile - saranno soggette al dazio doganale. Ogni lettore ne tragga le sue opportune considerazioni.

Ma le sorprese - non sorprendetevi - sono solamente iniziate.

 

 

 

 

 

In questa immagine i due volumi a confronto.

A sinistra la Japan Encyclopedia, edizione 2002: 1102 pagine formato 17cm x 24, 1542gr.

A destra ovviamente Le Japon, edizione 1996: 1419 pagine formato 13 x 20, 778gr.

Per chi valuta le pubblicazioni un tanto al kg verrebbe da pensare che nella JE ci sia "più roba". Ma ne parleremo dopo. Per chi si chiede quale sia più agevole mettere in borsa o portare sottobraccio per una consultazione al volo, la bilancia pende senza alcun dubbio dalla parte di LJ, che usa inoltre una carta tipo Oxford di peso molto ridotto ma ben più piacevole al tatto e molto più leggibile. L'altro volume ben difficilmente si muoverà più di qualche metro dalla libreria di casa. Non è necessariamente un punto a sfavore, ma rimane il fatto incontestabile che la portabilità può essere talvolta molto importante o essere addirittura essenziale.

Va osservato che non ha molta rilevanza l'apparente maggiore aggiornamento della edizione del 2002 rispetto a quella del 1996: sappiamo già infatti che proprio nel 1996 Louis Frédéric è scomparso quindi ci potremo aspettare qualche aggiornamento ad opera dei curatori ma non sostanziali novità.

E' ora il momento di passare alla valutazione: il formato ridotto di LJ, ha dovuto in qualche modo pagare dazio costringendo a tralasciare alcune informazioni contenute invece nella più ponderosa JE?

Sostanzialmente no, ci sarebbero anzi elementi per sostenere il contrario.

Le pagine delle due edizioni contengono grossomodo la stessa quantità di informazioni, con lieve vantaggio per la JE che utilizza un corpo tipografico più grande ma ha dimensioni di gran lunga maggiori. questo non arriva tuttavia a giustificare le oltre 300 pagine in più contenute in LJ. La spiegazione va cercata altrove e la troviamo negli indici.

Le Japon include una corposa serie di appendici che riportano un considerevole numero di ideogrammi giapponesi kana, di ideogrammi cino-giapponesi kanji, assieme naturalmente alla corretta traduzione o interpretazione, delle rispettive letture on e kun, di corrette trascrizioni in ideogrammi dei nomi dei personaggi storici trattati.

Anche dal punto di vista dei contenuti Le Japon vince quindi il confronto.

Nella immagine abbiamo voluto però evidenziare anche un difetto legato alla scelta editoriale di questa edizione: la costosa carta utilizzata permette di ridurre drasticamente peso e ingombro ma la sua sottigliezza rende inevitabile una certa trasparenza che fa apparire la stampa impressa sul retro delle pagine.

Non rimane che dedicare poche righe non alla valutazione, opere di questo impegno non sono giudicabili da chi  dipende da esse per ottenere informazioni che ignora. Inoltre nessun testo raggiunge la perfezione assoluta, errori sono presenti anche nelle opere maggiormente curate e le informazioni vanno sempre confrontate attraverso diverse fonti.

Rispetto al Dictionnaire Historique du Japon e al classico Papinot, l'opera di Louis Frédéric ha una caratteristica esclusiva: sia per la data posteriore di pubblicazione, un secolo dopo il Papinot e non pochi decenni dopo il concepimento del Dictionnaire, sia per scelta editoriale, dedica lo spazio dovuto alla storia contemporanea.

Vi troviamo quindi aprendo una pagina a caso schede dedicate a Suntory (ditta giapponese denominata in realtà Santori, fondata a fine 800 quindi dopo la pubblicazione del Papinot), al surimi (preparazione alimentare a base di polpa di pesce macinata), al sushi che immaginiamo non abbia bisogno di presentazione. Non solo riferimenti a prodotti alimentari ovviamente, ma anche questo è un elemento indicatore della crescente importanza della cultura giapponese nel mondo odierno: se ha arricchito il nostro modo di pensare sta arricchendo comunque anche il nostro modo di vivere.

L'opera di Louis Frédéric non può mancare nella biblioteca di chiunque voglia disporre di una fonte affidabile di informazioni sulla storia del Giappone, qualunque sia l'edizione che si voglia scegliere. Scelta che dipende però anche e non poco dalla fortuna, nel caso si preferisca la Japan Encyclopedia.