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Devo naturalmente, prima di andare avanti nella mia non-cronaca, ringraziare gli organizzatori di questi seminari e gli insegnanti che mi hanno accompagnato in altrettanti viaggi all'esplorazione dell'aikido, augurandomi di poter presto riportare le loro impressioni, sensazioni, ricordi; come io ora sto riportando i miei.

Grazie dunque a Fiordineve Cozzi, Nunzio Sabatino e Danilo Manodoro.

La foto a lato si riferisce al seminario presso l'Aikikai Caserta, tenuto assieme al maestro Nunzio Sabatino (al centro).

 

 

 

 

 

Ma la vera novità è stato l'abbinamento di ogni seminario ad una conferenza tematica. Non novità assoluta beninteso, ad esempio Fabrizio Ruta già da tempo arricchisce ogni tanto i suoi seminari con interessanti conferenze (trovate qui nel sito del suo dojo, lo Shin bu di Bari, alcuni suoi articoli nonché la biografia)..

Anche io del resto mi sono lasciato andare in passato a questa tentazione, ma in modo meno sistematico e non nel corso di miei seminari.

Ora si cambia.E' un preciso dovere di chi ha ricevuto un insegnamento di trasmetterlo a quanti verranno dopo di lui, con l'obiettivo di vedersi ben presto superato da chi potrà continuare il cammino da là dove noi saremo riusciti a portarli. Nella foto, l'immagine di presentazione della conferenza sulla storia del nihontô, la leggendaria spada giapponese, tenuta nel mese di gennaio in occasione del seminario presso il Dojo Musubi di Roma.

Personalmente sarei felice di poter continuare su questa strada, visto l'interesse manifestato dai praticanti anche verso ogni impulso all'arricchimento culturale.

Il corsivo è dovuto alla mia moderata conoscenza di molti degli argomenti proposti e proponibili, che comunque spesso non vengono affrontati se non da pochi, non per disinteresse ma per mancanza di una qualsivoglia proposta, anche limitata al livello divulgativo.

I temi finora affrontati sono sempre stati come logico legati al mondo delle arti marziali, sia direttamente che indirettamente (la foto mostra una delle immagini utilizzate per la conferenza sulla storia e cultura samurai tenuta presso l'Aikikai Caserta). E' necessario infatti affrontare le ricerche che i nostri maestri ci hanno indicato per avere una idea precisa della nostra missione.

Entra qui in gioco un discorso delicato, che ho tuttavia il dovere di affrontare: ho la sensazione che alcuni discepoli di grandi maestri pratichino con lodevole impegno e grande costanza ma rischino talvolta di non focalizzare altrettanto bene la metodologia di lavoro che è stata loro richiesta.

 

 

Prevale a volte l'opinione che sia necessario e sufficiente seguire un grande maestro per arrivare a superare i propri limiti. E' senzaltro vera la prima parte della proposizione: è necessario seguire grandi esempi. Non sono altrettanto concorde con la seconda parte: che sia sufficiente.

Ribaltando con deliberata provocazione quanto detto prima, io ritengo necessario superare i propri limiti prima di poter seguire un grande maestro. Del resto sono loro stessi a rendercelo manifesto, proponendoci dei percorsi idonei a compiere i passi necessari.

Detto questo, è evidente che nelle mie discussioni - affiancate o no a seminari di pratica - esporrò quanto venuto a mia conoscenza nel corso delle ricerche che mi sono state prescritte dai miei maestri di riferimento.

 

 

Ho detto, ma si trattava dell'ennesima provocazione, che una cosa del genere non s'era mai sentita.

Naturalmente non è vero: chi non è più giovane ricorderà come i leggendari seminari dell'epoca eroica dell'aikido italiano fossero ricchi di iniziative culturali, e ad esporre le loro conoscenze erano personaggi del calibro del maestro Kitaura Yasunari (professore di storia dell'arte all'Università di Madrid), per tacere dello stesso Tada Hiroshi sensei, che ancora periodicamente ci arricchisce attingendo alle sue profonde conoscenze del mondo marziale e tradizionale del Giappone.

Meno conosciute, preferiva tenerle a pochi intimi anche perché i tempi non erano sicuramente maturi per una diffusione maggiore, le conferenze del maestro Hosokawa Hideki, regolarmente munito di lavagna e gessetto.

Ma ora, seguendo il loro esempio e le loro indicazioni, deve toccare anche a noi. Senza presunzione, misurando il passo a misura delle nostre gambe, ma abbiamo il dovere di andare avanti.