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Il testo si apre con una parte storica in cui si delinea il panorama dell'insediamento dell'aikido in Europa e soprattutto - ovviamente - in Francia.

Indispensabile per comprendere l'evoluzione della disciplina in Europa, questa ricostruzione non può ovviamente rendere conto di quanto successo dopo, che in parte smentisce le premesse.

I primi insegnanti giapponesi che insegnarono metodicamente aikido in Europa furono basati in Francia: Minoru Mochizuki e Tadashi Abe negli anni 50 del secolo XX. In seguito oltre a Tamura sensei vi insegnarono Mutsuro Nakazono, poi trasferitosi negli Stati Uniti  e Masamichi Noro che diffuse la sua disciplina chiamata Ki no Michi (cammino dello spirito), strettamente legata ai principi dell'aikido.

Ad inizio degli anni 60 l'Hombu Dojo di Tokyo iniziò a dislocare suoi insegnanti nel cuore dell'Europa, e nominò delegati con l'incarico di coordinare l'insegnamento. Dapprima lo stesso Noro, poi Aritoshi Murashige sensei, che prese residenza in Belgio ma purtroppo perse la vita poco dopo in un incidente automobilistico.

Dopo un incarico probabilmente informale al maestro Hirokazu Kobayashi, l'invio dei maestri Hiroshi Tada in Italia, Katsuaki Asai in Germania, Yasunari Kitaura in Spagna, Toshikazu Ichimura in Svezia e Kazuo Chiba in Gran Bretagna cambiò radicalmente il panorama.

Permase in Francia la tendenza a voler centralizzare l'insegnamento dell'aikido in Europa, attraverso la costituzione della ACEA (Association Culturelle Européenne de Aikido) di cui Tamura sensei fu il referente tecnico. Tendenza che non prevalse ritenendo gli altri esperti dislocati dall'Hombu Dojo che non fosse opportuno stabilire un filtro tra le varie organizzazioni nazionali e l'Hombu Dojo di Tokyo né legarsi a Federazioni Sportive data la specificità dell'aikido.

Ecco le ragioni per cui il sistema organizzativo proposto nel testo, fortemente influenzato dalla situazione locale francese, non ebbe diffusione all'estero.

Alcuni anni dopo lo stesso Tamura decise di rendersi indipendente dalla FFJDA (Féderarion Française Judo et Disciplines Associées) fondando la Fédération Française d'Aïkido, d'Aïkibudo et Affinitaires,  riconoscendo la specificità dell'aikido rispetto ad altre discipline e la conseguente necessità di organizzarsi seguendo principi diversi.

L'ACEA dal canto suo ebbe vita travagliata. La leadership francese venne ripetutamente contestata dagli altri paesi membri finché si arrivò negli anni 90 ad una scissione, ma nessuna delle due fazioni riuscì a raccogliere significativi consensi e di fatto al momento non esiste un organo europeo incaricato di coordinare la diffusione e l'insegnamento dell'aikido.

Segue poi dopo la parte introduttiva dei capitoli II e III, il programma didattico vero e proprio.

Articolato al tempo nei 6 gradi kyu che vengono utilizzati tuttora in Italia, in Francia ed in alcuni altri paesi in seguito venne abolito il grado 6. kyu, questo programma stabiliva un nuovo punto di riferimento per i praticanti di ogni paese e di ogni grado.

Si può dire ancora attuale ai nostri giorni?

Attualissimo, e sicuramente è divenuto ancora più importante di prima nel momento in cui Tamura sensei ha cessato di vivere.

Il sistema didattico utilizzato nelle arti marziali tradizionali giapponesi - ma potremmo dire nelle arti in genere, in qualunque cultura ed in qualunque epoca - si basa molto se non esclusivamente sulla trasmissione diretta da maestro a discepolo.

La trasmissione viene accuratamente centellinata per mantenere elevata la tensione nel discepolo, e lo si incita a trovare le risposte ai propri dilemmi dentro di sé, senza dipendere dalla parola del maestro.

Nel momento in cui si decise di estendere a chiunque l'accesso all'aikido, e nel momento successivo in cui si decise anche di diffondere l'aikido in tutto il mondo, si rendevano necessari importanti adattamenti al sistema didattico.

Si richiedeva una sistematizzazione della materia che integrasse - senza sostituirlo - il sistema della trasmissione diretta.

L'opera sotto esame è la prima che veramente soddisfa in pieno tutti i requisiti necessari per poter essere un valido e duraturo punto di riferimento.